Riforma del test di Medicina nel 2025: che cos'è la "selezione predittiva". Resta il numero chiuso, ma il primo semestre "tutti dentro"
L'obiettivo è quello di garantire una formazione di alta qualità per i futuri medici, in linea con le esigenze del sistema sanitario nazionale
In arrivo importanti cambiamenti per l'esame di ammissione alla facoltà di Medicina. Dopo l'annuncio della riforma prevista per il 2025 della ministra dell'Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, è stato presentato in Senato il nuovo meccanismo per l'accesso ai corsi. La novità principale è l'abolizione dei test di ingresso a scelta multipla, anche se il numero chiuso rimarrà. Gli studenti potranno accedere liberamente ai corsi del primo semestre, che sarà aperto a tutti e includerà materie comuni ad altre facoltà del settore biomedico, sanitario, farmaceutico e veterinario, come deciso dal Ministero dell'Università.
Senza dubbio parliamo del test d'ammissione universitario delle polemiche per antonomasia. Ma dalle parole di Bernini è possibile intuire la direzione che si intende intraprendere.
Test di Medicina: Bernini annuncia la riforma per il 2025
Durante un question time alla Camera, Bernini ha dichiarato:
"Fin dall'inizio del mio mandato, il governo ha intrapreso un percorso di revisione dell'accesso programmato a Medicina".
L'obiettivo della riforma è quello di garantire una formazione di alta qualità per i futuri medici, in linea con le esigenze del sistema sanitario nazionale. Il nuovo esame, ha spiegato la ministra, si focalizzerà maggiormente sulle discipline specifiche, abbandonando il modello dei "test basati sul caso". "Puntiamo a valorizzare gli studenti in base alle loro competenze e inclinazioni reali", ha aggiunto.
Questa dichiarazione è in aperta polemica con alcune domande, trapelate dai test dei precedenti anni, che avevano fatto sorgere più di un dubbio circa pertinenza ed efficacia della selezione.
Nelle prove di selezione svolte nel settembre 2022, ad esempio, alcune delle domande fatte sono state le seguenti:
"A che altezza vola la gazza?".
"Che cosa sono la Constitutio de feudis o il Def?".
Nel 2023, fra le domande che hanno fatto maggior scalpore, si annovera:
"Come coltivavano i pomodori gli Incas?".
Più attenzione alle discipline specifiche
La riforma prevede lo stop a test troppo generici, introducendo un maggiore focus sulle materie fondamentali del percorso medico. Inoltre, sarà istituito un periodo di studi condiviso tra i corsi di Medicina e Chirurgia, Odontoiatria, Medicina Veterinaria e altre discipline biomediche. Questo, ha spiegato Bernini, permetterà agli studenti di acquisire competenze trasferibili che potranno essere impiegate in percorsi di studio correlati, evitando sprechi di tempo e risorse.
Per garantire una formazione di eccellenza e valutare le capacità dei futuri medici, sarà introdotto un sistema di selezione predittiva:
"Vogliamo tutelare il diritto allo studio di chi è pronto a dedicare le proprie energie a un progetto di vita così impegnativo", ha sottolineato la ministra. "Non possiamo promettere un posto di lavoro a tutti, ma dobbiamo offrire a chi ha le capacità la possibilità di realizzarsi. Nel caso dei medici, è nostro compito assicurarci che ricevano la migliore preparazione possibile".
Che cos'è la selezione predittiva
In molti, ora si staranno chiedendo cosa sia la selezione predittiva. In linea generale, l'analisi predittiva è un metodo di analisi che esamina i dati attuali e storici allo scopo di prevedere gli eventi futuri. Si avvale di tecniche quali machine learning, modellazione statistica e data mining per individuare la probabilità di risultati futuri.
Declinando questo approccio sul test di ammissione è possibile intuire che l’obiettivo non sarà più quello di verificare delle competenze minime per l’inizio del percorso di studi in Medicina, ma quello di premiare i candidati che avranno più possibilità di concludere il percorso di studi con buoni risultati.
Sulla base, ma su questo punto Bernini non ha ancora approfondito, di tutto il loro percorso di studi, inclinazioni e potenziale, oltre che delle competenze scientifiche. Insomma, se un candidato ha sempre avuto pessimi voti in biologia, durante la carriera scolastica, la questione potrebbe avere un certo peso... al di là della famosa gazza o dei pomodori degli Incas.
Stop al test d'ingresso, ma il numero chiuso resta
Al termine del primo semestre, dove non vi è alcuno sbarramento in ingresso, coloro che supereranno gli esami saranno inseriti in una graduatoria nazionale, con un sistema che assicuri equità tra le diverse università, incluse quelle telematiche. Gli studenti che rientreranno nei posti disponibili potranno continuare il percorso di Medicina dal secondo semestre, mentre gli altri avranno l’opportunità di proseguire studi affini, come biologia, biotecnologie o scienze motorie, con i crediti già acquisiti riconosciuti. Gli studenti dovranno indicare una facoltà "di riserva" al momento dell'iscrizione, e il trasferimento sarà automatico nel caso non rientrino nella graduatoria di Medicina.
La legge, presentata dai presidenti delle commissioni Istruzione e Sanità, Roberto Marti e Francesco Zaffini, prevede un aumento dei posti disponibili per Medicina, che potrebbero passare da 20.000 a 25.000 dal prossimo anno. Tuttavia, resta ancora da chiarire cosa accadrà a chi, pur superando tutti gli esami, non riesca ad accedere al secondo semestre.
Il ministro dell'Università, Anna Maria Bernini, ha spiegato che il governo ha 12 mesi per approvare i decreti necessari e che si sta lavorando per avviare la riforma già dal 2025-2026. Il semestre "filtro" previsto permetterà agli studenti di essere valutati sulla base degli esami, i cui risultati saranno riconosciuti anche per altri percorsi di studio. Questo cambiamento, ha detto Bernini, garantirà una migliore selezione degli aspiranti medici e un’offerta formativa di alta qualità, rispondendo al fabbisogno di circa 30.000 nuovi medici nei prossimi sette anni.
Carmela Bucalo di Fratelli d’Italia ha definito la proposta una soluzione innovativa, che supera i limiti dell’attuale sistema basato sui test d’ingresso, spesso criticati per la loro imprevedibilità. Anche Matteo Salvini della Lega ha elogiato la riforma, definendola una vittoria storica, sottolineando che dal prossimo anno saranno i voti e il merito a contare, non più le crocette dei test.