Suicidio assistito: braccio di ferro in Lombardia sul fine vita, scontro in Regione sulle competenze
Un parere dell'ufficio legislativo del Pirellone sui limiti della competenza regionale ha fatto ulteriormente irrigidire la maggioranza di centrodestra
Come abbiamo raccontato, sarà la Toscana la prima Regione in Italia ad avviare l'iter per approvare la proposta di legge sul "Fine vita". Mancando una legge nazionale sul tema, sebbene il suicidio assistito sia consentito da una sentenza della Corte costituzionale, mancano procedure (e soprattutto i tempi certi), che rientrano nell’ambito dell’organizzazione del sistema sanitario.
Braccio di ferro in Lombardia sul fine vita
E fatte salve Toscana e in parte Emilia Romagna, quasi tutte le altre sono al palo, quando addirittura non sono arrivate vere e proprie bocciature ideologiche (in Veneto, Piemonte e Friuli) della proposta di legge che l'Associazione Coscioni ha presentato in tutte le regioni. Uniche altre due regioni in cui la proposta ha chance di essere approvata nel futuro sono la Liguria, dove sembra esserci una cospicua maggioranza trasversale, e la Sardegna.
La Lombardia in questo quadro spicca per due motivi. Il primo è l'ultimo eclatante caso di una 51enne di Mantova costretta a recarsi in Svizzera perché l'Asl locale non ha risposto alla sua richiesta. Il secondo motivo punta verso Palazzo Lombardia, dove in realtà una vera e propria discussione sul tema ancora non c’è stata e il rischio è che non ci sia mai.
Suicidio assistito: scontro sulle competenze
Restano, infatti, solo due mesi per l’esame in commissione del progetto di legge popolare sul suicidio assistito presentato dall’Associazione Coscioni e a complicarlo non ci sono solo le questioni etiche: un parere dell'ufficio legislativo del Pirellone sui limiti della competenza regionale ha fatto ulteriormente irrigidire la maggioranza di centrodestra: il testo si sovrapporrebbe a competenze specifiche dello Stato.
Le opposizioni al contrario accusano il centrodestra di invocare l'autonomia a seconda delle convenienze e interpretano il parere legale in un altro modo: la Regione deve colmare l'assenza di una legge nazionale attraverso la competenza che le affida la Costituzione, ovvero la sanità.
Lunedì inizieranno le audizioni nelle commissioni, ma sarà il braccio di ferro sulle competenze a decidere se la proposta sul fine vita presentata all'inizio dell'anno con il sostegno di 8000 firme arriverà o meno al voto del Consiglio regionale.