Tragedie sul lavoro

Schiacciati da trattore e autocarro: ancora due morti sul lavoro

Marco Pancheri di Cles (Trento) e Carlo Foderà di Marsala (Trapani) sono le ultime due vittime

Schiacciati da trattore e autocarro: ancora due morti sul lavoro
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Ancora un fine settimana di tragedie e incidenti sul lavoro. Ancora due morti schiacciati dai loro mezzi. Una tragedia senza fine che accomuna tutta l'Italia. Gli ultimi episodi sono avvenuti a Cles, in Trentino, e a Marsala, in Sicilia.

Cles, Marco Pancheri schiacciato dal trattore

A Cles in provincia di Trento, nella tarda serata di sabato 13 luglio 2024, Marco Pancheri, 56 anni, stava lavorando sui suoi terreni di campagna, poco sopra al centro del paese. A un certo punto, su un tratto pianeggiante, il trattore su cui viaggiava si è ribaltato, probabilmente dopo aver impattato contro una pietra.

Il trattore di Marco Pancheri ribaltato

Sul posto sono immediatamente giunti i soccorsi, ma purtroppo per Pancheri - marito e padre di due figlie, molto conosciuto nella zona per la sua attività agricola - non c'era più nulla da fare.

Pancheri era sposato e aveva tre figlie femmine, Veronica e Sara. In passato era stato a lungo guardia forestale a Rumo.

Marco Pancheri

Nel pomeriggio di domenica 14 luglio 2024, invece, in provincia di Asti un agricoltore è morto schiacciato dal suo trattore dopo essere stato tamponato da un'auto.

Schiacciato da un camion per i rifiuti

Una sorte simile a quella toccata a Carlo Foderà, 47 anni, di Marsala, in provincia di Trapani, vittima di un tragico incidente sul lavoro mentre si trovava impegnato per una ditta specializzata nello smaltimento dei rifiuti.

Secondo quanto accertato Foderà è stato schiacciato da un autocarro mentre  stava lavorando e nonostante l'intervento dei soccorsi è deceduto.

 

Carlo Foderà

Cordoglio per l'accaduto è stato espresso anche dal sindaco di Marsala Massimo Grillo, che ha ricordato i numeri di una strage quotidiana:

"La morte sul lavoro del nostro concittadino Carlo Foderà ci addolora profondamente. Per questo esprimiamo profondo cordoglio e vicinanza alla sua famiglia e ai suoi cari in questo momento di dolore.

"Come ogni infortunio o morte sul lavoro non possiamo che interrogarci sulle cause di fenomeno allarmante in tutto il Paese.Sono 369 i morti sul lavoro in Italia solo nei primi 5 mesi del 2024. Numeri inaccettabili e che chiamano la politica, il mondo produttivo e la società intera ad una profonda riflessione. Non si può morire, ancora nel 2024, per guadagnarsi da vivere".

Sbarra di due tonnellate sul piede, operaio amputato

Un altro gravissimo infortunio è avvenuto nel porto di Monfalcone, in provincia di Gorizia dove una sbarra da due tonnellate è caduta e ha schiacciato il piede sinistro di un operaio di 35 anni, al quale sono state amputate due dita.

Portato in ospedale a Monfalcone, il lavoratore è stato operato d'urgenza, ma non è stato possibile salvare gli arti.

Investito da un'esplosione, muore dopo 10 giorni

Sabato 13 luglio si è spento nel centro grandi ustionati dell’ospedale Villa Scassi di Genova il 42enne messinese Giovanni Arigò, titolare di un’impresa pirotecnica a conduzione familiare. L'incidente era avvenuto nel Messinese, ma l'unica struttura in grado di prendersi cura di una situazione così delicata era quella ligure, dove l'imprenditore è stato trasportato per via aerea.

Lo scorso 4 luglio era nel bunker-laboratorio quando è stato investito da un’esplosione che gli ha causato ustioni sul 90% del corpo, oltre a fratture e traumi vari.

Le condizioni di Arigò erano purtroppo disperate e dopo nove giorni è deceduto. Nell’esplosione sono rimaste ustionate anche la madre e la sorella, nel tentativo di soccorrerlo.

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