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Forza Italia in visita al carcere Beccaria: ci sono anche Letizia Moratti e Marta Fascina

La visita della delegazione azzurra nell'ambito dell'iniziativa di Forza Italia "Estate in carcere"

Forza Italia in visita al carcere Beccaria: ci sono anche Letizia Moratti e Marta Fascina
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Vicinanza ai giovani detenuti, al personale e agli operatori. Per capire quali possano essere le azioni concrete da poter intraprendere anche nel breve periodo per migliorare la condizione negli istituti penitenziari per gli ospiti e per chi ci lavora.

Il carcere minorile Beccaria ai raggi X.

Ieri pomeriggio, giovedì 5 settembre, una delegazione di Forza Italia composta dall’europarlamentare di Forza Italia-PPE e presidente della Consulta nazionale di Forza Italia Letizia Moratti e dai deputati Marta Fascina, Gloria Saccani Jotti e Alessandro Sorte ha visitato l’istituto penitenziario minorile di Milano.

Il carcere Beccaria da modello a struttura critica, la visita

Sotto la lente, il percorso educativo e formativo di riabilitazione, le condizioni di lavoro della polizia penitenziaria, l’adeguato livello di cure sanitarie.

Del resto, l’istituto penitenziario minorile Cesare Beccaria rappresenta a oggi, una delle strutture più critiche anche alla luce delle rivolte e fughe dei detenuti avvenute tra fine agosto e l’inizio di settembre e dei recenti avvenimenti che vedono i ragazzi minori protagonisti di reati molto efferati.

Una realtà che, come spiegato dai rappresentanti di Forza Italia "merita una particolare attenzione da parte delle Istituzioni e della Politica".

La visita rientrava infatti nell’ambito dell’iniziativa ”Estate in carcere”, promossa in tutta Italia dal segretario nazionale di Forza Italia Antonio Tajani.

Criticità e aspettative, il confronto con direttore e operatori

La visita è stata guidata dal direttore del penitenziario Claudio Ferrari insieme con Francesca Perrini, dirigente responsabile del Centro giustizia minorile Lombardia e al cappellano don Claudio Burgio.

Prima della visita alla struttura, Moratti, Fascina, Saccani Jotti e Sorte hanno avuto un breve confronto con il direttore e i suoi collaboratori.

Sono state affrontate le criticità più attuali e si è dibattuto sulle possibili azioni e soluzioni.

E la delegazione di FI ha osservato:

“L’istituto Beccaria è sempre stato un modello e deve tornare ad esserlo anche se è chiaro che con gli anni sono cambiate situazioni e dinamiche. I reati dei giovanissimi sono molto aumentati negli ultimi anni, ma questo va interpretato anche come un forte segnale di disagio sociale e psichico. L’abbassamento dell’età di esordio delle patologie psichiatriche e dell’uso di sostanze ha posto gli Istituti di pena per i minori di fronte a nuove sfide e difficoltà”.

Una nuova vita dopo il carcere, le proposte

Ecco allora come dal confronto con i direttore, i suoi collaboratori e gli operatori della struttura, la rappresentanza azzurra ha messo sul tavolo quelle che potrebbero essere delle linee guida:

“Riguardo la detenzione in queste strutture è necessario ribadire il valore e la priorità della rieducazione soprattutto attraverso una visione ‘umana’ del carcere e attività di formazione professionale e proposte culturali. Come ad esempio l’arte, il teatro, la lettura, ma anche il volontariato e lo sport. Nel cambiamento che tocca gli ospiti di questi istituti è fondamentale anche pensare all’alfabetizzazione e alla presenza di educatori formati e mediatori culturali che possano essere un punto di riferimento, una possibilità di ascolto, sfogo, confidenze per questi ragazzi. Nessuno va lasciato indietro, tutti meritano una seconda chance”.

Le novità in cantiere

Tra l'altro pochi giorni fa in attuazione all’intesa Giustizia/Sanità (avviata proprio da Letizia Moratti quando era assessore al Welfare), Regione Lombardia ha lanciato un bando per una manifestazione di interesse per 36 posti in Comunità terapeutiche per minori autori di reato.

E infatti Moratti ha commentato:

"Questo grande risultato indica una strada anche per altre Regioni ed è fondata sul lavoro congiunto condotto con operatori della giustizia e operatori della salute. Oltre ai programmi tradizionali le Comunità prevederanno interventi di criminologi e di educazione alla legalità per far comprendere ai ragazzi che ‘stare alle regole’ conviene a tutti ed è la base per una società più civile e giusta”.

I problemi della struttura, cosa c'è da fare

Gli esponenti di Forza Italia hanno poi evidenziato l’importanza di interventi strutturali, soprattutto riguardo la condizione delle celle, spesso insostenibile.

Ecco allora che è stata evidenziata la necessità di implementare il personale di Polizia penitenziaria, anche attraverso l’adeguamento delle retribuzioni, oltre all’inserimento di un numero adeguato di educatori e mediatori culturali.

La delegazione azzurra ha spiegato:

"Abbiamo l’obbligo morale di attivarci per proporre dei modelli differenti, che alleggeriscano gli istituti penitenziari attraverso interventi preventivi e di reinserimento, di parlare con i giovani, di pensare quale società sarà pronta a ri-accogliere questi ragazzi e che opportunità potranno trovare. Sono percorsi difficili, di certo non immediati, ma restiamo convinta che per tutti c’è una possibilità di riscatto, di una seconda vita”.

La collaborazione sinergica per una svolta

Letizia Moratti ha infine sottolineato l'importanza della collaborazione sinergica tra lo Stato, le Regioni e i ministeri interessati da queste criticità:

“Durante il mio mandato come assessore al Welfare ho portato avanti in Conferenza Stato Regioni l’approvazione di un’intesa tra il Ministero della Giustizia e il Ministero della Salute per implementare una nuova unità d’offerta: comunità terapeutiche per minori autori di reato per i quali la legislazione o la Magistratura ritengono necessario un periodo di cura per problemi psichici o di dipendenza. E’ stato un atto fondamentale perché la stretta collaborazione tra i due mondi è indispensabile per affrontare problemi di elevata complessità quali coniugare le necessità di espiare la pena, ma al tempo stesso curarsi e disintossicarsi, sempre relazionandomi con la Magistratura Minorile, la Presidente del Tribunale per i Minorenni, gli operatori della giustizia e della sanità”.

 

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