Fortuna... in ritardo

Impiegato precario trova 160 milioni di lire in una cassapanca: un tesoro che ora è carta straccia

Per la Banca d'Italia non valgono nulla, ma un articolo del Codice civile potrebbe rappresentare una svolta positiva alla vicenda

Impiegato precario trova 160 milioni di lire in una cassapanca: un tesoro che ora è carta straccia
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Trovare un tesoro è il sogno di chiunque. Ma passare dalla gioia alla rabbia e alla disperazione è un attimo. E' quello che è successo a un impiegato precario di Sondrio, che per caso ha trovato in una vecchia cassapanca della nonna 161 milioni di vecchie lire. Una cifra da sogno, peccato che oggi sia carta straccia...

Trova un tesoro in una cassapanca

Non è certo il primo caso (e probabilmente non sarà l'ultimo). Un cittadino di Sondrio, impiegato in un call center con un contratto da precario, ha pensato di poter dare una svolta alla propria vita. Sistemando casa ha infatti trovato una vecchia cassapanca della nonna. Immaginate la sua sorpresa, quando l'ha aperta, nel trovare centinaia di banconote. Un tesoro da 161 milioni di lire, che però tanto tesoro non è...

La doccia fredda

L'uomo si è infatti subito rivolto alla Banca d'Italia, che lo ha gelato. Quando ha chiesto se e come convertire in euro la cifra trovata, infatti, si è sentito rispondere che non è possibile dato che sono passati più di dieci anni dal cambio di valuta.

Cosa dice la legge

La questione qui si fa spinosa. Perché da una parte c'è la Legge, che parla di prescrizione decennale che impedisce il cambio di valuta, ma dall'altra c'è l'articolo 2935 del Codice civile, che sancisce che la prescrizione decorre dal momento in cui il soggetto coinvolto può far valere il suo diritto. E dunque dal momento del ritrovamento del malloppo.

Facile immaginare, dunque, che vista l'entità della somma di cui stiamo parlando, la vicenda finirà in Tribunale, e potrebbero volerci anni per una soluzione.

I buoni fruttiferi in soffitta

Come detto, non si tratta di un caso unico, anzi. L'ultimo risale a poche settimane fa, quando Alfredo Di Trani a Pombia, in provincia di Novara, nella soffitta della casa di famiglia ha ritrovato un vero e proprio bottino: due pezzi di carta dal valore inaspettato. Si trattava infatti di due buoni postali fruttiferi, emessi nel 1947, per il valore nominale di mille lire ciascuno.

Due titoli che oggi varrebbero circa 31.500 euro, ma per i quali sarà necessaria la stessa trafila, che potrebbe non portare a nulla...

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