Oggi la Borsa di Milano sciopera per la prima volta nella storia
Orari, rischio delocalizzazione e adeguamento salariale: diverse le ragioni alla base di questo evento storico
Giornata da ricordare: giovedì 27 giugno 2025, dalle 15,30 alle 17,30, il personale di Borsa italiana e di tutte le società del gruppo - Mts, Cassa di compensazione e garanzia, Montetitoli - incrocerà le braccia per il primo sciopero nella storia di Piazza Affari.
Oggi la Borsa di Milano sciopera per la prima volta nella storia
Le organizzazioni sindacali Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, hanno proclamato uno sciopero con astensione dal lavoro nelle ultime due ore della giornata per chiedere rispetto per i propri diritti, contro lo spostamento del centro decisionale a Parigi e la conseguente marginalizzazione di Milano.
La notizia, arrivata con un comunicato, una decina di giorni fa, ha stupito: è il primo sciopero nella storia del gruppo. Al momento non è prevista alcuna retromarcia sebbene il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso abbia convocato i sindacati, il prossimo 3 luglio, per approfondire la faccenda.
L'iniziativa rientra in una più ampia fase di mobilitazione. "A fronte dell'importanza sistemica di tutte le società del gruppo Borsa Italiana, denunciamo - questa la motivazione dei sindacati - il costante, sistematico e complessivo disinvestimento dall'Italia del Gruppo Euronext, e lo svuotamento dall'interno delle strutture italiane". Si tratta di una decisione, quella di avviare lo stato di agitazione, presa congiuntamente da tutte le sigle sindacali, "lungamente meditata e sofferta, storica perché mai prima sperimentata".
Non sono previsti però disservizi per l’operatività dei mercati.
I dettagli
Andando nel dettaglio, risultano essere diverse le materie di rivendicazione sindacale.
"Profonda" è innanzitutto la preoccupazione dei sindacati per la tenuta occupazionale sul territorio nazionale. "Mentre si delineano progetti di delocalizzazione e near shoring di intere aree di attività al di fuori dei confini nazionali, l'azienda continua a rifiutarsi di fornire garanzie e di intraprendere percorsi condivisi di tutela dei posti di lavoro e di valorizzazione delle professionalità esistenti", hanno precisato i sindacati.
Poi c'è il tema salariale:
"A fronte delle recenti dinamiche inflazionistiche, la scelta della parte datoriale di non corrispondere gli aumenti salariali previsti dal rinnovato Ccnl del settore del credito attraverso assorbimento degli ad personam, rappresenta l'ultimo di una serie di episodi che evidenziano la volontà del gruppo di non voler proteggere il potere di acquisto dei lavoratori italiani. Una decisione tra l'altro ancora più incomprensibile considerando i risultati record registrati dalle stesse società italiane del Gruppo negli ultimi anni e soprattutto nel 2023".
Seguono "profondo disagio e preoccupazione" per l'organizzazione del lavoro.
"A seguito di strutture organizzative che nel corso del tempo sono divenute sempre più fragili, nel Gruppo Borsa Italiana è diventato sistematico e oramai strutturale il ricorso al lavoro straordinario, al lavoro di sabato, festivo e perfino notturno, unito a una gestione insostenibile della reperibilità, mettendo a repentaglio la salute psicofisica dei lavoratori", denunciano i sindacati.
Ultimo elemento di rivendicazione è legato al tema della governance e della "progressiva perdita di autonomia direzionale e strategica delle società italiane del gruppo Borsa Italiana".