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Trump primo ex presidente condannato nella storia degli Usa: cosa succede ora per le elezioni

Rischia da una multa al carcere, anche se l'ipotesi è improbabile. Potrà comunque candidarsi e fare campagna elettorale

Trump primo ex presidente condannato nella storia degli Usa: cosa succede ora per le elezioni
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Donald Trump è il primo ex presidente degli Stati Uniti d'America (e candidato alla Casa Bianca) condannato. La sentenza è storica e potrebbe avere pesanti ripercussioni sulla campagna elettorale in vista delle elezioni di novembre 2024. Ma cosa succede ora?

Donald Trump condannato: è il primo ex presidente Usa

Il Tribunale di News York ha condannato Donald Trump, anche se la pena dovrà ancora essere decisa. Lo farà il giudice Juan Merchan (quello che il tycoon ha più volte accusato di essere "corrotto") il prossimo 11 luglio, quattro giorni prima della convention repubblicana di Milwaukee che incoronerà Trump come candidato alla Casa Bianca.

La pena potrebbe andare da una multa di 5.000 dollari fino a una condanna tra i 16 mesi e i quattro anni di carcere. Anche se, oggettivamente, appare improbabile l'ipotesi più pesante (in mezzo ci sono anche gli arresti domiciliari o la libertà vigilata).

Cosa succede con la campagna elettorale

La condanna però non cambia le carte in tavola per la campagna elettorale: Trump potrà candidarsi senza alcuna preclusione. In questo senso si ricorda negli anni Venti il socialista Eugene Debs, che si candidò e fece propaganda dal carcere di Atlanta, dove era recluso per aver incitato gli americani a opporsi alla leva obbligatoria durante la Prima guerra mondiale.

In caso di arresti domiciliari, però, ci sarebbe qualche difficoltà logistica nello svolgimento della campagna, con continue richieste di permessi per spostarsi per incontrare gli americani.

Diversi sono gli effetti che potrebbe avere sugli elettori. Il 6% dei suoi simpatizzanti  aveva già dichiarato che sarebbe stato meno propenso a votarlo in caso di condanna. Si tratta di una percentuale piccola, ma in un "testa a testa" potrebbe essere comunque decisiva. Dall'altra parte, però, la sentenza potrebbe essere una carta nelle mani del magnate, che da tempo combatte la sua "battaglia" contro il sistema, ponendosi come una "vittima".

Insomma, da una parte c'è un fatto storico, dall'altra un fattore che potrebbe essere decisivo - da una parte o dall'altra - per le elezioni di novembre. Non resta che attendere l'11 luglio - giorno della sentenza - per scoprire cosa succederà (anche se Trump ha già annunciato ricorso, che però difficilmente verrà discusso prima del voto).

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