Inquinamento a Milano, la replica di Sala e Fontana e le contro misure. I cittadini pensano a una class action
Beppe Sala commenta: "Solite indagini di enti privati ma continuiamo a lavorarci". Fontana: "Conta la morfologia del territorio"
I dati restituiscono un ritratto impietoso: Milano è la terza città più inquinata al mondo: nel weekend appena trascorso infatti, ha battuto ogni record (in negativo). Scattano le contromisure mentre il sindaco Beppe Sala parla di “Solite indagini di enti privati”.
E mentre si parte con le contromisure, al via dal 20 febbraio 2024, c’è chi promette class action collettive per tutelare la salute dei cittadini nella morsa dello smog.
Milano: terza città più inquinata del mondo
Inquinamento alle stelle in Pianura Padana negli ultimi giorni, con i parametri che superano ogni limite. Secondo IQAir, l'aria di Milano, domenica 18 febbraio 2024, è stata classificata come la terza peggiore del mondo con un indice Aqi di 193, dietro solo a Lahore (Pakistan) con Aqi 252 e Dacca (Bangladesh) con Aqi 249.
Il sito svizzero ha anche avvertito che la concentrazione di PM2.5 a Milano è attualmente 27,4 volte superiore al valore guida annuale stabilito dall'Organizzazione mondiale della sanità per la qualità dell'aria.
Quali sono le cause?
Come riporta Prima Milano, le cause di questi livelli di inquinamento sono principalmente tre.
La situazione geografica e climatica della regione, chiusa da Alpi e Appennini, contribuisce alla scarsa circolazione d'aria e all'accumulo di inquinanti durante periodi di alta pressione e temperature elevate. Inoltre, l'alta densità di popolazione porta a un alto numero di veicoli e abitazioni che emettono gas inquinanti, mentre gli allevamenti intensivi e le coltivazioni agricole contribuiscono con l'uso di fertilizzanti che producono ossidi di azoto.
Questi fattori insieme causano una qualità dell'aria più nociva rispetto a molti Paesi dell'Est europeo che utilizzano ancora il carbone per la produzione di energia. Cosa possiamo fare per salvaguardarci? Tra i consigli, ci sono: evitare esercizio fisico all'aria aperta, tenere le finestre di casa chiuse per evitare l'ingresso di aria nociva, uscire indossando una mascherina e utilizzare purificatori d'aria.
Ma anche prima per inquinamento domestico
Ma il primato poco invidiabile di Milano in termini di inquinamento fa riflettere anche in ambito domestico.
Recenti studi condotti da Dyson hanno sollevato preoccupazioni significative, soprattutto per le abitazioni milanesi. I risultati del progetto globale Air Quality Connected Data, basato sull'analisi di dati raccolti da oltre 2,5 milioni di purificatori d'aria tra il 2022 e il 2023, rivelano una situazione allarmante.
In una metropoli come Milano, per alcuni mesi l’anno, l’aria che i cittadini respirano nelle loro case è ancora più dannosa rispetto a quella inquinata all’esterno. I livelli medi annui di PM2,5 (particolato fine) nelle case milanesi nel 2022 sono risultati 2,63 volte superiori rispetto a quelli all'aperto, una disparità maggiore rispetto a qualsiasi altra città esaminata. La situazione si è aggravata nei mesi di dicembre (3,46) e gennaio (3,48), raggiungendo un picco di 4,17 volte i valori esterni a marzo. Milano ha conquistato il poco invidiabile primato di città con la qualità dell'aria domestica peggiore a livello globale.
La difesa di Sala
"Sono le solite indagini e analisi estemporanee, gestite da un ente privato, che ogni tanto tira fuori queste cose qua, mi meraviglio anche di voi. Sono anche seccato di dover rispondere a domande su questioni che non esistono. Noi stiamo lavorando per migliorare l'aria. Arpa dice che l'aria è migliorata, ma io sostengo non abbastanza. Da qua al fatto che tutti andiamo dietro a una notizia fatta da un ente privato con nessuna titolarità... parliamo di cose serie".
Questa la perentoria affermazione del sindaco di Milano, Giuseppe Sala, commentando i dati dell'azienda svizzera di tecnologie per la qualità dell'aria IQAir.
"L'appello - ha aggiunto Sala - è a seguire i dati di Arpa e anche a fare delle cose e contestare semmai le cose che facciamo, se per esempio non è sufficiente, sbagliamo sull'Area B, sbagliamo a provare a fare le ciclabili, a provare a chiudere il Quadrilatero".
Inoltre, poiché il problema riguarda tutta la pianura padana, Sala ha commentato: "È per questo che stiamo chiamando anche Regione Lombardia al tavolo. Perché è chiaro che Milano da sola può fare ma fino a un certo punto".
"Limitare il riscaldamento negli edifici"
Per abbassare da subito l'inquinamento si può pensare ad un provvedimento per limitare il riscaldamento negli edifici, a partire dagli uffici comunali, ha suggerito Sala:
"Vediamo, lo si può anche fare. In generale siamo molto attivi e attenti. A questo non avevamo ancora pensato, ma quando c'è stato da ridurre la stagione termica l'abbiamo fatto e siamo pronti a farlo ancora. I tavoli esistono sulla carta ma non ci sono. Dobbiamo fare in modo che ogni tre mesi un tavolo regionale si incontri, si riattivi, e che ci sia anche un tavolo che faccia incontrare Comune, Regione e Città metropolitana".
Replica il presidente Fontana a margine di un incontro in Prefettura:
"Si può fare di più e sicuramente lo faremo. Però è chiaro che sono tutte iniziative che comportano dei cambiamenti che non possiamo pretendere dai nostri cittadini, dai nostri imprenditori, dai nostri agricoltori che vengano realizzate nello spazio di pochi mesi o di poche settimane, perché altrimenti creeremmo il blocco della Regione. Se dovessimo eliminare ogni tipo di inquinamento dovremmo bloccare la Regione e la Pianura Padana".
E ancora:
"Noi stiamo facendo dei miracoli per ridurre le emissioni in atmosfera di sostanze inquinanti con tutte le politiche che stiamo portando avanti per migliorare i riscaldamenti, le automobili, per agevolare le attività produttive a intraprendere un percorso di sostenibilità. Stiamo ottenendo dei risultati, da questo punto di vista, notevoli perché, come è stato ripetuto, abbiamo abbattuto le emissioni di tutte le sostanze inquinanti in misura estremamente rilevante e rientrando all'interno dei parametri previsti dall'Europa. Purtroppo - ha aggiunto -, come ripetiamo da tanto tempo, le condizioni morfologiche di questo territorio determinano una stagnazione anche delle poche sostanze che mettiamo in atmosfera".
"Nessuno di noi ha fatto miracoli: né Regione Lombardia, né Milano. Ciononostante noi stiamo continuando a cercare di fare qualcosa. Credo che la mia amministrazione abbia dimostrato, anche con decisioni divisive, di voler fare qualcosa sull'ambiente". Ha detto il sindaco di Milano, rispondendo al presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, che in precedenza aveva dichiarato che la Regione ha fatto miracoli per ridurre le emissioni di sostanze inquinanti.
Le misure speciali
L'allarme inquinamento fa scattare misure speciali a Milano e in Lombardia. Il superamento dei livelli di PM10 per 4 giorni consecutivi, in abbinamento con le previsioni meteo, spingono la regione ad adottare nuove regole - in particolare con limitazioni al traffico - in 9 province.
Le norme non riguardano solo Milano ma anche Monza, Como, Bergamo, Brescia, Mantova, Cremona, Lodi e Pavia.
Per contrastare l'allarme smog, si interviene in particolare sul traffico privato. Nei Comuni con più di 30.000 abitanti delle province coinvolte è prevista la limitazione alla circolazione tutti i giorni nella fascia 7.30-19.30 per tutti i veicoli Euro 0 e 1 di qualsiasi alimentazione e per i veicoli Euro 2, 3 e 4 a gasolio.
Rispetto a quelle previste dalle misure permanenti, le limitazioni si applicano anche nelle giornate di sabato e di domenica e coinvolgono anche i veicoli Euro 4 diesel commerciali anche se con Fap e gli Euro 0 e 1 a Gpl e metano. Gli autoveicoli che hanno aderito a MoVe-In sono soggetti alle limitazioni temporanee della circolazione come gli altri veicoli inquinanti, fino alla disattivazione delle stesse.
I cittadini minacciano di fare causa
A chiudere il già complicato quadro, oltre cinquantamila milanesi mostrano manifestazioni di interesse per una class action per i livelli di smog. Ad annunciarlo all'Adnkronos è stato l'avvocato Bruno Borin. Per il professionista, che ha già depositato in tribunale gli atti, per avviare la causa bastano le sentenze della corte di giustizia europea:
''L'Italia è stata condannata nel 2020 e nel 2022 per aver sforato ripetutamente dal 2008 al 2017 i limiti giornalieri del pm10 e del biossido d'azoto. Non so cosa abbia spinto Sala ad esprimersi in quel modo, non entro nel merito dei dati. Quello che posso dire è che è arrivato il momento per un'azione legale collettiva. Non possiamo aspettare di ammalarci''.