Caporalato nel cantiere Esselunga, ieri in 5mila alla manifestazione di Firenze dopo la strage
Intanto sono discordanti le versioni delle tre aziende coinvolte nella produzione, posa e ancoraggio della trave crollata
Due versioni della stessa vicenda. All'indomani del sequestro, con tanto di sigilli già posti, del cantiere Esselunga di via Mariti, dove il crollo di una trave di cemento ha ucciso cinque operai, sono due le versioni raccontate dalle ditte operanti. Da una parte vi sono Aep Pavesi e soprattutto Rdb Italprefabbricati, l'azienda che ha prodotto la trave, dall'altra una terza azienda di Fidenza incaricata invece dell'ancoraggio e della messa in posa della trave stessa.
Le indagini proseguono nelle sedi delle varie ditte per controllare mail, computer, file e anche manufatti pronti ad essere spediti, alcuni proprio verso Firenze. Intanto sorgono nuove ombre sulla conduzione del cantiere di via Mariti. L'imam di Firenze ha infatti raccontato della possibilità concreta che fosse adottato il caporalato.
"Conosco criticità ma non posso raccontarle"
Dalla ditta di Fidenza, in provincia di Parma, che si occupa del montaggio di prefabbricati industriali, arriva il racconto del titolare Ettore Longinotti, intercettato dalla Rai in telefonata. Pur legato dal segreto istruttorio che non gli ha permesso di scendere nei particolari, Longinotti ha comunque ammesso di conoscere le criticità presenti nel cantiere.
"La trave è stata ancorata prima di Natale - ha spiegato -. Le altre sono state posizionate a gennaio. Non posso dire quali siano le criticità trovate, le so ma non sta a me dirlo. Noi avevamo fatto il nostro lavoro correttamente".
Un racconto che difatti smentisce e cozza con quanto invece pensato in precedenza ovvero che la trave non sarebbe stata invece ancorata correttamente e come ciò fosse risultato decisivo ai fini del crollo. Tra le varie ipotesi tenute in considerazioni da chi indaga anche come a cedere non sia stata la trave ma un dente sulla quale era poggiata. Ricostruzioni che si susseguono ma che ancora devono essere accertate. Anche il dente sarebbe stato prodotto da Rdb e posizionato dalla ditta di Fidenza. Ciò che è certo è come qualcosa non abbia funzionato quando gli operai hanno effettuato la gettata di cemento.
"Cedevano metà dello stipendio"
Nel frattempo ci ha pensato Izzedin Elzir, Imam di Firenze, ha gettare nuove ombre sulla conduzione del cantiere di via Mariti. Era già noto come due degli operai deceduti fossero irregolari, ad esso si aggiunge anche la possibilità che venisse adottato un sistema di caporalato da parte dei superiori.
"Ho sentito altri ragazzi alla moschea, erano regolari ma davano soldi anche a chi glielo aveva offerto il lavoro - ha raccontato l'Imam alla Rai -. In pratica come fosse caporalato. Lavoravano 12 ore e cedevano metà del loro stipendio".
In 5mila alla manifestazione di Firenze dopo la strage
Tute bianche e garofani bianchi. Sono i simboli di questa tragedia che ha colpito la città di Firenze. E' così che si sono presentati in cinque mila davanti al cantiere di via Mariti dove 16 febbraio 2024 sono morte cinque persone e rimaste ferite gravemente altre tre. Lavoratori e sindacati, insieme a loro tanti cittadini comuni, uniti nel dire "basta morti sul lavoro". E' il tempo di insorgere.
Sul palco Landini (Cgil) e Bombardieri (Uil)
Lo hanno detto a gran voce i segretari nazionali di Cgil e Uil, Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri:
"E' il tempo di cambiare le norme sul lavoro". E poi ancora la Legge Bossi - Fini perché "non possono solo essere sfruttati i migranti, ma bisogna cancellare quelle leggi balorde che li mettono in condizione, sotto ricatto, di dover lavorare in certe condizioni. Altro che chiudere le frontiere, qui bisogna aprire gli occhi e colpire quelli che sfruttano le persone".
"Bisogna innanzitutto far saltare questa logica degli appalti al massimo ribasso, della mancanza dei controlli e degli appalti a cascata", ha evidenziato il segretario di Uil, Pierlpaolo Bombardieri.
Altro punto cruciale dell'intervento è la proposta di estendere anche ai cantieri privati le regole del pubblico, oltre a introdurre la Legge sull'omicidio sul lavoro. Proposta però respinta in tempo reale dal ministro Carlo Nordio:
"Sono abbastanza contrario all'introduzione del reato di omicidio sul lavoro - ha detto, rispondendo al question time della Camera - Con l'esperienza dell'omicidio stradale, che ha aumentato a dismisura la pena, gli incidenti non sono diminuiti ma aumentati. Sono allo studio altre misure per contrastare il lavoro sommerso".
La risposta al Guardasigilli è arrivata dal palco improvvisato davanti al luogo della tragedia:
"A luglio avete introdotto l’omicidio nautico e non volete introdurre l’omicidio sul lavoro? Ma che coscienza avete?", ha tagliato corto il segretario Uil.
Sulla stessa lunghezza d'onda il sindaco Dario Nardella:
"Partire con un “no” alla vigilia di un confronto su un tema così grave non mi sembra un grande gesto di disponibilità al confronto, anche perché è una tragedia troppo grande per risolverla con un paio di riunioni e una normativa che rischia di essere sbagliata e frettolosa".
E' una folla con migliaia di persone, quella che ha riempito il quartiere di Rifredi, a nord della città di Firenze. Chi vestito con tute da cantiere, chi indossando dei caschetti da operaio, e tanti con fiori in mano. E' il simbolo di dolore della città gigliata, che ha risposto unanime al crollo dove il 16 febbraio 2024 sono morti 5 operai impegnati nella realizzazione di un supermercato.
Tra i presenti anche il fratello di una delle vittime, Mohamed Toukabri, 54enne tunisino:
"Mio fratello era in regola con il permesso di soggiorno - ha raccontato Sarhan Toukabri - Faceva questo lavoro non da tanto. Non so precisamente chi sia il colpevole, anch’io lo voglio sapere. Ma ci vuole sicuramente un po’ di sicurezza in più, per gli stranieri e per gli italiani. L’unico crollo giusto è quello dello sfruttamento".
Parole accolte tra la folla intonando slogan per dire "Basta alle morti sul lavoro", altri hanno hanno cantato Bella Ciao. A fianco del cantiere sono stati lasciati mazzi di fiori e messaggi di cordoglio. La Cgil, invece, ha distribuito mille garofani bianchi, quasi quanti i morti sul lavoro ogni anno in Italia, cento tute bianche e cento caschetti, tutti andati subito a ruba.
Comune e Misericordia hanno indetto una raccolta fondi
La città di Firenze e la Venerabile Arciconfraternita della Misericordia di Firenze sono al fianco dei familiari delle vittime dell’incidente nel cantiere di via Mariti per dare loro sostegno e aiuti attraverso una raccolta fondi.
Come aderire:
IBAN : IT40Z0306909606100000012576 - Presso Banca Intesa - Intestato a Ven. Arc. Misericordia di Firenze –
Causale: Donazione familiari vittime via Mariti