Da Prima Padova

Insulti razzisti al guardalinee durante la partita da parte di due anziani: per cinque anni non potranno andare allo stadio

Sospesa la partita tra il Nuovo Monselice e il Torre, valida per il campionato di Promozione in Veneto, per gli insulti a Amon Francis Kouassi

Insulti razzisti al guardalinee durante la partita da parte di due anziani: per cinque anni non potranno andare allo stadio
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Ancora un episodio di razzismo durante una partita di calcio tra dilettanti. E sanzione esemplare per due "tifosi" di una certa età. Un 65enne e un 79enne per cinque anni non potranno più andare allo stadio dopo essersi resi protagonisti di insulti razziali e minacce di morte nei confronti di guardalinee ivoriano di Treviso, Amon Francis Kouassi, durante la partita tra il Nuovo Monselice e il Torre, valida per il campionato di Promozione in Veneto. (in copertina: il guardalinee Amon Francis Kouassi. Fonte: A.I.A. Treviso).

Insulti razzisti al guardalinee: partita sospesa

Come racconta Prima Treviso, due tifosi, un 65enne di Monselice e un 79enne di Ferrara, sono stati protagonisti di un provvedimento di Daspo della durata di cinque anni a causa di insulti razzisti rivolti all'assistente di gara Amon Francis Kouassi.

A causa degli insulti e alle minacce di morte costanti da parte dei due "tifosi", la partita tra il Nuovo Monselice e il Torre è stata interrotta. Tuttavia, ciò non ha fermato i due soggetti, i quali hanno continuato a offendere il guardalinee anche al termine dell'incontro, anche mentre lasciava lo stadio con la propria auto. La gravità della situazione ha spinto l'arbitro a sospendere definitivamente la partita.

Daspo di cinque anni

Grazie alle testimonianze e al resoconto arbitrale, è emerso che i due individui erano già noti per comportamenti simili in passato. Per loro il Questore di Treviso Marco Odorisio ha emesso un provvedimento esemplare, con un Daspo (divieto di assistere a qualunque manifestazione sportiva sul territorio nazionale) di cinque anni.

Il 65enne e il 79enne sono stati segnalati anche per il reato di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, aggravato dal fatto di aver agito in un contesto sportivo.

Non è il primo caso

Non parliamo purtroppo del primo caso del genere, anzi.  Lo scorso anno, sempre in provincia di Treviso, l'arbitro di colore  Mamady Cissé aveva sospeso a pochi minuti dal termine la gara tra Bessica e Fossalunga, valida per il campionato di Seconda Categoria.

La goccia che aveva fatto traboccare il vaso in questa occasione sono stati gli insulti razzisti piovuti dalla tribuna quando l'arbitro ha fischiato un calcio di rigore per la squadra ospite, che aveva così pareggiato all'87'. Cissè, insultato a lungo dagli spalti, ha deciso così di porre fine alla partita, andandosene negli spogliatoi.

Insulti razzisti... agli italiani

Un caso "al contrario" era invece avvenuto a febbraio 2024 quando durante la partita tra Vertovese e Aurora Seriate (categoria Juniores della provincia di Bergamo), quando un giocatore dell'Aurora aveva segnalato all'arbitro di essere stato oggetto di insulti razzisti.

Una dichiarazione segnalata dal direttore di gara nel suo referto, senza però che la stessa giacchetta nera potesse confermare o smentire l'accaduto. E così sono partite le indagini della Procura Federale, che due mesi dopo hanno ribaltato la situazione.

Il verdetto e la squalifica

Al termine di tutte le verifiche è stato stabilito che "non risulta accettato e provato che a fine gara, come da lui comunicato all'arbitro, il calciatore della società Aurora Seriate, sia stato offeso con frasi discriminatorie".

Secondo quanto ricostruito, invece, sarebbe stato proprio lui a "pronunciare costantemente in campo e in panchina gravi e violente frasi discriminatorie, che non si ritiene opportuno riportare, contro gli italiani".

Da qui la squalifica per 11 giornate.

 

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