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Laura Ziliani non fu uccisa per denaro, i giudici: "Il trio criminale voleva gratificarsi l'ego"

Ad esaltare i tre vi sarebbe stata anche la volontà di ricalcare modalità cruente ispirate alle loro serie tv preferite: fra tutte, in particolare, Breaking Bad

Laura Ziliani non fu uccisa per denaro, i giudici: "Il trio criminale voleva gratificarsi l'ego"
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Inquietanti le motivazioni – secondo i giudici dei Brescia – che hanno spinto Mirto Milani e le sorelle  Silvia e Paola Zani, figlie della vittima, a uccidere Laura Ziliani  l'ex vigilessa 55enne di Temù, assassinata da quello che è stato definito il "Trio Criminale":

"Gratificare l'ego del gruppo e celebrare adeguatamente la loro coesione".

E, sulla scia di questa depravazione valoriale collettiva, ad esaltare i tre vi sarebbe stata anche la volontà di ricalcare modalità cruente ispirate alle loro serie tv preferite: fra tutte, in particolare, Breaking Bad. Il denaro, quindi, secondo le toghe, non sarebbe stato il movente dell’orrore.

Laura Ziliani: "Uccisa per gratificare l'ego"

I tre, rei confessi dell'omicidio e condannati in primo grado all'ergastolo lo scorso dicembre non avrebbero quindi agito per denaro. Come spiega Prima Lecco, è quanto si evince dalle motivazioni della sentenza - un corposo documento di quasi 100 pagine - ora depositate ufficialmente.

"I tre - scrive la corte - hanno agito di concerto tra loro concorrendo a comporre, ciascuno per la propria parte, il mosaico del progetto criminoso".

Mirto Milani

Secondo il presidente della Corte d'assise di Brescia Roberto Spanó  non reggerebbero il movente economico e tantomeno quello dell'odio da parte del trio nei confronti della 55enne.

Nelle motivazioni si legge che "l'unica persona che ha mostrato un reale interesse per certi versi spasmodico per il patrimonio della defunta Laura Ziliani è stata la madre di Mirto Milani. Il ruolo debordante da convitato di pietra assunto dalla donna può avvalorare il sospetto che il figlio l'abbia messa sin da subito a conoscenza dell'omicidio, come parrebbe comprovato nei messaggi inviati dall'imputato dal carcere allo scopo di depistare le indagini, nonché delle cautele adottate dai due per impedire la captazione delle loro conversazioni".

Ispirati alle serie tv

“L’omicidio in sé considerato non costituiva ai loro occhi un progetto abbastanza ambizioso e accattivante per poter celebrare adeguatamente la loro coesione”.

Dunque hanno tratto ispirazione dalle serie televisive di cui sono grandi appassionati, su tutte Breaking Bad, in un miscuglio di tecniche e idee sfociato in un progetto “grottesco”.

Si è assistito, osservano i giudici, “a una recita di un copione per molti versi stucchevole e parodistico, ove sono confluiti piante venefiche ed alambicchi, pastiglie ustionanti, citotossine in uso al Kgb, intercettazioni domestiche, video artigianali, depistaggi grossolani; codici cifrati, disperazioni artefatte, simulati tentativi di suicidio in luoghi scenografici, poliamori e fratture sentimentali, discolpe ed accuse, messaggi subliminali”.

Ziliani con le figlie assassine

Secondo quanto ricostruito attraverso le indagini nella notte fra il 7 e l'8 maggio 2021 Laura Ziliani, nell'abitazione di famiglia a Temù, venne prima stordita con un muffin preparato per la Festa della Mamma, imbottito con una dose massiccia di benzodiazepine e quindi soffocata nel suo letto. Passarono esattamente tre mesi prima che venisse casualmente ritrovato il cadavere, sepolto lungo l'argine del fiume Oglio, a poche centinaia di metri dall'abitazione.

Il dramma della sorella invalida

In una storia familiare così degradata, resta l’ultimo dramma. Oltre alle due sorelle killer, Silvia la maggiore e Paola la minore, c'è una terza sorella Lucia, affetta da un lieve ritardo cognitivo, emarginata dal duo criminale e di fatto rimasta sola. Il padre Enrico Zani era morto nel 2012 in un incidente in montagna.

I giudici, che hanno considerato le due figlie condannate al massimo della pena indegne dell'eredità materna, hanno previsto una provvisionale di 200mila euro nei confronti della sorella disabile, e disposto risarcimento di 100mila euro per l'anziana madre dell'ex vigilessa e nonna di Lucia, della quale ora dovrà prendersi cura. Ai due fratelli della donna uccisa un risarcimento di 50mila ciascuno.

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