6 ore di mediazione

Accordo sui licenziamenti tra Governo e sindacati: "Ricorrere prima alla cig"

Resta il blocco soltanto per il settore tessile, per quello della moda e per il calzaturiero. Obbligo per tutti di utilizzare le 13 settimane di cig ordinaria disponibili.

Pubblicato:
Aggiornato:

Il giorno precedente lo sblocco dei licenziamenti, che scatta oggi, giovedì 1 luglio 2021, si è trovato l'accordo dopo settimane incandescenti, segnate da profonda agitazione fra le parti sociali: sindacati da una parte e Confindustria dall'altra; ma anche all'interno dell'Esecutivo, dove i differenti approcci al tema dei partiti si sono fatte sentire. Una trattativa a Palazzo Chigi di oltre 6 ore prima di arrivare alla firma di Cgil, Cisl e Uil a Confindustria che hanno vergato un avviso comune, siglato anche dal premier Mario Draghi e dal ministro del Lavoro Andrea Orlando.

IL VIDEOSERVIZIO:


C'è l'accordo sui licenziamenti

Si prevede un impegno a far ricorso a tutti gli ammortizzatori sociali esistenti prima di ricorrere ai licenziamenti. Si apre anche un tavolo permamente di confronto per monitorare l'andamento occupazionale in questa fase di ripresa dell'attività post Covid, in vista del superamento del blocco dei licenziamenti in scadenza il 30 giugno.

Non cambiano invece le norme; si arriverà al Consiglio dei Ministri a far approvare il decreto che conferma il blocco solo per il settore tessile, per quello della moda e per il calzaturiero. In ogni caso vige l'obbligo per tutti di utilizzare le 13 settimane di cig ordinaria disponibili.

Posizioni a confronto

Un incontro iniziato con un pesante carico: i sindacati sul piede di guerra si erano già dichiarati pronti alla mobilitazione. Nella trattativa sono stati coinvolti, a distanza, anche i rappresentati degli industriali non presenti a Palazzo Chigi. Il risultato è in una nota, condivisa, di dieci righe:

"Le parti sociali alla luce della soluzione proposta dal Governo sul superamento del blocco dei licenziamenti si impegnano a raccomandare l'utilizzo degli ammortizzatori sociali che la legislazione vigente ed il decreto legge in approvazione prevedono in alternativa alla risoluzione dei rapporti di lavoro. Auspicano e si impegnano, sulla base di principi condivisi, ad una pronta e rapida conclusione della riforma degli ammortizzatori sociali, all'avvio delle politiche attive e dei processi di formazione permanente e continua".

Stemperata la tensione al termine delle 6 ore di trattative con Cgil, Cisl e Uil che definiscono "un primo importante passo" la quadra ottenuta.

"E' un risultato che risponde alla mobilitazione che c'è stata sabato, l'unità sindacale lo ha prodotto. In questa dichiarazione è previsto l'impegno per avviare il confronto per la riforma degli ammortizzatori e delle politiche attive", spiega il leader della Cgil Maurizio Landini.

"Con l'accordo si rafforza quel dialogo sociale che abbiamo sempre promosso e che consente di avere più strumenti per lavoratori e imprese per gestire le crisi". Così il ministro del Lavoro, Andrea Orlando.

Capitale la mediazione dell'ex numero uno della Bce per ciò che concerne la posizione degli industriali. Confindustria non intendeva infatti introdurre alcun obbligo per le associate ad utilizzare le settimane di cassa integrazione prima di interrompere il rapporto di lavoro, disposta - pittosto - ad accettare una semplice "raccomandazione". Fondamentale per superare l'ostacolo il confronto telefonico tra il premier Mario Draghi ed il presidente Carlo Bonomi, presidente dell'associazione degli imprenditori.

"Un buon accordo stasera. La concertazione fa sempre fare passi avanti e aiuta imprese e lavoratori. Ne eravamo convinti, lo auspicavamo fortemente e l'accordo di stasera lo conferma. Sindacati, imprese e governo hanno stasera dato un bel segnale al Paese. Bene", esprime soddisfazione su Twitter il segretario del Partito democratico, Enrico Letta.

Seguici sui nostri canali