Earth Day 2024: per l'ambiente, c'è chi l'arte la "usa" come strumento di protesta e chi... la imbratta
Esplorando il legame tra arte e sostenibilità in occasione dell'Earth Day 2024: da Artists for the Earth alla controversia degli attacchi alle opere d'arte, un'analisi del ruolo cruciale dell'arte nel promuovere consapevolezza e azione nella crisi climatica
L'Earth Day 2024, fissato per il 22 aprile, offre l'opportunità di contemplare il legame tra la crisi climatica e l'arte. Se da un lato, iniziative come Artists for the Earth spingono per l'uso dell'arte come strumento educativo e di mobilitazione per l'ambiente, dall'altro, una nuova ondata di attivismo, a partire da maggio 2022, ha visto intensificarsi gli attacchi a musei e ad opere simboliche. Questo rapporto complesso solleva domande sul perché l'arte sia uno strumento così potente per lanciare messaggi globali, ma anche sulle tensioni che essa può suscitare.
Earth Day in pillole
Fondata nel 1970 negli Stati Uniti da Gaylord Nelson in risposta a un disastro petrolifero, l’Earth Day è una festa annuale che continua a riunire milioni di persone in tutto il mondo per sottolineare l'importanza cruciale di proteggere il nostro pianeta. Quest'anno il richiamo all'azione è più pressante che mai, in seguito alla pubblicazione a gennaio 2024 di un nuovo rapporto della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) degli Stati Uniti, che rivela un aumento da record delle temperature globali nel corso dell’anno 2023.
Il tema del 2024, 'Pianeta contro Plastica', mette in evidenza l'emergenza del problema della plastica nell'ambiente, con la richiesta di una riduzione significativa entro il 2040. Questa campagna – che si autodefinisce come un “movimento” più che un giorno –, guidata da Earthday.org, è un appello a porre fine al dilagare della plastica e a proteggere la salute di tutte le forme di vita sulla Terra. Mentre ci prepariamo a celebrare l'Earth Day il 22 aprile, dobbiamo riflettere sull'urgenza di agire ora per salvaguardare il nostro pianeta per le generazioni future.
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La campagna Artists for the Earth
Tra le iniziative di “Earth Day” troviamo “Artists for the Earth”: si tratta di una campagna organizzata dal movimento Earth Day che mira a coinvolgere artisti e organizzazioni culturali in tutto il mondo per affrontare le critiche questioni ambientali attraverso l'arte. Il progetto si basa sulla convinzione che l'arte abbia il potere di connettere emotivamente le persone con la natura e sensibilizzare sulle sfide ambientali che affrontiamo. Attraverso l'esposizione di opere d'arte, l'integrazione della programmazione artistica ambientale nei curricula educativi e l'uso dei social media, Artists for the Earth cerca di creare una conversazione globale sul cambiamento climatico e di ispirare azioni concrete per proteggere il pianeta.
Ciò che rende questa iniziativa straordinaria è la sua accessibilità a tutti: ogni singolo individuo può decidere di diventare un Artista per la Terra – semplicemente iscrivendosi nella sezione omonima del sito ufficiale di Earth Day. Questo può avvenire attraverso la condivisione di progetti creativi sull'ambiente, come cortometraggi, poster, canzoni, poesie, disegni, sculture. In alternativa, si può promuovere e organizzare localmente mostre d'arte, workshop educativi, conferenze, concerti e altri eventi che coinvolgano la comunità nel dialogo e nell'azione per la protezione ambientale.
L’altro lato della medaglia: quando l'attivismo ambientale colpisce l'arte
Artists for the Earth rappresenta solo una delle molteplici iniziative che promuovono l'arte come strumento unificatore e catalizzatore per sensibilizzare sul cambiamento climatico. Tuttavia, il rapporto dell’arte con l'ecologismo è più complesso e non si limita alla collaborazione. In un'epoca segnata dalla crisi climatica, gli attivisti ambientali hanno trasformato le sale espositive dei musei in luoghi di protesta, adottando azioni provocatorie come il lancio di zuppa, vernice e cibo sulle opere d'arte iconiche per attirare l'attenzione sulla distruzione del pianeta. Ma cosa si cela dietro queste azioni e quale impatto hanno sul dibattito pubblico e sul rapporto tra arte e cambiamento climatico?
La risposta risiede in parte nella natura simbolica di tali azioni. Il lancio di vernice e cibo sui vetri protettivi delle opere d'arte è molto più di un atto di vandalismo casuale: è una dichiarazione contro l'apatia e l'inerzia che circondano la crisi climatica. Gli attivisti non mirano a danneggiare l'arte, ma piuttosto ne comprendono il potere nel plasmare l'immaginario collettivo e vogliono utilizzarlo per scuotere le coscienze e stimolare una discussione urgente sul nostro futuro sulla Terra.
L'aumento delle temperature globali, le morti di massa degli organismi marini a causa delle onde di calore marine e le conseguenze sempre più gravi degli incendi boschivi sono solo alcuni segnali inequivocabili della crisi che stiamo affrontando. In un mondo in cui la carenza di cibo e l'instabilità ambientale minacciano la sopravvivenza stessa della vita sulla Terra, gli attivisti ritengono che l'arte debba assumere un ruolo più incisivo nel narrare queste storie.
Il "canone sacro" dell'arte
La scelta di attaccare opere d'arte specifiche è stata deliberata e strategica. I dipinti selezionati – di artisti rinomati come Van Gogh, Klimt, Monet, Vermeer, Constable, Da Vinci, e altri – fanno parte del "canone sacro" dell'arte, considerati intoccabili trofei della classe degli asset e oggetti di investimento per gli ultraricchi. Gli attivisti intendono mettere in discussione questa concezione, suggerendo che questa stessa arte sia stata complice nel perpetuare il sistema economico e culturale che ha portato alla crisi climatica. Questa trasgressione superficiale mira a provocare una reazione viscerale nel pubblico, costringendolo a confrontarsi con le proprie priorità e valori.
Guardando alla storia, troviamo esempi di attivisti che hanno usato l'arte come bersaglio per promuovere cause politiche e sociali. Mary Richardson, nel 1914, tagliò la Venere del Rokeby di Velázquez come atto di protesta per la giustizia umana, mentre Tony Shafrazi spruzzò vernice su Guernica di Picasso per condannare il massacro di My Lai durante la guerra del Vietnam. Questi gesti provocatori hanno suscitato reazioni intense e divise, ma hanno anche generato discussioni e riflessioni su temi importanti.
Perché i musei finiscono nel mirino?
Le opere d’arte subiscono l’attacco fisico, ma quello morale ed etico si rivolge, in realtà, ai musei. Spesso accusati di sottovalutare o ignorare la crisi climatica, molti di essi hanno ricevuto pressioni per ridurre i finanziamenti provenienti dalle compagnie petrolifere, principali responsabili dell'inquinamento globale da carbonio. Queste istituzioni culturali, che potrebbero avere un ruolo cruciale nel sensibilizzare sul cambiamento climatico, sembrano spesso disconnette dal discorso ambientale.
La funzione dell'arte dovrebbe essere quella di riflettere il mondo in cui viviamo e spingere le persone a confrontarsi con le emergenze che affrontiamo. Tuttavia, gli attivisti sostengono che l'arte spesso manchi di questa urgenza e pertinenza, concentrando invece l'attenzione su temi meno cruciali. In risposta alle critiche, i musei condannano queste azioni come attacchi alle opere d'arte di inestimabile valore. Tuttavia, per persone come Favianna Rodriguez, un'artista e attivista per la giustizia climatica, le proteste stesse possono essere considerate una forma d'arte. Rodriguez sottolinea che la protesta è come il teatro, una creazione di una contro-narrazione che sfida lo status quo.
Oltre la conflittualità: l’arte come motore di sensibilizzazione ambientale
In risposta a un periodo di stasi e indifferenza, gli attivisti, forse inavvertitamente, rivelano il vero valore intrinseco dell'arte. Quest'ultima non è semplicemente una merce del mercato estetico, bensì un potente strumento di espressione del dissenso e di sensibilizzazione. L'utilizzo dell'arte e l'impatto delle azioni possono generare un'energia trasformativa che ci aiuta a superare l'apatia e l'inazione di fronte alle sfide che affrontiamo. Specialmente in un paese ricco di patrimonio artistico come l'Italia, l'arte non dovrebbe essere considerata solamente un intrattenimento per esteti, studiosi o turisti, ma piuttosto un veicolo per stimolare la riflessione e promuovere il cambiamento sociale.
È proprio questo potere educativo che collega gli attivisti alla campagna di Artists for the Earth: entrambi condividono l'idea di un'arte in grado di trasmettere messaggi significativi e di sensibilizzare, sia come strumento che come risultato stesso del messaggio. Dobbiamo concentrarci su questo valore educativo per suscitare interesse e coinvolgimento nella comunità, spingendo verso azioni concrete e un cambiamento positivo, in primis nell'ambito ambientale.
L'Europa è il continente che si sta scaldando di più
Il 2023 è stato “l’anno più caldo o il secondo più caldo mai registrato, a seconda del set di dati utilizzato”. Con temperature che in Europa “sono state superiori alla media per 11 mesi all’anno, compreso il settembre più caldo mai registrato”.
Il rapporto sullo Stato del clima in Europa 2023 (Esotc 2023), curato dal servizio europeo di monitoraggio dei cambiamenti climatici Copernicus e dall’Organizzazione meteorologica mondiale (Omm), parla chiaro:
“Per l’anno intero, la temperatura media della superficie dei mari in Europa è stata la più alta mai registrata”. In particolare, “a giugno, l’oceano Atlantico a ovest dell’Irlanda e intorno al Regno Unito è stato colpito da un’ondata di caldo marino classificata come ‘estrema’ e in alcune aree ‘oltre l’estremo’, con temperature marine superficiali fino a 5 gradi centigradi sopra la media”.
D’altra parte, quello europeo è il continente che si sta scaldando più rapidamente, con un aumento della temperatura media circa doppio rispetto a quello globale.
A cura di Sara Giovenzana