Da Prima La Martesana

"Mamma ho comprato casa": il bambino di 2 anni che va a vivere... da solo

I genitori hanno intestato l'appartamento a Cologno Monzese al pargolo, unico residente. Ma la storia è finita in Tribunale

"Mamma ho comprato casa": il bambino di 2 anni che va a vivere... da solo
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A due anni non solo è proprietario di un appartamento, ma i genitori volevano che se ne andasse a vivere da solo. Almeno sulla carta, dato che volevano intestare soltanto a lui la casa. Una vicenda bizzarra, che è finita addirittura in Tribunale e che è avvenuta a Cologno Monzese.

"Bamboccione" al contrario: a 2 anni compra casa

Una sorta di "bamboccione" al contrario, dunque, anche se molto probabilmente il protagonista di questa storia, raccontata da Prima La Martesana, non sa nulla di ciò che gli sta accadendo intorno.

Alcuni mesi fa i genitori del bambino hanno acquistato una casa a Cologno, decidendo di intestargliela con un normale atto notarile dopo aver ricevuto il via libera dal giudice tutelare. E fin qui nulla di strano: capita che i genitori pensino subito al futuro della prole, garantendo un tesoretto o investimenti considerati sicuri, come quello del mattone, che (soprattutto in Italia) non passa mai di moda.

La residenza esclusiva e i problemi

Il problema ha iniziato a sorgere a febbraio 2024, quando in Municipio è stata presentata la richiesta di residenza incentrata sull’appartamento in questione, nel quale l’unico abitante messo nero su bianco nei moduli era il pargoletto.

Come da prassi, la Polizia Locale ha eseguito l'accertamento anagrafico, e qui sono iniziati i problemi: l'immobile era vuoto, senza dimoranti e non abitabile perché ancora sottosopra per la ristrutturazione in corso. Da qui la decisione del Municipio di annullare la residenza e l’iscrizione anagrafica del bambino quale unico residente nell’alloggio. Di fatto facendo così tornare le lancette dell’orologio a febbraio, ossia alla data di protocollazione a decorrere dalla quale la residenza diventa effettiva.

La famiglia fa causa al Comune

La famiglia, a quel punto, ha fatto causa al Comune, che è stato costretto a nominare un avvocato (parcella di 5.500 euro) e a costituirsi in giudizio nel procedimento innescato dai genitori.

Perché questo incaponimento? Dietro potrebbero esserci delle ragioni prettamente fiscali: far risultare quell’appartamento come prima casa del bambino porterebbe con sé dei benefici economici, con un minor esborso per i genitori (che sono titolari di altri immobili) in fatto di tributi e balzelli vari.

Il sindaco: "Gli uffici hanno fatto il loro dovere"

Il sindaco intanto difende l'operato dell'Amministrazione:

"Gli uffici, a seguito dei controlli, non potevano fare altrimenti. Sinceramente non capisco perché si sia voluto instaurare un processo, che avremmo voluto evitare tenendo conto dei costi legali, delle relazioni, delle delibere e di tutta la restante burocrazia che sta dietro. Potevano benissimo completare i lavori di ristrutturazione dell’immobile e presentare una nuova richiesta di residenza".

Magari aggiungendo tra i dimoranti almeno una persona adulta, oltre al piccolo-grande uomo.

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