E' morto il tredicenne colto da malore e annegato in piscina a Cremona
Il ragazzino era finito sott'acqua al centro Stradivari di Cremona: è deceduto dopo una settimana in ospedale
Per giorni si è sperato in un miracolo, ma le sue condizioni già gravissime hanno avuto l'esito peggiore. Non ce l'ha fatta il 13enne di origine russa, ma residente a Verdellino (Bergamo) dopo essere stato adottato da una famiglia italiana insieme al fratello e alla sorella, che martedì 20 agosto 2024 era stato colto da un malore ed era finito sott'acqua mentre si trovava nella piscina del centro sportivo Stradivari di Cremona.
Il malore in piscina
Come racconta Prima Treviglio, il ragazzino si trovava a Cremona con la Comunità Fiever 2 quando, poco dopo le 11, ha accusato un malore. Era seduto a bordo piscina e in un attimo è finito in acqua.
Soccorso immediatamente dal bagnino che si trovava a poca distanza, il 13enne è stato sottoposto alle manovre di rianimazione in attesa dell'arrivo del 118 che lo aveva poi trasferito d'urgenza al Papa Giovanni XXIII di Bergamo.
Lì è rimasto in prognosi riservata fino a martedì 27 agosto 2024, quando nel tardo pomeriggio il suo cuore ha purtroppo smesso di battere.
Parchi acquatici: un'estate drammatica
Quello di Cremona è l'ennesimo incidente in una piscina di un'estate davvero drammatica, specialmente in Lombardia. L'ultimo episodio era avvenuto a Cermenate (Como) domenica 28 luglio 2024, dove un bambino di quattro anni era finito sott’acqua: i bagnini si erano immediatamente tuffati per riportarlo in superficie e hanno poi iniziato le manovre per rianimarlo.
Le sue condizioni sono state fin da subito gravissime, tanto da essere trasportato d’urgenza all’ospedale di Bergamo dove era stato ricoverato in Terapia intensiva. Nonostante gli sforzi dei medici e le preghiere di due comunità, quella di Cermenate, teatro della tragedia, e quella di Lomazzo, dove abitava, il bimbo è deceduto nella serata di mercoledì 31 luglio 2024.
La piccola, che abitava con la famiglia in un paese della zona, era in piscina con la madre con la quale stava passando un pomeriggio all'insegna del divertimento. La bimba era in acqua bassa, quando a un certo punto è finita sotto: alcuni utenti della piscina hanno richiamato l'attenzione dei bagnini che si sono subito tuffati per recuperarla e hanno lanciato poi l'allarme, iniziando le manovre di rianimazione, che sono durate per oltre un'ora, senza però successo. La piccola è morta.
Bambini annegati col centro estivo: un'estate drammatica
In questa occasione, però, a differenza dei tre precedenti, non c'entra un campo estivo. L'ultima ragazzina a perdere la vita in piscina era stata Elisa Amadasi, 13 anni, di Poviglio (Reggio Emilia), vittima di un malore mentre si trovava in piscina a Guastalla con l'oratorio mercoledì 10 luglio 2024.
Quel giorno Elisa aveva deciso di tuffarsi in piscina, ma non era riemersa subito. Il bagnino, dopo aver assistito alla scena, si era immediatamente tuffato per salvarla, portandola a riva e praticandole i primi soccorsi. Successivamente i medici avevano stabilizzato la tredicenne per poi trasportarla in elicottero al Maggiore di Parma dove purtroppo è morta dopo otto giorni.
La morte della 13enne emiliana era avvenuta praticamente in contemporanea alla disgrazia della piccola Anisa Murati, deceduta giovedì 18 luglio 2024 mentre stava trascorrendo una giornata al bioparco di Caraglio, in provincia di Cuneo, con il centro estivo della parrocchia.
Anisa a un certo punto è scomparsa, ed è annegata nel laghetto artificiale.
La stessa tragica sorte toccata lo scorso 17 giugno 2024 anche a Fatou Sarr, la ragazzina di 11 anni di Caravaggio (Bergamo) finita sott'acqua in piscina con l'oratorio a Inzago (Milano).
Bambina salvata da finanziera in vacanza
Un episodio a lieto fine si era invece verificato domenica 21 luglio 2024 al Center Park di Antegnate, nella Bergamasca. A un certo punto la piccola Isabel, 3 anni, che si trovava lì con la famiglia, è finita sott'acqua. A notarla un'anziana signora e un'altra bagnante, che avevano dato l'allarme.
Attirata dalle grida, il maggiore medico Giuliana Corrado, che era in piscina con la famiglia per una giornata di relax, si era tuffata nella piscina e fatta dare la bambina, poi portata a bordo vasca. Lì aveva eseguito per circa tre minuti le manovre di rianimazione e massaggio cardiaco, prima che si riprendesse senza particolari conseguenze.
In quei momenti concitati, una folla silenziosa si era accalcata attorno alle operazioni di soccorso, seguendo con il fiato sospeso l'evolversi della situazione e sciogliendosi in un lungo applauso quando la piccola Isabel si era ripresa.
Non c'erano però i genitori di Isabel, che nel frattempo non vedendo più la bambina avevano lanciato l'allarme, e infatti proprio in quei momenti era stato diramato un messaggio dall'altoparlante del parco acquatico che parlava di una famiglia che cercava una piccola con un costumino rosa.
Isabel era stata poi trasportata all'ospedale Papa Giovanni XXII di Bergamo per ulteriori accertamenti, ma è stata dimessa la sera stessa, dopo che gli esami non avevano evidenziato criticità.
Eroico canoista salva bimbo di 10 anni
Un altro episodio (finito per fortuna bene) è recentissimo. Non siamo in un parco acquatico o in una piscina, ma nell'Adda, luogo che ogni anno è teatro di annegamenti o salvataggi miracolosi. Per fortuna in questo caso stiamo parlando di questi. Protagonista, come racconta Prima La Martesana, è Silvano Tresoldi, presidente del Canoa e kayak club di Cassano d'Adda che, quando ha visto un bimbo in difficoltà in acqua, si è subito tuffato per soccorrerlo.
E' successo a Ferragosto all'Isola Borromeo, dove ha sede l'associazione presieduta dal cassanese. L'uomo stava passando in bicicletta quando si è accorto della pericolosa situazione:
"C'erano tre bambini in acqua. Due di loro hanno cercato di aiutare l'amico, ma vedendo che non riuscivano sono tornati a riva. Il piccolo, un cinese di 10 anni, era stato trascinato via dalla corrente e gridava aiuto"
Tresoldi non ci ha pensato un attimo: ha indossato il giubbotto di salvataggio e si è tuffato in acqua:
"Dovevo avere le mani libere per nuotare e raggiungere il ragazzino. Sapevo che quei giubbotti hanno una spinta di galleggiamento che avrebbe tenuto a galla entrambi".
Il cassanese lo ha raggiunto sotto il ponte della Statale. Nel frattempo un socio in canoa che si era accorto di cosa stava succedendo ha remato verso di loro.
"Ho tranquillizzato il bimbo e l'ho fatto attaccare alla maniglia della canoa, così il socio lo ha riportato a riva. Era una situazione pericolosa e ho tentato il tutto per tutto per salvarlo. Per fortuna è finita bene".