"No" all'estrema destra e a Vannacci: cosa chiedono i dissidenti della Lega a Salvini
Una ventina tra parlamentari, ex militanti storici e amministratori locali ha scritto una lettera al segretario nazionale
Tornare alle origini per non morire. Dopo la "rivolta" del Veneto, una lettera di quelli che sono già sono stati subito appellati come "dissidenti".
E' stata indirizzata a Matteo Salvini da amministratori locali ed ex eletti della Lega.
Tre i punti principali: tornare al sano pragmatismo, "rompere" con l'estrema destra in Europa e non candidare proprio alle elezioni europee il generale Vannacci.
"Matteo, torna alle origini", l'appello dei dissidenti leghisti
Sono le richieste avanzate nelle scorse ore da una ventina di ex parlamentari, dirigenti e amministratori della Lega, attivi nei territori del Nord, in vista della prossima tornata elettorale europea (con vista anche su Umbria e soprattutto Piemonte, e su molti rinnovi di Amministrazioni comunali) dell'8 e del 9 giugno.
Una lettera di dissenso, ma anche nostalgica nei contenuti e nei programmi dove infatti si legge:
"E' necessario tornare al più presto al pragmatismo della vecchia Lega che ci ha sempre portati alla ricerca di collocazioni utili al raggiungimento degli obiettivi, rompendo le alleanze con gli estremisti europei, a partire dai tedeschi di Afd. Del resto, chi non ha la nostra naturale repulsione nei confronti di fasci e svastiche?".
"Vannacci? No, grazie"
Dall'accenno alle alleanze in Europa è anche emerso il dissenso ormai sempre più palese riguardo la possibile (ma forse ora meno certa) candidatura del generale Roberto Vannacci, tanto che nella lettera si legge ancora:
"...ha una forte marcatura nazionalista, totalmente estranei al nostro movimento".
Una richiesta quest'ultima che in effetti sembra essere arrivata in contemporanea a un ripensamento dello stesso leader Matteo Salvini che nella trasmissione Belve, ieri sera, ha preso le distanze dalle posizioni "estremiste e intolleranti" del generale sugli omosessuali.
I dubbi di Salvini
Tanto è vero che proprio sulla candidatura di Vannacci (addirittura si era finora sempre parlato come capolista in tutte le circoscrizioni), il segretario nazionale e vicepresidente del Consiglio ha risposto:
"Ci sto riflettendo. Non condivido quanto ha detto sugli omosessuali, ma se fosse candidato ne sarei felice, lo stimo molto e condivido mote sue idee, anche se non tutte. Per me uno può essere omosessuale, eterosessuale, transessuale, bisessuale, polisessuale…L'ultima delle mie intenzioni è entrare nella vita privata della persone".
I dissidenti, dal deputato ultrà all'ex sindaco di Monza
Come detto, la lettera-appello è stata scritta e firmata in calce da una ventina di ex parlamentari, dirigenti e amministratori della Lega, attivi soprattutto nei territori del Nord, le zone che più stanno manifestando il proprio malcontento verso la gestione 4.0 della Lega targata Salvini.
Tra i firmatari, anche persone che nel frattempo sono usciti dal partito, non condividendo la linea politica del leader, altri che non stati più ricandidati, altri ancora che sono stati espulsi.
Ecco allora che tra chi ha firmato la lettera ci sono Cristian Invernizzi, già segretario Provinciale a Bergamo e deputato dal fino al 2022, Paolo Grimoldi Segretario Lega Lombarda dal 2015 al 2021, fondatore del coordinamento Federale MGP, gli ex deputati Daniele Belotti (esponente della curva dell'Atalanta).
Quest'ultimo anni fa era stato imputato e prosciolto in un maxi processo proprio riguardante il mondo ultrà, mentre in tempi più recenti si era reso protagonista di una protesta contro la mancata estradizione dalla Francia di terroristi.
E poi ancora Jari Colla, Luca Paolini, Germano Racchella, l'ex viceministro allo sviluppo economico Dario Galli e tanti amministratori locali, tra cui l'attuale sindaco di Senago, Magda Beretta, Tiziano Belotti, sindaco di Rovato, Renato Pasinetti Sindaco di Travagliato, Andrea Monti (ex assessore della provincia Monza e Brianza, ex consigliere regionale e ora sindaco di Lazzate, storico feudo leghista) e infine l'ex primo cittadino di Monza, Marco Mariani, uno dei "padri fondatori" della Lega insieme a Umberto Bossi.
Gli altri temi
La lettera recapitata a Salvini, oltre ai motivi di dissenso, contiene anche una serie di spunti propositivi dove di fatto il leader viene invitato a orientare il partito verso azioni costruttive e concrete.
E così sul tavolo sono state poste questioni come l'immigrazione, la qualità dell'alimentazione, l'agricoltura, le politiche ambientali, industriali e la sfida energetica.
Nella lettera si legge esplicitamente:
"E' fondamentale riuscire a dare risposte concrete ai cittadini, evitando l'appannamento dell'interesse degli iscritti e un affievolimento della loro partecipazione".