Morte del bracciante indiano Satnam "Navi" Singh: i vicini smentiscono la tesi della "leggerezza"
Ira di Meloni, che interviene sulla vicenda. Sabato 22 giugno 2024 manifestazione indetta dai sindacati a Latina. Comunità indiana sul piede di guerra
"Gli ho chiesto perché non l'avesse portato in ospedale, mi ha risposto che da lui era in nero".
A raccontare come sono andate le cose, convalidando la versione della giovane vedova di Satnam Singh - il bracciante indiano 31enne morto dopo aver perso un braccio al lavoro nell'azienda agricola Rovati di Latina, e scaricato davanti a casa da uno dei titolari, al posto che essere portato in ospedale - sono Noemi Grifo e Ilario Pepe, i due ragazzi che ospitavano i giovani coniugi indiani in un rustico dietro la loro abitazione.
I vicini del bracciante indiano abbandonato raccontano cosa è accaduto
"Si sentivano le urla della moglie che continuava a chiedere aiuto, poi abbiamo visto un ragazzo che lo teneva in braccio e lo ha portato dietro casa. Noi pensavamo lo stesse aiutando, ma poi è scappato via".
Il ragazzo in questione dovrebbe essere Antonello Rovato, 38enne proprietario, insieme al padre Renzo, dell'azienda agricola familiare in provincia di Latina dove si è consumato il drammatico incidente sul lavoro, costato poi la vita al bracciante 31enne da loro ingaggiato in nero.
Noemi Grifo e Ilario Pepe raccontano l'arrivo del bracciante, col braccio amputato, abbandonato dietro la loro abitazione. L'arto gettato da Rovato in una cassetta della frutta. Loro per primi hanno chiamato i soccorsi:
"Io gli sono corso subito dietro. L'ho visto che entrava nel furgone e gli ho chiesto cosa fosse successo e perché non lo aveva portato in ospedale. Mi ha risposto 'da me non sta in regola'. Poteva essere aiutato".
La drammatica ricostruzione
Quel drammatico lunedì 17 giugno 2024, dopo il terribile incidente nell'’azienda agricola che si trova nelle campagne di Borgo Santa Maria a Latina, nessuno - pare per un paio di ore - ha chiamato i soccorsi dopo che il giovane bracciante è rimasto amputato.
Il videoservizio di LazioTv, televisione del nostro gruppo editoriale Netweek:
Anziché essere soccorso è stato caricato su un pulmino dal suo datore di lavoro - indagato per omicidio colposo - che poi lo ha abbandonato nei pressi della sua abitazione, nella zona di Castelverde a Cisterna dove Satnam Singh, da tutti conosciuto come Navi, viveva con la moglie che lavorava con lui nella stessa azienda e che ha assistito a quei tragici momenti.
“Siamo scioccati. E’ una storia talmente crudele che non ci sono parole; chiediamo giustizia e che il responsabile paghi. Noi abbiamo cercato fino all’ultimo di aiutarlo” ha detto Noemi Grifo cercando di ricostruire quei terribili momenti: “Ero fuori in giardino con mia figlia e ho sentito le urla da fuori. Ho aperto il cancello e la moglie si è subito buttata verso di noi chiedendo aiuto”. “Continuava a dire ‘marito tagliato, marito tagliato’. Era disperata - aggiunge Ilario Pepe che in un primo momento non è riuscito a comprendere quanto stava accadendo -Poi ho visto questo ragazzo passare; lo portava in braccio e andava dietro casa. In un primo momento pensavo gli stesse dando una mano, ma poi l’ho visto scappare verso il suo furgone tutto chiuso. Gli sono corso dietro dicendo di chiamare il 118, e lui mentre chiudeva gli sportelloni mi ha detto: ‘Si è tagliato’ come se non fosse nulla. ‘Da me non è in regola’ ha poi aggiunto prima di andare via”.
Nel frattempo è stato lanciato l’allarme al pronto soccorso. Al telefono il ragazzo ha spiegato che il lavoratore si era tagliato e ha dato le indicazioni per raggiungere il luogo al 118. Quando gli sono state chieste maggiori informazioni si è recato nel retro dell’abitazione facendo la drammatica scoperta:
“Non si è tagliato, gli manca tutto un braccio - ha quindi detto Ilario Pepe ai soccorritori -. E solo in un secondo momento è stato trovato un pezzo di mano in una cassetta, vicino alla spazzatura. Una cosa disumana”.
"La moglie disperata"
“Lui è scappato, ci siamo trovati qui da soli a fare tutto con la moglie disperata. Lei è ancora sotto choc, è distrutta. Ha visto tutta la scena. Stava con lui nel furgone pensando che il datore di lavoro stesse portando il marito in ospedale” ha dato ancora Noemi Grifo che ricorda Satnam Singh come “una persona splendida sempre pronto ad aiutare. Anche se non parlava bene l’italiano ci capivamo a gesti. Non sappiamo se potesse sopravvivere, ma certamente poteva essere aiutato”.
La versione dei vicini convalida anche quella della giovane vedova, che agli inquirenti ha detto:
"Ho implorato il padrone di aiutarci, l’ho pregato in ginocchio, ma ci ha scaricati davanti casa ed è scappato, buttando la cassetta con dentro il braccio staccato".
"Leggerezza"
Una modalità di azione, che se trovasse conferma, sarebbe del tutto disumana. Lovato sostiene, invece, che sia stata la moglie della vittima a chiedergli di andare a casa.
E mentre emergono questi dettagli inquietanti, supportati dalle testimonianze, il titolare senior dell'azienda, padre di Antonello, ovvero il signor Renzo Lovato, ai microfoni del tg1 ha parlato di "leggerezza" da parte della vittima:
"Avevamo avvisato il lavoratore di non avvicinarsi al mezzo, ma lui ha fatto di testa sua, leggerezza purtroppo. Il dispiacere c'è perché è morto un ragazzo sul lavoro, ma questa leggerezza è costata a tutti".
Questa l'incredibile dichiarazione. Né i caporali né gli altri braccianti avrebbero chiamato l'ambulanza, per almeno due ore, che potrebbero essere state fatali per il bracciante.
Il 31enne, clandestino, non era contrattualizzato. Lavorava a giornata e lunedì era stato prelevato con il pullman insieme alla moglie davanti casa. Satnam avrebbe perso sangue per almeno un’ora e mezza prima che arrivasse l’ambulanza. Mentre il datore di lavoro si occupava già di pulire il camioncino per eliminare ogni traccia di sangue, secondo diverse versioni rese.
Dopo due giorni di agonia il 31enne è morto in ospedale, al San Camillo, il 19 giugno 2024.
Ira di Meloni
Una vicenda talmente crudele e sconcertante che ha scosso l'opinione pubblica. Anche la premier Giorgia Meloni è intervenuta parlandi di "atti disumani che non appartengono al popolo italiano" e la ministra del Lavoro Elvira Calderone ha annunciato una riunione con i sindacati, le organizzazioni dei datori di lavoro e il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida.
Parole che non convincono le opposizioni "Serve una scossa civile in tutto il Paese - ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein -. Ci siamo rivolti più volte alla premier ma non abbiamo avuto risposta". "Mi aspetto parole forti da Giorgia Meloni, non silenzi", ha detto Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle.
Nei prossimi giorni Latina darà l'ultimo saluto a Satnam, con la sindaca Matilde Celentano che ha confermato la volontà di indire il lutto cittadino. E sabato 22 giugno 2024, sempre in città, ci sarà la manifestazione indetta dai sindacati alla quale hanno già annunciato la presenza diversi esponenti politici. Ma servono atti concreti per non morire più di lavoro.
La mobilitazione della comunità indiana
Anche la comunità indiana non resterà in silenzio. Il presidente della comunità del Lazio, Gurmukh Singh, annuncia l'intenzione di tornare in piazza a manifestare "la nostra rabbia verso chi porta avanti questo sfruttamento e questa barbarie".
"Per tutti questi motivi, ma soprattutto per Satnam, martedì 25 giugno - spiega - organizzeremo una grande manifestazione in cui, alla conclusione, chiederemo di essere accolti dal prefetto di Latina a cui lasceremo una lettera aperta per denunciare tutto quello che succede ogni giorno. Invitiamo tutte le comunità indiane del Lazio a partecipare a questa manifestazione e invitiamo anche tutti i sindacati e tutte le associazioni che si occupano dei diritti dei lavoratori a proclamare per quel giorno una giornata di sciopero generale per i lavoratori agricoli della provincia di Latina così da far sentire forte la loro voce e far sì che tragedie come quella di Satnam non accadano mai più".