Il Piano Mattei per l'Africa, svolta epocale o scatola di promesse?
Il presidente del Consiglio ha illustrato come si svilupperebbe il "ponte d'unione" sul Continente, ma non sono mancate critiche
Cinque miliardi e mezzo per far partire il Piano Mattei, il piano di investimenti e sviluppo che in concreto dovrà rappresentare il "ponte d'unione" tra Italia e Africa.
Una svolta epocale o uno scatolone di sogni e promesse?
Il vertice Italia-Africa: gli obiettivi
Il vertice di ieri a Roma (oggi seguiranno degli incontri bilaterali) e la programmazione dei lavori della "Cabina di regia" segnano di fatto l'inizio della presidenza italiana del G7. Nelle intenzioni del Governo Meloni una "nuova epoca" sul fronte dell'immigrazione clandestina, sui viaggi della speranza su improbabili barconi, sulla lotta alla malavita organizzata.
Ma soprattutto su un piano di sviluppo sostenibile con la creazione di posti di lavoro "in loco" nel continente africano.
Un appuntamento tanto più importante se si pensa che oggi, martedì 30 gennaio, a Roma si svolge anche l'Ecam Council, l'European Corporate Council on Africa and the Middle East, importante piattaforma di discussione e collaborazione, che riunisce imprenditori, leader governativi e rappresentanti di agenzie multilaterali.
Il Piano Mattei per l'Africa, come si muoverà l'Italia
Per quanto concerne la copertura economica del Piano, il Governo si affiderà a 3 miliardi dal fondo italiano per il clima e 2,5 miliardi e mezzo arriveranno dal fondo per la Cooperazione allo sviluppo.
Si tratta però evidentemente di un percorso ambizioso e articolato e che dunque non potrà non vedere il coinvolgimento di tutto il sistema-Paese nel suo complesso, a partire dalla cooperazione allo sviluppo e dal settore privato.
Una considerazione che trova le sue fondamenta nel fatto che al vertice, oltre a Governo, Stati Africani e Ue abbiano partecipato anche i vertici delle più importanti partecipate di Stato come Eni, Enel, Snam e Leonardo.
I progetti pilota e le aree di intervento
Come detto, già da oggi il Governo intende schiacciare sull'acceleratore con la definizione di una Cabina di regia per programmare e monitorare la realizzazione e concretizzazione del Piano.
Non si partirà però da zero, come ha spiegato il presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
Allo stato attuale, ci sono già dei "progetti pilota", dal Marocco al Kenya, dall'Algeria al Mozambico, dall'Egitto all'Etiopia.
Si tratta di progetti che vedono il coinvolgimento di 12 società partecipate (in primis Eni a Leonardo) in 5 aree di intervento: istruzione e formazione professionale, salute, acqua, energia, agricoltura.
Il commento del presidente del Consiglio
Anche in un'ottica a più ampio respiro (opportunità economiche, lo stop alle morti nel Mediterraneo, fermare gli sbarchi e regolare l'immigrazione), il presidente del Consiglio fin dal suo insediamento alla guida del Governo ha sempre dichiarato di puntare molto sul Piano Mattei.
E lo ha confermato ieri in Parlamento illustrando le strategie e le linee guida dell'intervento:
"L’obiettivo, di medio e lungo periodo, che ci siamo dati è quello di dimostrare che siamo consapevoli di quanto il destino dei nostri due continenti, Europa e Africa, sia interconnesso. E che possiamo crescere insieme. Vogliamo costruire una cooperazione da pari a pari, nella quale l’Europa deve rifiutare l’approccio paternalistico che ha spesso dimostrato, lontana da qualsiasi tentazione predatoria, ma anche da quell’impostazione caritatevole che mal si concilia con le sue straordinarie potenzialità di sviluppo del Continente".
Tanto che nel discorso il presidente del Consiglio ha citato proprio Enrico Mattei.
"Amava dire che l’ingegno è vedere possibilità dove gli altri non ne vedono. Da quest'intuizione vogliamo ripartire per scrivere una pagina nuova nelle nostre relazioni. Il nostro è un piano ambizioso, ma estremamente concreto, che partirà da progetti pilota in alcune Nazioni africane per poi estendersi al resto del Continente".
"Vogliamo dare il nostro contributo a liberare le energie africane, anche per garantire alle giovani generazioni africane un diritto che finora è stato negato: il diritto a non dover essere costretto a emigrare e a recidere le proprie radici. L’Africa è un Continente ricco di risorse, umane e strategiche, che può e deve stupire".
Piano Mattei le critiche dall'opposizione e...dall'Africa
Come era facile immaginare, l'opposizione in Parlamento si è però mostrata scettica per non dire peggio sulle strategie dell'Esecutivo Meloni.
Scatola vuota, solo annunci sulla reperibilità dei fondi, le bacchettate trasversali dalle rappresentanze di Centrosinistra.
Ancor più esplicito il capogruppo al Senato del Pd, Francesco Boccia:
"Di quei finanziamenti nei decreti del Governo non c'è traccia".
Né più né meno il giudizio del Movimento 5 Stelle che ha definito il piano "uno show propagandistico".
Ma a sorpresa anche l'Africa ha arricciato il naso.
L'accusa: "Non siamo stati coinvolti"
Mentre dall'Unione Europea è arrivato il plauso al programma del Governo, un po' a sorpresa c'è stata però la picconata proprio dai diretti interessati, del Continente africano.
Il capo della Commissione, Faki ha infatti tuonato duro:
"Sul Piano Mattei avremmo voluto essere consultati. Ora per andare avanti "l'Africa è pronta a discutere contorni e modalità dell'attuazione, ma non ci possiamo più accontentare di promesse, spesso non mantenute".
Italia-Africa: il "bis" con l'Ecam Council
Come detto, Roma oggi vede anche lo svolgimento dell'Ecam Council.
Si tratta di un'importante piattaforma di discussione e collaborazione, che riunisce imprenditori, leader governativi e rappresentanti di agenzie multilaterali.
Il tema di quest'anno è "Creare un presente migliore per costruire un futuro più grande per l'Africa: il ruolo della sanità e degli investimenti".
Obiettivo è favorire il dialogo e la collaborazione tra Italia e Africa. L'evento vedrà anche la firma del "Memorandum of Understanding" tra i partecipanti, consolidando le partnership e creando opportunità di crescita sostenibile.