Turetta e il messaggio a Giulia: "O ci laureiamo insieme o la vita è finita", lui intanto rinuncia all'udienza preliminare
Non ci sarà perizia psichiatrica, il 23enne andrà direttamente a processo. Nel frattempo, dall'analisi del cellulare di Giulia è emersa una minaccia inviata per messaggio nove mesi prima dell'omicidio
Ulteriori elementi emergono dalle indagini dei Carabinieri sul tragico femminicidio di Giulia Cecchettin, 22enne di Vigonovo (Padova, Veneto) uccisa a coltellate proprio dall'ex fidanzato l'11 novembre 2023. Dall'analisi del cellulare della vittima è stata recuperata una minaccia inviata per messaggio da Filippo Turetta, 23enne di Torreglia, nove mesi prima dell'omicidio:
"Mettiti in testa... che o ci laureiamo insieme o la vita è finita per entrambi".
Nel frattempo, tramite le parole del suo avvocato difensore, Turetta ha deciso di rinunciare all'udienza preliminare: andrà direttamente a processo.
"O ci laureiamo insieme o la vita è finita"
Grazie agli accertamenti sul cellulare di Giulia Cecchettin, gli inquirenti sono riusciti a recuperare dal cloud dello smartphone una minaccia che Filippo Turetta, suo ex fidanzato, le aveva inviato via WhatsApp circa nove mesi prima dell'efferato femminicidio, più precisamente il 23 febbraio 2023.
"Mettiti in testa... che o ci laureiamo insieme o la vita è finita per entrambi" ha scritto il 23enne di Torreglia a Giulia.
Anche questo testo, ora, è stato messo agli atti dell'inchiesta a carico di Turetta, a processo per omicidio volontario premeditato della ex fidanzata. Secondo i Carabinieri, il 23enne non si è mai rassegnato alla fine della storia con Giulia e, stando alle testimonianze di amici e familiari della vittima, avrebbe agito "come se fosse sicuro di riconquistarla".
Turetta rinuncia all'udienza preliminare
Nel frattempo, come raccontato da Prima Venezia, Turetta ha deciso di rinunciare all'udienza preliminare dopo un percorso di maturazione personale rispetto al gravissimo delitto commesso e sulla base dalla volontà di permettere alla giustizia di seguire il suo corso nei tempi più rapidi possibili, nell'interesse di tutti. A comunicare la scelta è stato il suo avvocato, il professor Giovanni Caruso.
Inoltre, la difesa di Filippo Turetta ha deciso di non richiedere una perizia psichiatrica per il loro assistito, optando per andare direttamente a processo senza passare dall'udienza preliminare.
Il 23enne di Torreglia è accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, crudeltà, efferatezza, sequestro di persona, porto d'armi continuato, occultamento di cadavere e stalking: il ragazzo aveva organizzato il piano almeno quattro giorni prima e seguiva Giulia con un'app-spia installata sul suo cellulare. In accordo con i suoi difensori, Turetta ha esercitato il diritto previsto dall'articolo 419 comma 5 del codice di procedura penale.
La confessione
Filippo Turetta ha confessato l'omicidio di Giulia Cecchettin, durante l'interrogatorio con il PM Andrea Petroni. Davanti al Pubblico Ministero di Venezia, Turetta ha ricostruito passo dopo passo tutto ciò che è accaduto la sera dell'11 novembre scorso, nei giorni precedenti e nella settimana di fuga fino in Germania. Ha raccontato dei regali rifiutati, alla crescente rabbia, fino alle coltellate. Le sue parole, trascritte in un verbale, sono state diffuse dalla trasmissione Quarto Grado.
Turetta ha raccontato della serata trascorsa con Giulia in un centro commerciale di Marghera. Di quell'ultimo appuntamento sul cellulare del 23enen sono state ritrovate ben cinquantadue fotografie, scattate tra le 17.50 e le 21.10.
Al ritorno, di fronte al rifiuto di Giulia di tornare insieme, è scoppiata una lite nel parcheggio di Fossò, culminata in percosse e 75 coltellate.
“Lei ha iniziato a dirmi ‘cosa stai facendo? sei pazzo? Lasciami andare’. Era sdraiata sul sedile, poi si è messa seduta. Si toccava la testa. All’inizio pensavo solo a guidare. Poi ho iniziato a strattonarla e tenerla ferma con un braccio. C'eravamo fermati e ho provato a metterle lo scotch sulla bocca. Non mi ricordo se se l’è tolto o è caduto da solo perché non l’avevo messo bene. Si dimenava. È scesa e ha iniziato a correre. Anch’io sono sceso”.
Ma da quanto si apprende, durante quell'interrogatorio Turetta avrebbe anche ammesso che non era la prima volta che diventava violento con Giulia. Al PM racconta di altri due episodi in cui un litigio si è trasformato in violenza.
Successivamente, Turetta è fuggito con il corpo di Giulia in auto, abbandonandolo in un bosco vicino al lago di Barcis, in Friuli.
“Ho imboccato la strada per Barcis. Mi sono fermato in un punto in cui non c’erano case e sono rimasto un po’ lì. Ho provato anche con un sacchetto a soffocarmi, però anche dopo averlo legato con lo scotch non sono riuscito e l’ho strappato all’ultimo”.
Otto giorni dopo, è stato arrestato in Germania. Dal 25 novembre scorso, Turetta è detenuto nel carcere di Verona Montorio.