La Liguria dopo Toti: Orlando c'è (ma se passa ancora tempo rischia di diventare... furioso)
La candidatura dell'ex ministro appare ancora la più probabile, ma forse non convince tutti. Il Pd sogna il colpaccio alle Regionali ma ha una "grana"...
Il Centrosinistra (e forse il Campo Largo) riparte da Andrea Orlando? Sulle Regionali in Liguria tutti gli indizi sembrano portano all'ex ministro dell'Ambiente (Governo Letta), Lavoro (Governo Draghi) e della Giustizia (Governo Renzi).
Anche se l'ufficialità ancora non c'è e proprio il passare delle ore e dei giorni ha "consigliato" l'ex rappresentante del Governo a "frenare" un attimo per non correre il rischio che la sua passi per una sorta di "autocandidatura", uno dei passi falsi che in genere in politica vengono sconsigliati a tutti.
Il dopo Toti in Liguria? Orlando o chi?
Tanto è vero che nonostante la "benedizione" del neo europarlamentare, ma soprattutto ormai ex governatore dell'Emilia Romagna e vicesegretario nazionale del Pd Stefano Bonaccini, Orlando ha preferito lanciare un messaggio chiaro ai naviganti:
"Se ci sono nomi più unitari del mio, lo si dica".
Nonostante infatti la candidatura "naturale" per la Liguria sembrerebbe quella dell'ex ministro, all'endorsement di Bonaccini non è seguito quel che si aspettava una sorta di consenso plebiscitario, quanto piuttosto una timida approvazione all'idea.
Tutto questo deve aver portato Orlando se non a fare un passo indietro, almeno a rimettere sul tavolo la questione. Che si risolverà entro pochi giorni, pare entro Ferragosto secondo i ben informati.
La "benedizione" di Bonaccini, il sogno del "minicappotto"
Bonaccini nei giorni scorsi aveva commentato la possibile candidatura di Orlando:
"Con Andrea Orlando, nei congressi interni, spesso siamo stati su fronti opposti, ma la considero una proposta di grande valore. L'importante è che, chiunque sia la candidata o il candidato, si arrivi a una figura in grado di unire tutto il Centrosinistra, così come abbiamo fatto in Emilia-Romagna e come sta avvenendo in Umbria".
Tra gli obiettivi del Pd c'è quello di un "mini cappotto" (un 3-0) appunto alle prossime Regionali in Liguria, Umbria ed Emilia Romagna.
Un risultato che, se si concretizzasse, andrebbe a scalfire, nei desiderata dem, la solidità e la compattezza del Centrodestra a livello nazionale e dunque potenzialmente la tenuta del Governo.
La riscossa del Centrosinistra, l'identikit del candidato
Perché ad ogni modo, nonostante il polverone mediatico e giudiziario che ha interessato e sta interessando il dimissionario governatore Giovanni Toti (il presidente della Regione travolto da un'inchiesta di presunti favori legati ad appalti legati a infrastrutture e opere private e pubbliche, oltre a finanziamenti alle campagne elettorali), c'è comunque una campagna elettorale (seppur breve) da portare avanti e una tornata elettorale da vincere (la data al momento più accredita è domenica 27 ottobre).
Tanto più che il Centrodestra pare intenzionato a proporre nomi di alto profilo, anche attingendo al mondo del civismo.
In questo senso sono eloquenti le parole dell'ex senatrice Pd ed ex segretaria regionale della Cisl Annamaria Furlan:
"Vedo troppi solisti, troppe autocandidature, non bastano gli errori degli altri: servono una leadership diffusa e un programma condiviso".
Ecco allora che l'identikit del candidato del Centrosinistra (quasi sicuramente in versione Campo Largo con Italia Viva e forse anche con Carlo Calenda e Azione) appare chiaro: una persona che abbia la capacità di unire il fronte largo e di rispondere alle aspettative del territorio, ascoltando e recependo le sollecitazioni e le proposte di iscritti, militanti ed elettori.
Liguria nel cuore, chi è Andrea Orlando
Come detto Orlando ha fatto parte dei Governi Letta, Renzi-Gentiloni e Draghi ed è un ligure doc, nato nel febbraio 1969 a La Spezia.
Proprio qui nel 1993 era entrato in Consiglio comunale e nominato capogruppo del Partito democratico della Sinistra. Poi nel 1995 diventa segretario cittadino del partito, mentre nel 1997 entra nuovamente in Consiglio comunale risultando il più votato e venendo poi chiamato in Giunta come assessore alle Attività produttive e Pianificazione territoriale.
Poi l'avventura in Parlamento, gli incarichi di Governo arrivando fino ai giorni nostri.
Le spine del Pd, la "grana" Ermini, Orlando... furioso
Nella corsa verso la vittoria non c'è però solo da sciogliere il nodo del candidato.
L'ultima "grana" in ordine di tempi per il Centrosinistra e per il Pd si chiama David Ermini.
Già vicepresidente del Csm e membro della direzione del Pd, il manager, nonostante le richieste di un passo indietro (in primis dello stesso Orlando) ha deciso di rimanere al suo posto in Spininvest, la holding del gruppo dell'imprenditore Aldo Spinelli (ex storico presidente del Genoa e del Livorno) indagato assieme a Giovanni Toti.
Ma non solo. Come spiegato in una nota stampa Ermini ha accettato l'incarico di presidente del Cda per della holding per "accompagnare un nuovo percorso in grado di garantire continuità al gruppo industriale, nel segno della trasparenza e della legalità".
Ma Orlando, sul punto di diventare... furioso non ci sta e ha telefonato a Ermini chiedendogli espressamente di fare un passo indietro.
E lui ha laconicamente risposto:
“La politica non c’entra. Ho accettato quell'incarico nel segno di trasparenza e legalità”.
Che poi la giustificazione basti per farlo resistere al pressing del partito, è tutt'altra storia...
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