Affacciati sui fiumi

Dora Baltea, dalle falde del Monte Bianco alla città industriale di Adriano Olivetti

Impareggiabile la visita dei tanti castelli valdostani che costeggiano il fiume, da Fénis a Verrès fino al Forte di Bard

Dora Baltea, dalle falde del Monte Bianco alla città industriale di Adriano Olivetti
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Nasce ai piedi del Monte Bianco, attraversa tutta la Valle d’Aosta e finisce nel Po dopo aver attraversato una buona parte di Piemonte, il Canavese in particolare. È la Dora Baltea la protagonista di questo viaggio. Nella prima parte segnato soprattutto da elementi risalenti agli antichi romani e da imponenti castelli soprattutto medievali. Sì, perché in Valle d’Aosta, la Dora Baltea passa ai piedi del castello di Aymavilles e del castello reale di Sarre prima di arrivare al capoluogo Aosta, soprannominata la “Roma delle Alpi”: sosta obbligata per ammirarne almeno la Porta Pretoria, il Teatro Romano e l’Arco di Augusto.

Aosta, Arco di Augusto alle porte della città

E via poi con altri castelli, uno più bello e suggestivo dell’altro: quello di Fénis, il più famoso e dall’architettura scenografica, con la doppia cinta muraria merlata che racchiude l'edificio centrale e le numerose torri, ma anche il castello Gamba di Châtillon, il massiccio maniero di Verrès o il più elegante castello di Issogne fino al Forte di Bard, un complesso fortificato fatto riedificare nel XIX secolo da Casa Savoia sulla rocca che sovrasta il borgo.

Il Forte di Bard

Entrati in Piemonte, una prima sosta la meritano il castello di Montestrutto che sorge in cima a uno sperone roccioso all'imboccatura della Valle d'Aosta che presenta uno stile neogotico, e soprattutto il complesso paleocristiano formato dalla pieve di San Lorenzo, ricca di affreschi, e dal battistero di San Giovanni Battista, una delle vestigia più antiche del Canavese, risalente verosimilmente alla seconda metà del IX secolo, una tappa importante per viaggiatori e pellegrini che si muovevano lungo la via Francigena, entrambi a Settimo Vittone.

Settimo Vittone, Pieve di San Lorenzo e Battistero ottagonale

Raggiungiamo, quindi, la città di Ivrea, nota nel mondo per il suo illustre cittadino Adriano Olivetti per l’omonima azienda fondata dal padre Camillo che in passato è stata una delle più importanti al mondo nel campo delle macchine per scrivere, da calcolo e dell'elettronica. Cosa vedere? Innanzitutto la città industriale a cui Olivetti diede vita, oggi Patrimonio dell’UNESCO, in particolare visitando il MAAM – Museo a cielo aperto dell’architettura moderna, con il suo percorso di circa due chilometri che permette di apprezzare gli edifici più rappresentativi della cultura olivettiana, tra cui fabbricati dedicati ai servizi sociali, alla produzione, alla ricerca e abitazioni civili. Non lasciate la città senza aver visitato anche il Castello di Ivrea, a pianta trapezoidale con quattro torri cilindriche angolari alte 34 metri, la vicina cattedrale e, naturalmente, Il Ponte Vecchio, il più antico della città di Ivrea, costruito proprio sulla Dora Baltea.

Il Castello di Ivrea

Scendendo verso il Po, ultima tappa a Mazzè, nota per il suo castello situato sul Colle di San Michele e affacciato sull'ampia ansa della Dora Baltea che scorre ai piedi della rupe. Edificato sui resti di un antico fortilizio di epoca romana, ha subito nel corso del tempo numerose integrazioni e rimaneggiamenti, soprattutto in chiave neogotica.

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