ANNIVERSARIO

Sergio Mattarella a Brescia per il 50esimo dalla Strage di piazza Loggia

"Complici e collusi, strateghi di morte, non rappresentano lo Stato"

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Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella oggi, martedì 28 maggio 2024, a Brescia per il 50esimo dalla Strage di piazza Loggia.

50esimo dalla Strage di piazza Loggia

Una città in trepidante attesa dell'arrivo del presidente della Repubblica per il ricordo di uno dei momenti sicuramente più tragici della storia italiana, quello legato alla Strage di piazza Loggia del 28 maggio 1974. Al suo arrivo ha deposto una corona sulla stele dei caduti della strage, in Piazza della Loggia. L'arrivo del presidente ha reso necessaria l'adozione di alcune misure di sicurezza straordinarie.

Al Teatro Grande, il Presidente Mattarella ha incontrato i familiari delle vittime ed è intervenuto alla cerimonia commemorativa che è stata aperta da un filmato rievocativo dell’evento.

Nel corso della commemorazione hanno preso la parola il Sindaco di Brescia, Laura Castelletti, il Presidente della Provincia, Emanuele Moraschini, e il Presidente dell’Associazione Casa della Memoria e dell’Associazione Famigliari delle Vittime, Manlio Milani. Presenti anche, in rappresentanza di Regione Lombardia, il vice presidente Marco Alparone e l'assessore all'Ambiente e Clima Giorgio Maione. 

La cerimonia si è conclusa con l’intervento del Presidente Mattarella.

Le parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella

"Sono trascorsi cinquant'anni dal vile attentato di piazza della Loggia che uccise otto persone e ne ferì 102, alcune in modo grave e con lesioni permanenti. Oggi la Repubblica Italiana è Brescia, è Piazza della Loggia, è questo teatro, con la presenza e il coinvolgimento di tante persone. Complici e collusi, strateghi di morte, non rappresentano lo Stato, ma una gravissima minaccia contro la Repubblica. Hanno tradito l'Italia. Hanno tramato nell'ombra contro il loro popolo e il loro Paese. Di fronte alla guerra violenta di opposti terrorismi - nero e rosso - che - in quella stagione di sangue e di aspri conflitti internazionali - provarono a rovesciare la Repubblica e la sua democrazia, possiamo dire oggi, con certezza, che ha prevalso lo Stato, la Repubblica, il suo popolo, con i suoi autentici, leali servitori."

Le parole del presidente della Provincia di Brescia Emanuele Moraschini

"Buongiorno a Brescia che in questi cinquant'anni non ha mai dimenticato un solo giorno, quanto accaduto il 28 maggio del 1974. Buongiorno a Manlio Milani, strenuo custode e perpetuatore di valori civili e della memoria di quel giorno. E, soprattutto, buongiorno al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ringraziamo dal più profondo per essere oggi qui con noi per testimoniare la vicinanza dello Stato. Ci conforta e ci inorgoglisce che Lei oggi sia qui per condividere con noi questa giornata che racchiude in sé memoria e dolore, ma anche speranza. La speranza, innanzitutto, che quel tempo di morte e terrore non torni mai più. E la speranza di arrivare alla verità nella sua completezza, relativamente a quegli anni che hanno lacerato per sempre l'anima della nostra città, ma anche di quei luoghi che, al tempo, a partire da Piazza Fontana, hanno tragicamente conosciuto la violenza della mano stragista, mossa da un'ideologia eversiva, sorda e cieca, che ha prodotto un'inaccettabile scia di vittime innocenti.
“L'azione che più si avvicina al male radicale, il massimo delitto, l'omicidio diretto consapevolmente contro innocenti”, così definisce le stragi Norberto Bobbio.
Colpo durissimo per la democrazia che, seppur ferita gravemente, ha resistito ad attacchi vili e sconsiderati, durati anni. Così come Brescia ha saputo reagire a quella strage e mantenere solida la memoria delle sue vittime che aspettano ancora giustizia piena. Quella giustizia, insieme alla verità storica, che in 50 anni ha trovato molti, troppi ostacoli, depistaggi, insabbiamenti, inganni, posti in essere anche da una parte occulta e infedele dello Stato tesa a sovvertire gli equilibri del Paese, con ingerenze internazionali. Trame intricate che ad oggi non sono ancora state del tutto dipanate".

Ha poi continuato

"L'impegno della Casa della Memoria e del suo presidente, Manlio Milani è stato una costante sollecitazione per la ricerca di verità e giustizia. Impegno e fatica, senza soluzione di continuità, hanno permesso di raggiungere – a distanza di molti anni, però – la desecretazione di molti atti, fondamentali che hanno aperto nuovi scenari, anche giudiziari.
La sua presenza qui, oggi, signor Presidente Mattarella, speriamo possa dare nuovo, ulteriore impulso per far luce su quei buchi neri della storia, costruiti ad arte dalla mano ignota che ha manovrato i fili del terrore e gettato confusione sulle indagini. Il tributo pagato è stato altissimo ed è un dovere onorare in maniera indelebile e imperitura tutte le vittime dello stragismo, chi ha perso la vita e chi è rimasto ferito e anche chi si è ritrovato a casa a piangere chi non c'era più. E la pervicacia della magistratura bresciana, che ha lavorato per arrivare a fondamentali sentenze e che anche in questi giorni è in aula per aggiungere tasselli alla ricostruzione della strage di Piazza della Loggia, è un ulteriore, nobile omaggio, assolutamente dovuto, alla memoria di chi fu dilaniato da quell’ esplosione, la mattina del 28 maggio 1974, in cui rimasero anche ferite 102 persone. La perpetuazione della memoria è pure un monito, granitico, su quanto possano essere pericolosi gli estremismi che ai giorni nostri fanno anche soffiare venti di guerra, neanche troppo lontani da noi.
Lo ha ricordato in più di un'occasione anche Lei, signor Presidente, la partecipazione democratica, sostenuta da forze sociali, sindacali e politiche, ha permesso all'Italia di non cedere al terrore. Dobbiamo continuare a tramandare lo stesso spirito d'amore per il nostro Paese perché i nostri ragazzi si sentano protagonisti del vivere civile. Grazie a tutti".

Quel tragico giorno

La mattina del 28 maggio 1974 una bomba collocata in un cestino di rifiuti presente nella piazza Loggia era esploso proprio mentre era in corso il comizio del sindacalista della Cisl Franco Castrezzati e del deputato del Partito Comunista Italiano Adelio Terraroli. Vi furono ben otto morti e cento feriti: Giulietta Banzi Bazoli (34 anni), Livia Bottardi Milani (31 anni), Euplo Natali (69 anni), Luigi Pinto (25 anni), Bartolomeo Talenti (56 anni), Alberto Trebeschi (37 anni), Clementina Calzari Trebeschi (31 anni) e Vittorio Zambarda (60 anni) persero la vita.

A distanza di ben 43 anni (nel 2017) e 11 processi la sentenza della Cassazione condannò definitivamente i due ordinaristi Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte: il primo è scomparso nel 2018. Un evento che, a livello storico, si pone come snodo della cosiddetta Strategia della Tensione, collocata cioè a metà strada tra le bombe di piazza Fontana a Milano e la strage alla stazione di Bologna.

Strage piazza loggia

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