Da Prima Lecco

Malata di tumore non rinuncia ad avere un figlio: congela gli ovuli per diventare mamma in futuro

La paziente ha potuto usufruire del modello Hub & Spoke

Malata di tumore non rinuncia ad avere un figlio: congela gli ovuli per diventare mamma in futuro
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Neppure la malattia ha spento il suo desiderio di maternità, che al momento deve essere rimandato. Ma lei ha preso una decisione importante: congelare gli ovuli per diventare mamma in futuro. Una storia che arriva da Lecco, dove una paziente ha deciso di accedere ai trattamenti di preservazione della fertilità prima di sottoporsi alle cure per una patologia oncologica.

Il tutto grazie alla collaborazione tra il Centro di Medicina della Riproduzione Biogenesi, agli Istituti Clinici Zucchi di Monza, e l’ospedale  Manzoni di Lecco, resa possibile dal modello Hub & Spoke, ha infatti permesso a una paziente dell’ospedale lecchese

Cosa è il modello Hub & Spoke

Il modello Hub & Spoke, in medicina, tiene conto della necessità di ricorrere a competenze specialistiche, che non possono essere assicurate capillarmente in tutto il territorio, per la cura di patologie complesse, prevedendo anche la collaborazione tra strutture pubbliche e private. 

Grazie a questo modello, il Centro di Medicina della Riproduzione Biogenesi, presso gli Istituti Clinici Zucchi di Monza del Gruppo San Donato, e l’ospedale Manzoni di Lecco hanno potuto collaborare con successo, consentendo ad una paziente oncologica in età fertile di poter accedere ai trattamenti di preservazione della fertilità.

Congela gli ovuli per diventare mamma in futuro

Come racconta Prima Lecco, la paziente, ricoverata nel reparto di ematologia dell’ospedale lecchese, è stata seguita dalla struttura pubblica a partire dalle fasi iniziali della procedura di preservazione della fertilità fino al monitoraggio ecografico, con il quale si è individuato il momento corretto per procedere con il prelievo degli ovociti. Per questo aspetto, la paziente è stata seguita da Biogenesi a Monza, dove gli ovociti prelevati verranno conservati grazie alla crioconservazione

“Questa collaborazione con Biogenesi ha dimostrato l’importanza di potere ricorrere al modello Hub & Spoke per offrire ai cittadini le migliori cure. Grazie alla collaborazione con Biogenesi abbiamo potuto garantire alla nostra paziente la crioconservazione di ben 30 ovociti, che la paziente potrà impiegare in futuro nell’ambito di procedure di procreazione medicalmente assistita.” spiega il dottor Antonio Pellegrino, Direttore dell'Unità Complessa di Ginecologia e Ostetricia dell'ospedale  Manzoni.

Antonio Pellegrino, Direttore dell'Unità Complessa di Ginecologia e Ostetricia dell'ospedale A. Manzoni - ASST Lecco.

“Le terapie per le patologie oncologiche possono avere effetti negativi sulla fertilità di donne e uomini. È importante spiegare ai pazienti oncologici che esistono tecniche, come la crioconservazione di ovociti e spermatozoi, per favorire la preservazione della fertilità.

Questi trattamenti sono utili anche per tutte quelle donne in età fertile che non si trovano nelle condizioni di programmare una gravidanza nell’immediato. Promuovere il ricorso a questo trattamento è molto importante in un Paese come il nostro, dove il fenomeno della denatalità sta assumendo dimensioni preoccupanti.” spiega il professor Mario Mignini Renzini, professore di Ginecologia e Ostetricia presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca e Responsabile di Biogenesi. “Presso il nostro Centro l’accesso ai trattamenti di procreazione assistita, fatta eccezione per la crioconservazione dei gameti, è garantito a tutti, in quanto avviene in convenzione con il SSN e senza liste di attesa, in considerazione del fatto che il tempo è cruciale per la fertilità femminile e di coppia.” conclude Mignini Renzini.

 

Mario Mignini Renzini, professore di Ginecologia e Ostetricia presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca e Responsabile di Biogenesi.

 

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