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Intrappolato fino al petto nel lago. Cosa fare (e cosa non fare) se rimanete bloccati nelle sabbie mobili

Un ragazzo è rimasto bloccato nelle sabbie mobili del lago di Monterosi a Viterbo. E' stato salvato da alcuni turisti presenti in zona

Intrappolato fino al petto nel lago. Cosa fare (e cosa non fare) se rimanete bloccati nelle sabbie mobili
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Sembra una storia da film di Indiana Jones, e invece è successo davvero. E anche se può apparire strano, può capitare più facilmente di quanto si pensi. Un giovane ha rischiato di essere inghiottito dalle sabbie mobili nel lago di Monterosi, in provincia di Viterbo, ed è stato salvato da alcuni turisti. (foto copertina repertorio)

Lago di Monterosi, inghiottito dalle sabbie mobili

Secondo quanto ricostruito, il ragazzo si trovava nella zona del lago per una passeggiata. All'improvviso, senza accorgersene, ha messo i piedi su uno strato di sabbia argillosa nascosto da fango essiccato e ha iniziato a sprofondare.

A un certo punto si è trovato bloccato fino al petto e impossibilitato a muoversi. Per sua fortuna, in quel momento c'erano alcuni turisti nella zona, che sono intervenuti tempestivamente, riuscendo ad aiutarlo a liberarsi prima che la situazione peggiorasse.

Il Comune ha successivamente chiuso l'accesso alla zona del lago, per garantire la sicurezza dei visitatori.

Il sindaco di Monterosi Sandro Giglietti ha spiegato alla stampa locale la situazione.

“Purtroppo al lago di Monterosi sono morte molte persone nel corso dei secoli, si sa che è un luogo pericoloso. Inoltre ci sono cartelli ben chiari che indicano che si tratta di zona Sic (sito di interesse comunitario, ndr) e che non ci si può avvicinare in nessun modo. Per fortuna non è successo niente di serio, ma quella persona non doveva trovarsi lì”.

Gabriele Zolezzi, inghiottito dalle sabbie mobili nel giorno del compleanno

Recentemente un altro caso simile non si era purtroppo concluso con il lieto fine. Sabato 20 luglio 2024 Gabriele Zolezzi stava festeggiando il suo trentottesimo compleanno insieme ad un gruppo di amici nel lago di Giacopiane, un bacino artificiale nel Comune di Borzonasca, entroterra del Levante di Genova, quando è stato inghiottito dalle sabbie mobili del bacino artificiale, dove vigeva il divieto di balneazione.

Gabriele faceva il muratore e viveva nella frazione di Amborzasco; secondo le testimonianze degli amici, conosceva bene l'invaso di Giacopiane, dove nel luogo della tragedia la segnaletica indica espressamente il "divieto di balneazione", ma soprattutto il "pericolo di sabbie mobili".

Gabriele Zolezzi

A tradirlo potrebbe essere stata proprio la sua familiarità con il luogo, oltre al suo fisico allenato. Secondo le prime ricostruzioni, al momento di uscire dall'acqua il 38enne si è avvicinato alla zona proibita e in pochi secondi è scomparso inghiottito dalla melma. Gli amici, a riva, hanno subito dato l'allarme. Ma quando il corpo è stato recuperato per lui non c'era più nulla da fare.

Cosa fare (e cosa non fare) se rimanete bloccati nelle sabbie mobili

Le sabbie mobili sono strati di sabbia impregnati di acqua: ricordarsi che si formano dove c’è acqua che risale dal basso verso l’alto, cioè nelle zone paludose, in prossimità dei fiumi, sulle sponde di laghi o del mare.

Non sempre è possibile riconoscere il pericolo a vista d'occhio e, quando ci si appoggia, rischia di essere troppo tardi.

Se ci si trova nelle sabbie mobili, per quanto difficile, non agitarsi, non dimenarsi. E' impensabile tirare fuori una persona a forza dalle sabbie mobili, facendola aggrappare a un ramo o una corda: per estrarre un solo piede ci vorrebbe la forza che serve per sollevare un’auto e, per la resistenza, il corpo si spezzerebbe.

Il consiglio per chi si trovasse imprigionato è di liberarsi da tutto ciò che, per il peso, può trascinare a fondo più rapidamente. Poi cercare di muovere leggermente le gambe, per fare sì che l’acqua torni a infiltrarsi tra i granelli di sabbia liberando spazio intorno ai piedi.

A questo punto provare a lasciarsi andare all’indietro, stendersi sul dorso per distribuire meglio il peso e aspettare di essere portati in superficie per galleggiamento. Se ci si riesce, infine, tentare di nuotare lentamente, dirigendosi verso la terraferma.

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