Cassazione dixit

Bonifico con Iban sbagliato dall'utente, la banca risarcisce

Una sentenza che come si suol dire farà giurisprudenza

Bonifico con Iban sbagliato dall'utente, la banca risarcisce
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Vi siete mai sbagliati nel digitare l'Iban del destinatario di un bonifico? Un errore banale, che può avere conseguenze davvero pesanti, soprattutto in caso di grosse somme. Ma ora una sentenza della Cassazione è destinata, come si dice in questi casi, a fare giurisprudenza.

La banca che esegue il pagamento ad un destinatario diverso a causa di un errore sull'indicazione dell'Iban deve risarcire chi ha disposto il bonifico, a meno che non dimostri di aver adottato tutte le cautele per scongiurare l'errore. (immagine di copertina creata con AI)

Bonifico con Iban sbagliato: cosa succede?

Il caso specifico - risolto con la sentenza 17415 della Suprema Corte - riguardava il ricorso da parte di un istituto di credito che era stato condannato a pagare 40mila euro alla curatela di una società il cui titolare (in seguito fallito) era destinatario di un bonifico di 40 mila euro come creditore di una compagnia assicuratrice.

Per la Suprema corte infatti, ai fini della responsabilità, scatta la teoria del “contatto sociale qualificato”, nei confronti del beneficiario rimasto insoddisfatto a causa dell'indicazione, rivelatasi inesatta, del proprio Iban.

L'obbligo della banca

La banca, infatti, deve dimostrare di avere compiuto l’operazione disposta dall’ordinante adottando tutte le cautele necessarie per evitare errori nell’individuare il destinatario del pagamento. O almeno di essersi adoperata per consentirgli di rintracciare chi ha ottenuto l’accredito senza titolo, fornendogli i dati anagrafici o societari.

In questo caso valgono le regole di diligenza e buona fede, che non impongono all’intermediario di adottare in modo preventivo metodi per individuare l’errore nei dati bancari forniti dall’utente in quanto sarebbe un onere troppo gravoso. Se l’intermediario, al contrario, è consapevole dell’errore e porta a termine l’operazione deve adoperarsi per cercare di recuperare la somma trasferita un beneficiario diverso da quello legittimato e resta esposto al rischio di risarcire l’utente per gli eventuali danni subiti a causa dell’operazione eseguita con l’iban errato.

Davanti a una somma percepita indebitamente, dunque, non c'è privacy che tenga. Dicono, infatti, i giudici:

 “La banca deve fornire i dati anagrafici e societari: la privacy deve cedere di fronte all’azione di ripetizione della somma indebitamente percepita”.

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