Dossieraggio o "ficcanasaggio"? Il bancario che spiava i conti delle sorelle Meloni (e dei vip): "Sono solo maniaco"
Vincenzo Coviello, 52 anni, per mesi controllato i conti bancari della premier oltre che di altri politici. Ma anche di vip. Meloni grida al complotto, indagine in corso per capire se ci sia davvero un mandante
Complotto, anzi dossieraggio, come accusa la premier Giorgia Meloni a favore di Twitter o soltanto una morbosa (e di certo inopportuna) curiosità?
Dacci oggi il nostro dossieraggio quotidiano pic.twitter.com/qmLec7ImYb
— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) October 10, 2024
A stabilire se Vincenzo Coviello, bancario 52enne di Bitonto, provincia di Bari, fosse solo un ficcanaso o se davvero vi siano dei mandanti nelle sue compulsive "spiate" ai conti correnti delle sorelle Meloni, Andrea Giambruno e parlamentari di rilievo, saranno le indagini in corso.
Lui si difende:
"Ho la mania del controllo".
Ma non erano soltanto i politici di rilievo ad essere spiati da Coviello, bensì personalità pubbliche come Al Bano e Francesco Totti. Ci si chiede quindi se vi sia davvero un "mandante politico" o solamente l'iniziativa, deprecabile, del singolo, mossa da pura curiosità.
La leader di FdI, con il suo tweet, suggerisce un possibile secondo "caso Striano", esploso nel marzo 2024, quando il finanziere Pasquale Striano, è finito sotto indagine a Perugia per una presunta attività di dossieraggio contro politici, imprenditori e vip avviata dalle denunce del ministro della Difesa Guido Crosetto.
Chi è il bancario che spiava i conti delle sorelle Meloni?
Un bancario di Bitonto si è ritrovato al centro di una vicenda degna di una "spy story", in cui si intrecciano giustizia e politica. Vincenzo Coviello, 52 anni, ex impiegato di Intesa Sanpaolo, ha per mesi controllato i conti bancari della premier Giorgia Meloni, di sua sorella Arianna, dell'ex compagno Andrea Giambruno, oltre che di altri politici. Scoperto dai colleghi e licenziato, ha spiegato che la sua era solo "curiosità" dettata da una personalità "maniaca del controllo", negando qualsiasi intento di dossieraggio come invece sospetta la presidente del Consiglio.
Coviello, 52 anni, residente a Bitonto, durante il processo disciplinare interno alla banca tenutosi ad agosto 2024, ha dichiarato di aver smesso di eseguire queste operazioni "da ottobre 2023, dopo un avvertimento del direttore". Sembra invece che abbia continuato fino ad aprile successivo. Nonostante abbia ammesso di non aver scaricato o diffuso documenti a terzi, resta da capire se questo basterà a placare le voci di complotti.
Le accuse
L'ex banchiere è indagato per accesso abusivo ai sistemi informatici e tentato reperimento di informazioni sensibili legate alla sicurezza dello Stato. La polizia giudiziaria ha perquisito la sua abitazione, sequestrando dispositivi elettronici come smartphone, tablet e hard disk, che saranno analizzati dagli inquirenti. Il tutto ha preso avvio quando il direttore della sua filiale ha segnalato degli accessi non autorizzati.
In agosto, Coviello è stato sottoposto a un procedimento interno da parte di Intesa Sanpaolo, che ha portato al suo licenziamento. Nel corso della sua difesa ha affermato di essere solo un uomo "curioso", molto preciso sul lavoro ma ossessionato dal bisogno di controllo. Alcuni lo descrivono come introverso ed egocentrico, altri come un tipo che tende al pettegolezzo. La sua curiosità lo avrebbe spinto a controllare i patrimoni non solo dei familiari, ma anche di politici e imprenditori. Non mancano vip come Francesco Totti e Al Bano.
Mandanti o curiosità morbosa?
Attualmente, l'indagine si concentra anche su eventuali mandanti che potrebbero aver sfruttato Coviello per ottenere informazioni. Alcuni sospettano che dietro ci sia un complotto più vasto, magari con diverse figure coinvolte per raccogliere dati su individui chiave. Ignazio La Russa, presidente del Senato, ha suggerito che ci potrebbe essere una regia politica dietro questi fatti.
E' davvero un secondo "caso Striano"?
Non ci sono collegamenti al momento tra l’inchiesta di Bari e quella portata avanti in questi mesi dalla Procura di Perugia relativa alla divulgazione di informazioni riservate e agli accessi abusivi ai sistemi informatici che vede indagati, tra gli altri, il finanziere Pasquale Striano e l’ex sostituto procuratore della Direzione Nazionale Antimafia Antonio Laudati.
Diversi, per le informazioni attualmente rese note, anche i profili di Striano e quello di Coviello, nonché i contesti.
Striano è un investigatore che, all’epoca, era coinvolto in complesse indagini e aveva accesso a diverse banche dati dell'antimafia, tra cui quella relativa alle segnalazioni di operazioni sospette (SOS). Questi documenti vengono emessi dagli istituti bancari per segnalare operazioni finanziarie anomale, riguardanti anche cittadini politicamente esposti.
Diversamente, l'ex dipendente di Intesa oggetto dell’indagine non era un investigatore, ma si introduceva nei conti correnti senza che ci fossero segnalazioni di possibili operazioni di riciclaggio. I suoi reiterati accessi sembravano essere mossi, al contrario, da un interesse verso il personaggio e non la volontà di trovare eventuali magagne...
Ma a stabilire la verità saranno le indagini.
Ora Coviello fa il commercialista
Anche dopo essere stato licenziato, Coviello sembra aver mantenuto una routine quotidiana regolare, uscendo di casa la mattina e rientrando la sera. Alcuni vicini affermano che continui a lavorare come commercialista. È noto anche in altre città, come Bisceglie, dove ha lavorato nel settore del credito alle imprese agricole.
Rimane un interrogativo: come ha fatto un semplice bancario ad avere accesso a dati così sensibili? Una nostra fonte, impiegata proprio in Intesa Sanpaolo, ci ha spiegato quanto sia discriminate il ruolo, all'interno della filiale, per avere accesso, o meno, ad informazioni così approfondite. Non ci risulta che "impiegati semplici" abbiano facoltà di raggiungere quei dati, anche volendo, proprio per come risulta essere impostato il sistema.