Oltre 800 giorni di conflitto

Bombe su Kharkiv, numerose persone intrappolate sotto le macerie, ma ora anche Macron e Cameron "giocano alla guerra"

"Pericolose" uscite di Macron e Cameron sull'invio di soldati e l'uso di armi. Mosca lancia avvertimenti, Tajani precisa: "L'Italia non ci sta"

Bombe su Kharkiv, numerose persone intrappolate sotto le macerie, ma ora anche Macron e Cameron "giocano alla guerra"
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Bombe su Kharkiv, numerose persone intrappolate sotto le macerie. E' l'aggiornamento più drammatico in queste ultime ore della guerra in Ucraina che ha superato gli 800 giorni dopo l'invasione della Russia.

E una soluzione in tempi brevi brevi non sembra profilarsi all'orizzonte.

E anzi le diplomazie e i diversi ministri degli Esteri impegnati a seguire l'evoluzione degli eventi hanno il loro bel daffare nello scongiurare pericolose e avventate "fughe in avanti".

Non solo l'azione russa, le parole di Macron e Cameron

Ecco perché in queste ultime ore non c'è grande attenzione solo sull'azione militare della Russia, ma anche sulle "uscite verbali" riguardo le dinamiche del conflitto e la posizione degli altri Stati dell'Europa.

In particolare guardando a quanto detto dal numero uno francese Emmanuel Macron o dal ministro britannico David Cameron, primo ministro dal 2010 al 2016 e ora segretario di Stato per gli Affari esteri.

La "fuga in avanti" di Francia e Gb: soldati in Ucraina?

Cosa è accaduto nelle scorse ore? L'Europa (e il mondo) hanno registrato la posizione di Francia e Inghilterra.

Da Parigi il presidente francese ha detto di "non escludere un invio di uomini a Kiev se Mosca sfonda il fronte".

Dall'Inghilterra gli aveva fatto eco appunto Cameron che ha aggiunto: 

"L'Ucraina ha il diritto di utilizzare armi inglesi per attacchi contro i russi".

Il richiamo di Tajani, l'avvertimento di Mosca

A stretto giro di posta, inevitabili non sono tardate le reazioni.

Direttamente, per quanto riguarda il nostro Paese, la posizione del ministro degli Esteri Antonio Tajani nel richiamare tutti alla calma e alla prudenza è stata chiara, in particolare proprio dopo le parole soprattutto di Macron:

Il presidente francese Emmanuel Macron
Il presidente francese Emmanuel Macron

"Noi non siamo in guerra con la Russia, non manderemo soldati italiani".

Una posizione diplomatica che del resto ha trovato ampia giustificazione nella reazione subito avuto dal Cremlino alle esternazioni arrivate da Francia e Inghilterra, con un avvertimento piuttosto eloquente:

"Le parole di Macron e Cameron sono pericolose, c'è il rischio escalation".

La realtà come detto del resto è quella di una guerra che doveva essere "lampo" e che ha invece superato gli 800 giorni con l'Ucraina che si presenta sempre più come uno Stato ormai allo stremo delle forze.

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