"Era l'amante di mia moglie, mi mandava messaggi provocatori": va a casa sua e lo uccide
Omicidio passionale a Bologna: in manette un uomo di nazionalità ucraina, accusato dell'omicidio di Roman Matvieiev, un operaio 40enne, incensurato, anch'egli di origine ucraina
Un cittadino ucraino di 38 anni, già noto alle forze dell'ordine, è stato fermato dalla Squadra Mobile di Bologna su disposizione della Procura della Repubblica, con l'accusa di aver ucciso Roman Matvieiev, un operaio 40enne, incensurato, anch'egli di origine ucraina. Matvieiev è stato trovato in una pozza di sangue venerdì sera, 14 giugno 2024, nel suo appartamento situato in un edificio di via Ferrarese a Bologna, da un connazionale di 52 anni che viveva nella cantina dell'immobile.
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Omicidio per gelosia a Bologna
La vittima, trasportata d'urgenza in ospedale a causa di ferite alla pancia e una frattura del cranio, è deceduta nella tarda mattinata successiva. Durante la perquisizione sulla scena del crimine, la polizia scientifica ha rilevato impronte attribuibili al 38enne. Le immagini delle telecamere di sorveglianza della zona hanno ripreso l'arrivo dell'uomo presso la palazzina di via Ferrarese, armato di una chiave inglese di grosse dimensioni, e la sua uscita pochi minuti dopo con evidenti tracce di sangue sul braccio.
"Era l'amante di mia moglie"
Questi elementi hanno indotto il Pubblico Ministero a emettere un provvedimento di fermo per il reato di omicidio nei confronti del 38enne, che è stato rintracciato in zona Pilastro a bordo di un'auto. L'uomo è stato poi perquisito, portato in Questura, dove è stato interrogato e ha ammesso le proprie responsabilità.
Dall'interrogatorio è emerso che il movente dell'omicidio è di natura passionale, legato a una presunta frequentazione tra la moglie del fermato e la vittima, una situazione che non era accettata dall'accusato. Sempre stando alle dichiarazioni rese dal 38enne, il presunto amante gli avrebbe anche mandato messaggi provocatori in cui si vantava della conquista.
L'uomo è stato successivamente condotto nel carcere della Dozza.