Sicurezza e ammortizzatori

Stop alla produzione, sindacati veneti: "Ammortizzatori per chi si ferma, proteggere chi lavora"

Ribadita l'importanza di tutelare economicamente coloro che restano a casa, nonché i lavoratori costretti a proseguire i servizi essenziali.

Stop alla produzione, sindacati veneti: "Ammortizzatori per chi si ferma, proteggere chi lavora"
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In una lettera aperta al Presidente Zaia, pochi giorni fa, il Segretario generale della Cgil veneta, Christian Ferrari, chiedeva la sospensione in Veneto di tutte le attività produttive non indispensabili alle esigenze sanitarie, alimentari, logistiche ed energetiche della comunità. Le richieste di Ferrari erano allineate con gli interventi sollecitati a livello nazionale da Cgil, Cisl e Uil. Ieri, con il nuovo decreto annunciato dal premier Conte, che ha portato allo stop delle attività produttive non necessarie, le associazioni sindacali hanno centrato l'obiettivo, ma non si fermano le richieste.

Sindacati veneti: tutelare chi lavora, ma anche chi è a casa

Esultanza sulla pagina Facebook ufficiale della Cgil veneta dopo l'ufficializzazione del Presidente del Consiglio dello stop alle attività produttive non essenziali.

Oltre a esprimere soddisfazione per il risultato ottenuto Ferrari ribadisce l'importanza di tutelare economicamente coloro che restano a casa, nonché i lavoratori costretti a proseguire i servizi essenziali.

"Dobbiamo ringraziare e sostenere con tutti i mezzi necessari - a comunicare dai dispositivi di protezione individuale - quei lavoratori che non possono stare a casa perché da loro dipendono la salute, i beni primari e la tenuta stessa della nostra società".

Oggi pomeriggio Cgil Cils e Uil veneti incontreranno il governatore Zaia e l'assessore al Welfare Lanzarin per affrontare il delicato tema inerente le case di riposo e di cura. Focus del vertice sarà la sicurezza del personale, anche in seguito ai numerosi contagi fra gli ospiti e il personale sanitario.

Cassa integrazione in deroga per le aziende

E sul sostegno economico a coloro che devono fermare la produzione si è mossa ufficialmente anche Regione Veneto. Fra poco sarà possibile, per tutte le aziende colpite dall'emergenza coronavirus, inoltrare le domande per ottenere la cassa integrazione in deroga. QUI tutti gli aggiornamenti.

Minaccia di sciopero dalla Lombardia

Agitazione ai vertici dei sindacati lombardi che contestano le decisioni prese ieri sera, domenica 22 marzo, dal Governo che, a differenza di quanto annunciato il giorno prima dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte  alle parti sociali e al Paese, ha preso una direzione che lascia aperte ancora molte attività che le organizzazioni sindacali considerano non essenziali.

Il provvedimento assunto (in ragione delle forti pressioni esercitate dalle associazioni d’impresa, a partire da Confindustria, che anziché privilegiare la vita e la salute delle persone, hanno scelto ancora una volta il profitto e l’economia) inserisce tra le attività d’impresa da considerarsi essenziali una serie di attività di vario genere che di essenziale, strategico e necessario in questa emergenza non hanno nulla, con l’effetto di ridurre ai minimi termini il numero delle lavoratrici e dei lavoratori di aziende non essenziali che lunedì mattina (oggi ndr) potrebbero rimanere a casa”, rimarcano i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil della Lombardia, rispettivamente Elena LattuadaUgo Duci Danilo Margaritella.

Ai confederali si sono uniti anche i sindacati dei metalmeccanici che stamattina, lunedì 23 marzo 2020, hanno emesso una nota in cui si chiarisce:

"Nelle aziende appartenenti ai settori che non rispondono alle caratteristiche di attività essenziali e, in ogni caso, in tutti quei luoghi di lavoro dove non ricorrano le condizioni di sicurezza definite nel Protocollo condiviso del 14 marzo 2020, a partire dal 23 marzo 2020, si agirà con lo sciopero già dichiarato dalla categoria a livello nazionale il 20 marzo scorso. Nelle prossime ore comunicheremo le modalità dello sciopero."

 

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