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Aggressioni a medici e infermieri, un bollettino di guerra: sei episodi nelle ultime 72 ore

Il Nursing Up chiede la presenza di un presidio fisso di Polizia negli ospedali

Aggressioni a medici e infermieri, un bollettino di guerra: sei episodi nelle ultime 72 ore
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Un vero e proprio bollettino di guerra. Ancora in primo piano le aggressioni a medici e infermieri, cresciute a dismisura negli ultimi tempo. Per dare una dimensione del fenomeno, basta pensare che nelle ultime 72 ore sono ben sei gli episodi, da Nord a Sud.

Aggressioni a medici e infermieri: sei episodi in 72 ore

A ricapitolare le ultime vicende è il Nursing Up, sindacato nazionale degli infermieri, che chiede una svolta dal punto di vista della sicurezza.

  • 21 settembre 2024, pronto soccorso ospedale di Prato: 15enne picchia gli infermieri e devasta i locali.
  • 21 settembre 2024, pronto soccorso ospedale di Varese: alle prime luci dell’alba, cittadino extracomunitario aggredisce brutalmente due infermieri, appena uscito dall’ambulanza.
  • 22 settembre 2024 pronto soccorso ospedale di Imola: 24enne non accetta la diagnosi di trattamento sanitario obbligatorio per la compagna, riempie di calci e pugni due infermieri e un medico e poi, non contento, si barrica in una stanza e inizia a brandire l’asta di una flebo, minacciando sia il personale che i pazienti.
  • 23 settembre 2024, pronto soccorso del Santissima Trinità di Cagliari: 52enne minaccia di morte il medico di turno.
  • 23 settembre pronto soccorso Vecchio Pellegrini di Napoli: il padre di un giovane paziente, affetto da aritmia, è in disaccordo con la diagnosi dei medici, pretende le dimissioni immediate del figlio. Da qui è un susseguirsi di urla, minacce, spintoni e schiaffi al personale sanitario.
  • 23 settembre 2024, pronto soccorso di Treviso. Paziente da in escandescenza perché pretende una tac quando i medici non ritengono sia necessaria. Minacce e spintoni.

Il Pronto soccorso teatro delle aggressioni

Ciò che accomuna le recenti aggressioni è il fatto che tutte siano avvenuta in Pronto soccorso, quasi a dimostrare che i reparti di emergenza urgenza rappresentano “un pericoloso micromondo” dove è evidentemente più facile vedere esplodere la rabbia di pazienti e parenti, che si sfogano inevitabilmente con il personale medico.

La necessità di un presidio di Polizia

Ma il sindacato punta l'accento anche sull'assenza di forze dell'ordine in luoghi diventati di recente particolarmente sensibili.

"La seconda osservazione doverosa è che in nessuno dei citati episodi era presente almeno un agente al momento dell’avvenuta violenza".

"Gli arresti sono scattati tutti a fatti drammaticamente avvenuti, dopo che il personale, aggredito o minacciato, ha allertato i commissariati più vicini. Non sempre l’intervento delle forze dell’ordine, in arrivo dall’esterno, si rivela però tempestivo, e non dipende nemmeno dalla responsabilità degli agenti stessi".

I fatti, molto spesso, all’insegna di veri e propri raptus di follia, sono talmente rapidi nella loro dinamica che solo un poliziotto presente sul posto potrebbe arginarne almeno in parte la brutalità. E non è detto che ciò sia possibile se, come accaduto di recente a Foggia e Pescara, “va in scena” il raid punitivo ad opera di 40 o addirittura 50 soggetti in preda alla rabbia più incontrollabile. In questi casi nemmeno un solo uomo, che per altro in questi episodi non era presente, avrebbe potuto fermare sul nascere le aggressioni".

"E’ evidente che non può essere soltanto “la pena rapida ed esemplare”, a fatti drammaticamente avvenuti, la soluzione a lungo termine. Qui occorre, come il pane, un nuovo ingente dispiegamento di agenti. Occorrono uomini delle forze dell’ordine dislocati in tutti i pronto soccorsi italiani, 24 ore su 24. In molti casi, in realtà sanitarie con bacini di utenza molto grandi, un solo uomo, appare evidente da quanto sta accadendo, potrebbe addirittura non bastare".

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