Il prete che ha lasciato la Chiesa per amore di una donna ora si candida a sindaco
Si definisce "progressista conservatore". Ma la sua scelta non è piaciuta a tutti suoi ex fedeli
Il suo nome aveva fatto scalpore qualche settimana fa, quando aveva annunciato che lasciava l'abito talare perché innamorato di una donna. Ora (l'ex don) Antonio Romano torna a far parlare di sé perché si candiderà a sindaco del suo paese, Chiusano San Domenico in provincia di Avellino.
Antonio Romano, da ex prete a candidato sindaco
Fino a qualche settimana fa era don Antonio Romano. Poi, a fine gennaio, l'annuncio che aveva lasciato di sale la comunità della parrocchia di Santa Maria degli Angeli:
Una decisione che aveva suscitato parecchio scalpore nella comunità - un paio di migliaia di abitanti - che ora si ritroverà il suo nome anche sulla scheda elettorale. L'ex sacerdote ha infatti deciso di candidarsi a sindaco alle elezioni amministrative dell'8 e 9 giugno 2024.
L'annuncio (ancora) via Facebook
L'annuncio è arrivato nuovamente via social network, con un lunghissimo post sulla pagina Facebook di Antonio Romano (che nella descrizione ha tolto la parola "sacerdote", sostituendola con "opinionista, teologo, filosofo, influencer, politico e tecnico/installatore audio, video e lighting".
"Non ho pretese, ma..."
Nel suo post spiega il perché della decisione:
"Non ho pretese, né presumo di vincere. So perfettamente che è una sfida ìmpari. Non possiedo né potere, né soldi, né amicizie influenti, né parentele, né clientele ecc. Non compro voti, non minaccio, non prometto nulla che vada contro gli interessi della comunità a vantaggio di singoli. Sono ispirato solo da ideali di giustizia, di verità, di onestà, di lealtà, di equità, di coerenza e di libertà. Ho deciso di partecipare alla competizione perché penso di poter dare ancora tanto alla comunità di Chiusano da cui ho ricevuto molto".
Progressista conservatore
Ma da che parte sta Antonio Romano? Un po' dappertutto verrebbe da dire leggendo quella che lui dà come sua descrizione:
"Mi considero un idealista, ma non un utopista, un “sovranista”, ma non un nazionalista, un patriota che ama la sua terra; un liberale ma non un liberista, un “mondialista” ma non un globalista, un riformatore, ma non un demolitore, un assetato di giustizia, di verità e di libertà, una voce fuori dal coro del politicamente corretto e del pensiero unico. Mi sento in parte progressista, ma anche un po’ conservatore. Dipende dalle tematiche".
Le reazioni
Le reazioni alla notizia - almeno stando ai commenti sui social - sono state parecchio discordanti. Da una parte chi lo ha sostenuto, dall'altra chi ha parlato di "epilogo teatrale già scritto" e ha avanzato il dubbio che "se non ci fossero state le elezioni avresti continuato a fare il prete e prenderci in giro per decenni".