L'imprenditore che chiude e chiama i concorrenti: "Assumete i miei dipendenti"
Il caso della Psa Pipes di Nichelino e la preoccupazione del settore automotive
Tra un mese la sua ditta non avrà più lavoro. Ma lui, in un momento così complesso, ha avuto il buon cuore di pensare non solo alla propria situazione, ma soprattutto a quella dei suoi dipendenti. E così ha lanciato un appello ai concorrenti per chiedere di dare un lavoro a chi tra un mese resterà senza.
Chiude la Psa Pipes di Nichelino
Si acuisce la crisi industriale legata al mondo dell'automotive in Italia e in particolare nel Torinese. Come racconta Prima Torino, a farne le spese sarà a breve la Psa Pipes, azienda che produce tubi per veicoli a Nichelino, che chiude i battenti nonostante gli investimenti e i conti in ordine, lasciando a casa numerosi dipendenti.
L'azienda tra un mese non avrà più lavoro. La ditta di Brandizzo da cui arrivavano le commesse produrrà i tubi necessari nello stabilimento anziché chiederli alla Psa Pipes.
L'appello ai concorrenti
E così, Giuseppe Scalenghe, imprenditore della Psa Pipes, ha lanciato un appello alla concorrenza:
"Credo che se iniziano a chiudere le aziende sane un problema sul tessuto industriale del Paese, ci sia. L'Europa ha fatto lei la scelta tecnica con l'elettrico. Da un lato con questa decisione non si fa più ricerca e sviluppo nei motori endotermici e dall'altra l'elettrico non decolla. Sto cercando un altro posto di lavoro ai miei dipendenti. Se qualche azienda ha bisogno di personale mi contatti".
Automotive, crisi e taglio fondi
Che il settore dell'automotive stia passando un momento complesso non è una novità. In questo senso ha creato polemiche e malumori il taglio di 4,6 miliardi del fondo automotive previsto nel disegno di legge della Manovra per il 2025.
Il fondo destinato al settore auto - che inizialmente ammontava a 8,7 miliardi di euro - venne istituito dal governo Draghi nel 2022 e includeva una quota di incentivi auto e altre risorse per sostenere il settore nel percorso verso la transizione energetica.
Particolarmente critica Unrae, l'associazione delle case auto estere che operano in Italia:
"Esprimiamo profondo sconcerto e preoccupazione per la decisione del Governo di sottrarre ben 4,6 miliardi - dei 5,8 residui per il periodo 2025-30 - dal 'Fondo per la transizione verde, la ricerca, gli investimenti del settore automotive e per il riconoscimento di incentivi all'acquisto di veicoli non inquinanti''.
Una decisione del genere contraddice clamorosamente non solo le dichiarazioni di intenti pronunciate dal ministro Urso in sede di Tavolo Automotive non più tardi del 7 agosto scorso, ma anche le numerosissime pronunce di attenzione al settore - da parte del ministro stesso e di altri autorevoli esponenti governativi - dall'insediamento dell'attuale Esecutivo fino a pochi giorni fa.
Il massiccio abbattimento delle risorse destinate all'automotive minaccia gravemente gli sforzi finora profusi per raggiungere gli obiettivi e i target ambientali fissati a livello europeo. L'auspicio è che il taglio venga revocato, o quantomeno significativamente ridotto".
A sottolineare la necessità di salvaguardare il fondo anche Cisl:
"Oggi più che mai c’è necessità di mantenere ed incrementare il Fondo per garantire la continuità produttiva ed occupazionale all’interno delle grandi trasformazioni e transizioni che stanno attraversando il settore e la manifattura nel suo complesso.
Questo è uno dei settori di eccellenza del nostro Paese e sono fortemente compromessi, già oggi, il futuro di 45mila lavoratrici e lavoratori della componentistica non metalmeccanica (CCNL Gomma plastica industria, CCNL Gomma plastica e Tessile Confapi, CCNL SMI, CCNL Pelli e cuoio, CCNL Vetro, CCNL Chimica) e delle loro famiglie. E’ necessario sostenere con investimenti pubblici e privati questo settore, a partire da ulteriori ammortizzatori sociali e da strumenti di politica attiva del lavoro per sostenere la transizione anche da un punto di vista sociale, oltre che in termini di ricerca, innovazione, tecnologia.
Chiediamo quindi al Governo di ripristinare il finanziamento al Fondo automotive, di incrementarlo e di convocare con urgenza le Parti sociali dei settori dell’automotive e della filiera della componentistica non metalmeccanica, a partire da Stellantis".
E' difficile fare un commento sufficientemente articolato su un argomento complesso come questo. Ce la possiamo cavare con una battuta da bar, i soldi, sembra anche europei, per il ponte si trovano, quantomeno si stanziano, per imprese, ricerca, istruzione e aggiungiamoci anche la sanità non ci sono e non ce ne saranno. Ma se mancherà il lavoro mancherà anche il denaro in tasca da spendere; a che servirà un ponte? La solita cattedrale nel deserto? Sempre ammesso e non concesso che lo si porti a termine; fermo restando che dai contratti stipulati sembra che fatto o non fatto sono stati presi impegni per pagare comunque le imprese costruttrici. Vabbé, spacciamola per pura polemica.