Da Prima Firenze

Alessandro e Marco, colti da arresto cardiaco e salvati dalle mogli

Due storie simili che ci mostrano quanto sia importante conoscere le manovre di rianimazione

Alessandro e Marco, colti da arresto cardiaco e salvati dalle mogli
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In caso di arresto cardiaco ogni secondo è prezioso. Per questo  conoscere le manovre cardiorespiratorie e attivare immediatamente la rete sanitaria significa salvare una vita. Lo dimostrano le storie di Alessandro e Marco, due uomini che hanno in comune la regione di residenza, la Toscana, e la fortuna di avere due mogli pronte, reattive e che hanno fatto dei corsi in cui hanno imparato le manovre rianimatorie.

Entrambi, a distanza di pochi giorni, sono stati infatti salvati dalle mogli che, riconosciuto l’arresto, hanno praticato le manovre rianimatorie e chiamato immediatamente i soccorsi, mettendo in moto il 112 (numero di emergenza unico) e la rete territoriale per l’infarto di cui l’Ospedale del Cuore di Monasterio di Massa è centro HUB  per tutta l’area apuo-versiliese.

Alessandro e Marco, salvati dalle mogli

A raccontare le loro storie è Prima FirenzeAlessandro e Marco non si conoscono, eppure le loro vite sono legate da un fil rouge che passa proprio dall’Ospedale del Cuore. È lì che i pazienti con un arresto cardiaco vengono trasferiti in emergenza, senza  transitare dal pronto soccorso,  con la possibilità di essere operati nell’immediato. Una rete che anche nel caso di Marco e Alessandro ha funzionato nel migliore dei modi con il collegamento diretto tra i medici della centrale operativa e l’Ospedale di Monasterio.
Una rete efficiente a cui le mogli di Marco e Alessandro hanno dato una grande mano riconoscendo l’arresto cardiaco e chiamando immediatamente i soccorsi.

Le testimonianze

Sono le 6 del mattino quando Amalia Lacatus avverte nel sonno il respiro affaticato del marito Alessandro Martinelli e si accorge che lui è incosciente. Amalia è al settimo mese di  gravidanza, ma resta lucida: volontaria con i malati di Alzheimer, ha fatto il corso BLS per le manovre cardiorianimatore.

"Prima di tutto, come avevo imparato, ho chiamato i soccorsi, i medici dall’altra parte della cornetta sono stati speciali, mi hanno guidata, sostenuta".

Amalia raccoglie le forze,  porta il marito sul pavimento e comincia il massaggio, fino all’arrivo dei soccorsi:

"Sono stati  rapidissimi, hanno continuato a massaggiare, quindi a defibrillare mio marito. Poi siamo arrivati all’Ospedale del Cuore, sapevamo di essere nel luogo più sicuro. Sono stati tutti  straordinari. Abbiamo trovato una competenza e una umanità enormi e un  rispetto, quasi sacro, per il paziente e la sua famiglia. Ringrazio tutto il personale di Monasterio e della centrale operativa dell’Asl Toscana Nord ovest".

Amalia Lacatus e Alessandro Martinelli

In ospedale, Alessandro conosce Marco, l'altro protagonista di questa doppia storia. Anche la moglie Eleonora, svegliata da un respiro insolito nel sonno, capisce che il compagno sta male.

"Qualche anno fa –racconta – nell’ambito di un corso di salvamento in mare, ho imparato le manovre cardiorespiratorie. Appena ho capito che Marco stava male, ho chiamato  il 112, quindi praticato il massaggio fino all’arrivo dei soccorsi. Poi siamo arrivati all’Ospedale del Cuore dove tutto il personale è stato meraviglioso. Marco è stato operato e adesso sta bene. Ringrazio tutti i medici, gli infermieri, il personale della terapia intensiva, sono stati degli angeli per Marco e per me".

Le parole dei medici

"In caso di arresto cardiaco, se non si interviene con le manovre respiratorie le probabilità di sopravvivenza si riducono ogni minuto - ha spiegato Umberto Paradossi, Direttore di Cardiologia dell’Ospedale del Cuore di Monasterio -. Dopo 5 minuti sono solo del 50%. Ogni anno in Italia circa 60.000 persone sono colpite da arresto cardiaco e nell’80% dei casi l’arresto avviene fuori dalle strutture sanitarie, spesso a casa. Per questo è fondamentale che la popolazione impari a riconoscere un arresto cardiaco, ad allertare immediatamente i soccorsi e ad eseguire le prime manovre di rianimazione".

"Dal 2007 l’Ospedale del Cuore è HUB per l’infarto dell’intera area apuo-versiliese - ha aggiunto infine il Direttore Generale Marco Torre -. In questi 17 anni, sono stati trattati oltre 6000 pazienti con infarto e la mortalità ospedaliera è andata progressivamente diminuendo, confermandosi al di sotto della media nazionale. Questo non solo per la competenza dei nostri professionisti, ma anche perché la rete Ospedale – territorio, grazie alla collaborazione tra Monasterio e Asl Toscana Nord Ovest ha funzionato, consentendo un intervento rapido e mirato sul paziente fin dalla telefonata al numero dell’emergenza. Quando la sanità toscana fa rete porta sempre risultati importanti".

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