Processo Open Arms, l'arringa della Bongiorno in difesa di Salvini: "La nave bighellonava"
Il ministro è imputato per sequestro di persona e rifiuto di atti d'ufficio
Battute finali per il processo Open Arms che vede il ministro Matteo Salvini imputato per sequestro di persona e rifiuto di atti d'ufficio.
Open Arms, Salvini a processo
L'attuale titolare del dicastero dei Trasporti è alla sbarra per quanto accaduto nell'agosto di 5 anni fa, quando la nave umanitaria spagnola Open Arms, con 147 migranti a bordo, rimase per due settimane al largo di Lampedusa prima di sbarcare, mentre Salvini era ministro dell'Interno.
Oggi, venerdì 18 ottobre 2024, è stato il giorno dell'arringa della difesa di Salvini: per lui la procura ha chiesto la condanna a 6 anni.
L'arringa di Bongiorno
L'avvocato e senatore della Lega Giulia Bongiorno nell'aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo (preclusa le telecamere) ha ricostruito i momenti dei soccorsi, dando un altro punto di vista rispetto all'accusa:
"Dimostrerò che Open Arms ha avuto innumerevoli possibilità di fare sbarcare i migranti, ma ha opposto innumerevoli rifiuti: dal 1 al 14 agosto sceglie di 'bighellonare'. Esiste un diritto allo sbarco, non esiste un diritto a scegliere dove quando sbarcare".
Sit-in della Lega a Palermo
Fuori dall'aula è andata in scena una manifestazione organizzata dalla Lega a sostegno del suo segretario.
Così Paolo Borchia, capo delegazione della Lega al Parlamento europeo:
"L’arringa di Giulia Bongiorno ha dimostrato che Open Arms sapeva in anticipo la posizione del barcone, a cui in due ore era stato offerto un porto sicuro. Al di là del processo, questo è un momento in cui l'Europa è chiamata a prendere decisioni vitali sulla gestione dell'immigrazione, mi sembra il minimo sostenere chi ha avuto il coraggio di dire 'basta' all'immigrazione irregolare, sorretta da trafficanti di morte”.