Mamma denuncia il figlio per lo stupro di una 18enne e consegna le prove ai Carabinieri
"Sono una persona rispettabile e proprio per questo temo che mio figlio sia coinvolto nella violenza di cui ho letto sul giornale", ha detto ai militari di Pordenone
Provate soltanto a immaginare quanto possa essere stato difficile e il tormento che l'hanno accompagnata probabilmente nella decisione più difficile presa nella sua vita. Ma alla fine ha prevalso il suo senso di giustizia ed è andata dai Carabinieri a denunciare il figlio 29enne per lo stupro commesso ai danni di una diciottenne nella notte tra l'8 e il 9 giugno 2024 a Pordenone.
Ma la madre ha fatto anche di più: ha raccolto e consegnato ai Carabinieri anche le prove, che sono state determinanti per l'arresto di un 29enne colombiano, che nel frattempo progettava di fuggire in Spagna.
Pordenone: mamma denuncia il figlio per stupro
Un sospetto era nato nella donna quando il figlio era tornato a casa praticamente all'alba, cercando di nascondere e lavare subito i suoi vestiti, macchiati di uno strano colore fucsia. Una tinta che più lui cercava di smacchiare più appariva evidente.
Guarda il video servizio de Il13, televisione del nostro gruppo editoriale Netweek:
Quando poi nei giorni successivi la notizia della violenza ai danni della diciottenne è stata diffusa dai media, i sospetti si sono fatti più forti, e in lei ha iniziato a instillarsi un dubbio atroce: poteva essere suo figlio il responsabile?
Ha portato le prove ai carabinieri
E così è andata dai Carabinieri:
."Sono una persona rispettabile e proprio per questo temo che mio figlio sia coinvolto nella violenza di cui ho letto sul giornale", ha detto ai militari, consegnando le foto delle macchie sui vestiti.
E proprio questo elemento è stato decisivo: le macchie fucsia, infatti, erano il segno che la ragazza aveva usato uno spray anti-aggressione per provare a difendersi.
Le indagini e il tentativo di fuga
I militari erano già sulle sue tracce grazie alle immagini registrate dalle videocamere e alla testimonianza della giovane vittima. Un altro elemento è poi giunto dalla sorella del 29enne, che ha riferito di una telefonata fatta dal fratello a un parente in Spagna proprio la notte della violenza.
A quel punto il quadro accusatorio è stato completo ed è scattato l'arresto di fronte alle prove evidenti e al pericolo di fuga dell'accusato.