Come ripartirà a settembre la scuola? A tu per tu con suor Anna Monia
Nota al grande pubblico per i suoi numerosi interventi sui media nazionali e in particolare per la sua presenza a “Quarta Repubblica” su Rete 4.
La scuola torna al centro del dibattito con una serie di dubbi. A settembre come ripartirà? In presenza? Con la DAD? E gli insegnanti che non si sono ancora vaccinati cosa devono fare?
A tu per tu con suor Anna Monia Alfieri
Di questi e di altri temi ne abbiamo parlato con suor Anna Monia Alfieri, religiosa delle Marcelline, laureata in Giurisprudenza nel 2001 e in Economia nel 2007, conseguendo anche il diploma superiore di Scienze Religiose; profonda conoscitrice dell’universo giovanile e in particolare del mondo della scuola è pure legale rappresentante dell’Istituto di Cultura e di Lingue Marcelline, collabora con Altis (Alta Scuola Impresa e Società) dell'Università del Sacro Cuore di Milano, fa parte della Consulta di Pastorale Scolastica e del Consiglio Nazionale Scuola della CEI.
Suor Anna Monia è anche nota al grande pubblico per i suoi numerosi interventi sui media nazionali e in particolare per la sua presenza a “Quarta Repubblica”, la trasmissione di Rete 4 condotta da Nicola Porro.
Come ripartirà a settembre la scuola?
Cosa ne pensa dell’ipotesi di vaccini obbligatori ai docenti? Più di 200 mila non si sono vaccinati.
“Non è costituzionalmente possibile la costrizione in materia di salute, soprattutto nella presente fase di sperimentazione dei vaccini; occorre quindi far leva sulla libertà che muove la responsabilità e quindi la corresponsabilità, con o senza vaccino e nel contesto di una informazione chiara e coerente, che non sempre si è verificata. I docenti se ne sono accorti e di conseguenza tentennano...”.
Quali sono state, per gli studenti, le conseguenze del covid?
“La curva del covid è al momento – e si presume stabilmente – in decrescita, mentre si è impennata e tende ad aggravarsi quella della deprivazione culturale, soprattutto nelle aree fragili del Paese. E’ sempre più marcato il divario fra il Nord e il Sud, dove c’è il rischio acclarato di una povertà educativa che degenera in “catastrofe educativa”, secondo l’espressione efficace di Papa Francesco. Ne approfitta la malavita di ogni tipo, attingendo a piene mani la manovalanza dei minori e dei giovani deprivati di cultura e di formazione a qualunque attività professionale. Questa è l’anticamera della povertà materiale e quindi della morte civile di un Paese e di una società”.
Come ripartirà la scuola a settembre? A chi tocca predisporre perché riapra?
“Come giustamente dichiara il ministro Bianchi, non è solo affare del Ministero o del Governo. Noi tutti cittadini dobbiamo avvertire l’urgenza di far ripartire la scuola, in presenza e seriamente, per i nostri ragazzi, sull’intero territorio nazionale. E’ assolutamente necessario, altrimenti non riusciranno a ripagare il debito che ora – se ben impiegato - ci salva, ma che in futuro potrà abbattere l’economia di una Nazione stressata e ignorante. Di conseguenza, mentre il Governo, il Ministero e gli uffici scolastici delle Regioni virtuose e organizzate, non hanno smesso di lavorare, e mentre le scuole statali e paritarie, con i docenti e i presidi, sono impegnati h24 a far ripartire le scuole con piani di sicurezza e organizzazioni didattiche adeguati, è necessario che anche i Genitori, le Associazioni, le società che gestiscono i servizi collaterali (ad es. i trasporti) diano il loro contributo di attenzione e assunzione di responsabilità”.
Può indicare un esempio di “Regione virtuosa”?
“Siamo tutti impegnati a superare i nodi di settembre, a partire dalla capienza delle aule, per garantire la ripartenza al 100% in presenza. Un comportamento altamente responsabile e fattivo è offerto dall’Ufficio Scolastico Regionale della Lombardia, che ha indetto una raccolta di dati riguardante gli spazi per una collaborazione possibile fra scuole statali e paritarie, tra gestione pubblica e gestione privata, comprese le realtà parrocchiali, puntando sulla necessità di unire tutte le forze vive della società lombarda. E’ auspicabile che ciò avvenga in tutto il Paese”.
Quali saranno le scelte in ordine alla DAD, la Didattica a Distanza?
“E’ un nodo enorme. Se apparentemente ha “salvato” due anni scolastici, in realtà ha contribuito ad accentuare i solchi tra Regioni e aree del Paese più e meno sviluppate dal punto di vista tecnologico. I ragazzi del Sud sono stati affossati, in particolare dove le Autorità hanno lasciato “libere” le famiglie di mandare o meno i figli a scuola. Si sono rovinati e a casa e a scuola, perché né gli uni né gli altri hanno concluso granché. L’idillio della bambina seduta al banco, sul prato, intenta al pc, mentre le caprette del padre brucano tranquille nel contesto di una conca alpina, è inimmaginabile per le famiglie numerose alle prese con i cellulari, in un unico locale, senza pc, senza scanner e stampante, senza connessione adeguata... Quindi si agisca con una conferenza Stato-Regioni, perché ogni bambino italiano, dovunque viva, abbia il diritto di imparare e di formarsi nella comunità scolastica. Nessuno resti in balìa del proprio Governatore”.
Quali le soluzioni possibili?
"Occorre cercare di colmare questo vuoto culturale e formativo, come il Ministero sta facendo con la proposta del Piano estate 2021 e con la partecipazione di chi vi ha aderito con generosità e competenza. In prospettiva è necessario puntare ad una scuola pubblica statale autonoma che, se si gioca bene la sua autonomia, potrà dimostrare che è l’unica strada percorribile per recuperare i ragazzi dal baratro. Occorre anche puntare ad una scuola pubblica paritaria libera per i genitori che hanno il diritto di sceglierla: con la legge di bilancio le famiglie potranno accedere ai fondi che consentiranno loro di esercitare il proprio diritto costituzionale alla libertà di scelta educativa e formativa, oggi in parte presente solo al Nord. Il dramma: chiuse quasi tutte le scuole pubbliche paritarie al Sud, la formazione si indirizza verso un’unica direzione, priva del salutare stimolo della concorrenza. Il degrado andrà peggiorando".
Un’ultima questione: come si risolverà la mancanza di docenti e il “carosello delle cattedre”?
"Con il censimento dei docenti e delle cattedre disponibili. La carenza di organico è dovuta all’annosa questione dei posti di lavoro inesistenti, perché nessun ingegnere o avvocato in Italia ha la garanzia, una volta laureato, di trovare un posto fisso a tempo indeterminato sotto casa o nella stessa città... precari e esiliati sono il frutto di questa illusione ingannevole, alimentata dai sindacati da almeno trent’anni. Un altro aspetto drammatico è il ritardo nello svolgimento dei concorsi a cattedre e abilitanti, che danneggia la Scuola Pubblica tutta, paritaria e statale. Migliaia di docenti sono licenziati a giugno e riassunti a settembre, da anni, perché impossibilitati a completare l’iter professionale, con ricadute disumane sulla loro vita familiare. Chi ne parla? Quindi avanti tutta, verso la legge di bilancio e la ripresa del Paese. Senza cultura, anche il Colosseo sarà una montagna di vecchie pietre sconnesse...buono per una foto con il finto gladiatore".