Da Prima Venezia

Licenziato dopo 30 anni per un errore, impiegato modello decide di farla finita

Avrebbe agevolato alcuni clienti riguardo a spese di trasporto, un ammanco di soli 280 euro per la società

Licenziato dopo 30 anni per un errore, impiegato modello decide di farla finita
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Una nuova tragedia sul lavoro arriva da Venezia, anche se in questo caso è più corretto parlare di una tragedia "fuori dal lavoro". E' la storia di Paolo, un 55enne di Pontelongo, nel Padovano, che per quasi 30 anni ha lavorato come responsabile vendite alla Metro di Mestre. Si è tolto la vita domenica, 11 agosto 2024, gli era arrivata la lettera di licenziamento una decina di giorni prima, il 31 luglio.

Licenziato dopo quasi 30 anni per un errore, 55enne si toglie la vita

Come racconta Prima Venezia, la tragica notizia è arrivata domenica scorsa: il 55enne, che lavorava per la catena d'ingrosso nel punto vendita di Metro Mestre di Marghera, si è tolto la vita pochi giorni dopo l'arrivo della lettera di licenziamento, per presunte irregolarità nelle procedure interne: avrebbe agevolato alcuni clienti riguardo a spese di trasporto, non rispettando la procedura aziendale, vale a dire un ammanco di soli 280 euro per la società, che tuttavia ha avviato una contestazione disciplinare, senza accettare le giustificazioni del dipendente.

Secondo i colleghi è stato sufficiente a far crollare il mondo addosso al dipendente, un lavoratore modello con un curriculum irreprensibile, mai una nota, e che aveva lavorato anche in diverse sedi Metro del Nord-Est prima di arrivare a Mestre

Dopo il licenziamento, l'ex dipendente si era rivolto alla CGIL. Un appuntamento con l'ufficio legale era stato fissato per il 3 settembre, ma purtroppo non c'è stato il tempo di procedere.

Le rsu aziendali hanno espresso senza mezzi termini in un comunicato interno "rabbia per quello che è successo".

"Era un caro collega"

La triste notizie ha sconvolto colleghi e familiari, su Facebook l'ex vicesindaco di Venezia e collega, Michele Mognato, lo ricorda così:

"La drammatica notizia della scomparsa di Paolo e’ arrivata nelle prime ore della mattinata. Ci eravamo parlati qualche settimana fa ripromettendo di risentirci. Negli anni recenti della nostra conoscenza ero stato piacevolmente sorpreso per la sua curiosità e la semplice allegria, per le chiacchiere politiche e sindacali mentre chiedeva il codice di un prodotto.

M’interrogo sulla sua fragilità e come la situazione in cui si è trovato l’abbia travolto. Ho provato in queste ore a resistere in silenzio ma è difficile governare quel senso di “rabbia” che mi ha colto. Paolo è stato un caro collega.
Le mie condoglianze ai suoi cari.
Buon viaggio Paolo".

Commenti
Claudio Batti

Sono sicuro che chi ha deciso il suo licenziamento,quando si corica ,chiude gli occhi, e vede l'immagine di Paolo,non riuscendo più a dormire. Che questa dannazione lo accompagni per il resto della sua vita.

giuliano

Le regole sono regole e si applicano giustamente indipendentemente dal valore. Per contro, il buon senso e la comprensione si dovrebbero applicare proprio in relazione al valore monetario; il valore delle persone hanno una quotazione molto differente. Non bisogna lasciare che una macchina e/o un decimale abbia il sopravvento. Detto ciò, temo che la fragilità del dipendente l'avrebbe avuta vinta anche di fronte ad una semplice lettera di richiamo che, a mio parere, sarebbe stata la soluzione e il provvedimento più appropriato.

Luca

Mi spiace tantissimo . In 30 se avesse fatto anche 10 volte errori di quel genere, glieli si toglieva dalla busta paga. Chi ha fatto il licenziamento merita la gogna mediatica .

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