A Livorno spopola il "medusometro": lo strumento per mettere in guardia i bagnanti dalle meduse
Sotto forma di "orologio" o "semaforo", il medusometro potrebbe essere il vostro nuovo alleato per il bagno sulla costa labronica
Paura di fare il bagno per la presenza di meduse? Se frequentate le spiagge di Livorno, da questa estate avrete sicuramente un simpatico "alleato" in più.
Nasce infatti dalla costa labronica l'idea del cosiddetto "medusometro" un cartello ad hoc realizzato dagli stabilimenti balneari per avvertire i bagnanti della presenza (o meno) di meduse nelle acque tirreniche.
Un segnalatore alle volte un po' "rustico", ma sicuramente simpatico e utile.
Come funziona il "medusometro"
Di varie forme e con modo diverso di "funzionare", sono tanti i medusometri utilizzati nei vari bagni, dove grazie ai social e ai media sono saliti recentemente alla ribalta delle cronache.
Ne è un esempio il medusomtro utilizzato al Fortullino Spiaggia e Ristoro di Castiglioncello, nel comune di Rosignano Marittimo. Un cerchio con una lancetta - una sorta di orologio - spostata ogni giorno a seconda delle meduse avvistate dai bagnini. "Sì", "No", "Forse" o "Un po'", questi i quattro livelli - con un pizzico di ironia - con cui si avvisano i bagnanti della presenza degli animali planctonici più conosciuti.
Ai Bagni Paolieri di Quercianella (frazione del comune di Livorno) si è invece optato per un "semaforo". Un medusometro con i livelli di presenza delle meduse indicati su un cartello con le luci verde, gialla o rossa a seconda della quantità avvistata in acqua.
Come riconoscere la puntura di una medusa
Le varietà di meduse che affollano oramai i nostri mari sono molte, tutte accomunate da un'unica caratteristica: le loro punture e il contatto con i loro tentacoli provoca una reazione simile a un’ustione urticante sulla pelle.
Potreste non accorgervi della presenza di una medusa nei pressi di dove state nuotando, ma quando entrate in contatto è piuttosto riconoscibile.
Le meduse appartengono alla famiglia delle Cnidari e sono note per il loro caratteristico aspetto gelatinoso (poiché sono composte dal 98% di acqua). Possono essere piccole o grandi, quasi trasparenti oppure dai colori sgargianti e luminosi anche in acqua, con tentacoli corti oppure sottilissimi e molto lunghi. Ed è proprio il contatto con quest’ultima parte del loro corpo a provocare la reazione. Le cellule urticanti che si trovano sui tentacoli infatti si estendono con dei filamenti che penetrano nella pelle, immettendo un miscuglio di tre proteine urticanti, paralizzanti e neurotossiche.
I sintomi più comuni di una puntura di medusa sono innanzitutto una sensazione di bruciore, simile a quella di una scottatura, unita a dolore più o meno intenso. Nel punto in cui si viene in contatto con l’animale la pelle si arrossa ed è irritata e possono comparire bolle e vescicole.
Cosa fare se venite punti da una medusa
Se si viene punti da una medusa, è fondamentale non allarmarsi e seguire alcune semplici regole che ci consentiranno di evitare un peggioramento della situazione e far passare i fastidi più in fretta.
Come prima cosa raggiungete in fretta la riva e assicuratevi che non ci siano parti di medusa ancora attaccate al corpo (nel caso, provvedete subito a rimuoverle e sciacquate accuratamente la zona con acqua di mare per diluire le tossine)
Una volta pulita bene la zona è consigliabile applicare un gel al cloruro d’alluminio, meglio se a una concentrazione del 5%, che serve a lenire il prurito e a bloccare la diffusione delle tossine.
E' possibile che i disagi non si riducano al semplice prurito. La puntura di medusa può causare anche altri problemi: reazione cutanea diffusa, difficoltà respiratorie, sudorazione, pallore, mal di testa, nausea, vomito, vertigini, confusione. In questi casi è consigliabile rivolgersi al Pronto Soccorso più vicino.
Cosa non fare se venite punti da una medusa
Sciacquatevi con acqua di mare. L'acqua dolce, infatti, diluisce le tossine presenti nel veleno e può quindi amplificare i fastidi. Per quanto la tentazione sia forte, come per le punture di zanzara, evitate di grattarvi e strofinare la zona colpita, particolarmente con la sabbia (che potreste avere addosso stando in spiaggia).
Attenzione anche ai classici "rimedi della nonna": l'applicazione di ammoniaca, urina, aceto o alcol potrebbe ulteriormente infiammare la parte colpita.
Se poi volete evitare che si formino cicatrici o macchie sulla pelle nella zona colpita evitate di esporla al sole nei giorni immediatamente successivi alla puntura, applicando anche una crema solare con elevato fattore di protezione.