vicenda emblematica dal piemonte

La maternità surrogata diventa reato universale in Italia (anche se fatta all'estero in Paesi dove è legale)

Finora, questo principio, si applicava solo a crimini gravi come crimini di guerra e pedopornografia

La maternità surrogata diventa reato universale in Italia (anche se fatta all'estero in Paesi dove è legale)
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Il disegno di legge sulla gestazione per altri (GPA), ovvero maternità surrogata, arriva al Senato questa settimana, senza modifiche rispetto alla versione approvata dalla Camera dei Deputati, ed è pronto per l'approvazione definitiva.

Il provvedimento, sostenuto da Giorgia Meloni e già introdotto nella scorsa legislatura, mira a estendere la perseguibilità del reato di GPA anche ai cittadini italiani che ricorrono a questa pratica all'estero. La proposta modifica la legge 40 del 2004, che già punisce la commercializzazione di gameti, embrioni e la maternità surrogata con pene da tre mesi a due anni di carcere e multe fino a un milione di euro.

Giorgia Meloni - "Not for rent", murale sulla Maternità Surrogata

La questione è molto attuale, come è possibile evincere anche dall'ultimo caso, in ordine di tempo, piemontese. E' delle scorse ore la conferma di una coppia a processo dopo aver abbandonato la bimba nata con la maternità surrogata in Ucraina.

Maternità surrogata in Italia diventa reato universale

Riavvolgiamo il nastro su un tema, quello della maturità surrogata, da sempre molto sentito dall'attuale Esecutivo: Lega e FdI in prima linea. Durante la discussione alla Camera nel luglio 2023, un emendamento della Lega che prevedeva un inasprimento delle pene fino a dieci anni di reclusione era stato respinto, così come quelli delle opposizioni, che proponevano la regolamentazione della GPA in forma solidale.

Maternità surrogata

La novità principale - oggi - è che, con questa legge, la GPA diventa reato universale: chiunque ricorra alla maternità surrogata all'estero, anche in paesi dove è legale, verrà punito al rientro in Italia. Questo tipo di reato prevede che una persona possa essere perseguita nel proprio paese, indipendentemente dal luogo in cui il reato è stato commesso. Finora, questo principio si applicava solo a crimini gravi come crimini di guerra e pedopornografia.

Dibattito e pene

Il tema ha suscitato un acceso dibattito, poiché normalmente i reati universali riguardano atti considerati gravissimi a livello globale, mentre la GPA è legale in diversi paesi. Alcuni critici ritengono che questa legge possa creare disparità, dato che chi può permetterselo continuerà a ricorrere alla GPA all'estero, mentre chi non ha le risorse potrebbe finire per alimentare un mercato nero.

La nuova legge prevede per i cittadini italiani pene severe: da tre mesi a due anni di reclusione e multe da 600.000 a un milione di euro, anche se la Lega aveva proposto sanzioni ancora più dure, che però sono state respinte.

I numeri "sommersi" e la prevalenza di coppie etero

E' complicato rilevare i numeri esatti sull'entità di questo fenomeno, soprattutto nel nostro Paese, che, proprio per la natura dei divieti in atto, risulta in gran parte sommerso. A fornire qualche numero è il Corriere della Sera, che parla di "stime empiriche".

In Italia si parla di circa 250 coppie che ogni anno si affidano alle madri surrogate: il 90% di queste sono coppie eterosessuali.

Crolla dunque il primo stereotipo, che vorrebbe la maternità surrogata prevalentemente utilizzata da coppie omosessuali: al contrario i numeri indicano che si tratta di una percentuale esigua, semplicemente le coppie gay sembrano più numerose perché immediatamente riconoscibili. Con due padri, visto che l’adozione alle coppie dello stesso sesso è preclusa, è chiaro che i bambini sono nati con la maternità surrogata. Invece le coppie eterosessuali che vi ricorrono cercano di nasconderlo, stritolati dal timore che venga loro tolto il bimbo e schiacciati dai giudizi sociali.

Famiglie arcobaleno

La maternità surrogata - anche nota come surrogazione di maternità, surrogazione gestazionale, gestazione d'appoggio o gestazione per altri - è una tecnica di procreazione assistita nella quale la madre surrogata s'impegna a portare a termine una gravidanza "su commissione" di altri. Si tratta dunque di un procedimento con cui una donna mette a disposizione il proprio utero - da qui anche il termine "utero in affitto" - e porta avanti la gravidanza per altri genitori che possono essere single o coppie, sia eterosessuali che omosessuali. Generalmente, fra la madre surrogata e la coppia o il singolo che richiede la surrogazione è presente un ben preciso accordo sancito da un contratto di surrogazione gestazionale. In qualsiasi caso la madre surrogata s'impegna a rinunciare agli eventuali diritti sul nascituro e a "consegnarlo" dopo la nascita, alla coppia o al singolo che hanno richiesto la gestazione per altri. Solitamente, la madre surrogata non è la madre biologica del bambino poiché, quando possibile, si utilizzano i gameti (ovociti e spermatozoi) della coppia richiedente la surrogazione. Tuttavia, non sempre ciò avviene, è possibile ricorrere all'uso di gameti provenienti da donatori estranei ai genitori designati e alla madre surrogata, in questo caso si parla di eterologa. 

Per non fare confusione: la fecondazione eterologa è una tecnica di procreazione medicalmente assistita legale in Italia dal 2014. E non prevede la gestazione da parte di terzi.

barbara ioele cinque figli maternità ma non è mai stata incinta
Maternità surrogata

Fino a qualche tempo fa la meta preferita per la maternità surrogata era l’Ucraina. La guerra ha cambiato le prospettive ma non di molto. Poi c’è la Grecia. Entrambi i paesi non accettano coppie gay. Di solito i genitori tornano da quei paesi con un atto di nascita che li indica come padre o madre del bambino nato. Senza accennare alle tecniche di concepimento.

Con l'approvazione di questa legge, chi torna in patria, rischia anche la reclusione.

Il caso novarese

Ed è proprio in Ucraina, nel 2019, che una coppia del Novarese, impossibilitata ad avere figli, si recò per ricorrere alla maternità surrogata. Dopo la nascita della bambina, la coppia la riconobbe legalmente, ma al rientro in Italia la lasciò con una tata ucraina, senza più contattarla o tornare a prenderla. La baby-sitter si rivolse all'ambasciata italiana a Kiev, che segnalò il caso alla procura dei minori di Torino. Le autorità accertarono che i genitori non intendevano riprendersi la bambina.

Nel 2021, la bambina, di 15 mesi, fu riportata in Italia grazie a un'operazione congiunta tra la polizia e la Croce Rossa. Successivamente, la procura di Novara affidò la piccola a una famiglia piemontese, che la adottò. Nel frattempo, fu avviata un'indagine e nel 2023 il padre biologico fu rinviato a giudizio per abbandono di minore, mentre la posizione della madre fu inizialmente archiviata.

Tuttavia, è notizia delle scorse ore, la Corte d’appello di Torino ha riaperto il caso anche per la madre, ritenendo che entrambi i genitori avessero agito d'accordo. L'udienza è prevista per fine novembre 2024.

Una vicenda attuale ed emblematica che si inscrive in un momento storico in cui l'Italia prende una direzione assoluta e definitiva sul tema.

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