Firenze aveva imposto il casco a tutti in monopattino, ma il Consiglio di Stato ha detto no
Sul tavolo del Senato però è in discussione il nuovo codice della strada che presto invece potrebbe imporre l’uso del casco a chiunque
"La sicurezza stradale non è di competenza del Comune, ma esclusiva prerogativa dello Stato".
E così il Consiglio di Stato annulla in via definitiva il provvedimento del Comune di Firenze che aveva esteso l’obbligo nell’agosto 2021 ai maggiorenni.
Niente casco per tutti in monopattino a Firenze
Insomma, Firenze era andata in fuga rispetto a tutti gli altri: se è vero che sempre più monopattini sfrecciano nei centri urbani e che proporzionalmente aumentano gli incidenti, anche gravi, la Giunta fiorentina aveva trovato intelligente obbligare tutti a mettere il casco e amen.
L’allora sindaco di Firenze, Dario Nardella, oggi europarlamentare, aveva provato ad anticiparla già nel dicembre del 2020, ricevendo però due bocciature da parte del Tar, il tribunale amministrativo regionale, dopo i ricorsi di altrettante aziende di sharing.
Così nell’aprile del 2022 ha annunciato il ricorso al Consiglio di Stato. Fino alla sentenza, che boccia in via definitiva la delibera di Palazzo Vecchio.
"Non c’è una normativa - si legge nella sentenza - che assegni "in alcun modo ai Comuni il potere di imporre l'adozione di caschi protettivi in sede di utilizzo di monopattini (o qualsiasi mezzo a due ruote) sul territorio comunale".
Ma riavvolgiamo il nastro.
Secondo i giudici, infatti, la competenza era del dirigente della Direzione mobilità dell'Amministrazione toscana. E ad agosto 2021, il dirigente emise un nuovo provvedimento sancendo di nuovo l'obbligo e fissandone l'entrata in vigore il primo dicembre 2021.
La deliberazione fu impugnata, e il Tar decise per il suo annullamento; contro questo pronunciamento il Comune di Firenze ha proposto un appello, ora ritenuto infondato dal Consiglio di Stato.
"Il Comune di Firenze ha posto a fondamento giustificativo del provvedimento impugnato… le previsioni" previste dal Codice della strada; ma "nessuna delle citate previsioni normative autorizza l'adozione di un provvedimento di tal fatta".
Inoltre, "la sicurezza (anche quella stradale) è devoluta alla potestà legislativa esclusiva dello Stato, che la esercita con norme valevoli su tutto il territorio nazionale, e che per tale ragione non può essere delegata alle Regioni e agli altri enti territoriali". Il rischio è quello di avere «una frammentazione, su base locale, di un tessuto di regole che deve invece rimanere unitario".
Il codice della strada, finora, infatti, prevede l’uso del casco solo per i minorenni che si muovono con il monopattino.
Proprio in questi giorni è arrivato sul tavolo del Senato il nuovo codice della strada che invece potrebbe imporre l’uso del casco a chiunque scelga di utilizzare il monopattino, ma al momento l’iter della nuova legge, che dovrebbe entrare in vigore entro l’anno, non si è ancora concluso.
La Camera dei deputati aveva approvato il testo nella scorsa primavera ma ora tocca al Senato ratificare o meno quella decisione o apportare modifiche.
Andando più nello specifico della sentenza è chiara la discordanza:
"E' evidente il difetto di potere da parte dell'organo emanante - si legge - dovendo l'alto e nobile intento di evitare incidenti stradali coordinarsi con la normativa statale (e segnatamente: il Codice della strada) in tema di circolazione stradale; normativa che non assegna in alcun modo ai Comuni il potere di imporre l'adozione di caschi protettivi in sede di utilizzo di monopattini (o qualsiasi mezzo a due ruote) sul territorio comunale.
La qual cosa è tanto più vera se si considera che quella della 'sicurezza' (tra i quali rientra anche quella stradale) è una materia devoluta alla potestà legislativa esclusiva dello Stato, che la esercita pertanto con l'adozione di norme valevoli su tutto il territorio nazionale, e che per tale ragione non può essere delegata alle Regioni e agli altri enti territoriali, pena la frammentazione, su base locale, di un tessuto di regole che deve invece rimanere unitario".