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Misano turbolenta per Giussani (più “lenta” che “turbo”), ma il titolo italiano Legend Cars è suo!

Il pilota milanese puntava anche all’Eurolegend. La clamorosa doppietta è sfumata per i troppi problemi tecnici dell’ultimo week-end.

Misano turbolenta per Giussani (più “lenta” che “turbo”), ma il titolo italiano Legend Cars è suo!
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«Tutto male, un weekend storto fin da giovedì», si lamenta ma sorride Simone Giussani che, nonostante tutto, si è appena laureato campione d’Italia Legend Cars. «Non capire male – afferma – sono felicissimo per aver vinto il titolo italiano, ma il sogno di conquistare anche l’europeo non era poi così irrealizzabile».

A soli 24 anni, di Milano, Simone a Misano ha dato il massimo: «Il massimo compatibilmente con i problemi che ho avuto. Pronti via, giovedì abbiamo dovuto cambiare il motore. Sai cosa vuol dire girare con un motore a cui non sei abituato? Sono stati tre giorni in salita: non sono mai entrato in sintonia con la macchina e, non bastasse, anche la pista mi è piaciuta poco. Oltretutto, appena messo a punto l’assetto, l’ho subito perso per via di diverse toccate alla partenza. Sistemarlo? Impossibile, dato il susseguirsi di gare veramente frenetico del week end». Meno male che i punti sono arrivati: «Per fortuna sì – conclude il neo campione – Non sono salito sul podio ma ho fatto quanto bastava. Anche se… penso che solo un meteorite in pista, dato il vantaggio con cui mi sono presentato all’ultimo appuntamento, avrebbe potuto impedirmi di vincere: meno male non è successo!», scherza.

Simone Giussani

Un premio al lavoro fatto

«Sicuramente - spiega - gli ottimi risultati ottenuti quest'anno sono figli del buon lavoro fatto. Personalmente odio perdere e sono molto competitivo, cerco di migliorarmi ogni volta. Se nel Campionato Italiano Legend Cars la vittoria era quasi certa, nell’Eurolegend avevo contro piloti come Alberto Nasca e Davide Gaggianesi, veri assi del volante, bravissimi ad affrontare ogni situazione. Mi sarebbe piaciuto dare loro qualche fastidio in più, ma non mi è stato possibile più che altro per i problemi tecnici che mi hanno tormentato»

Gli inizi… in sella

Il cammino di Giussani nel motorsport è cominciato da piccolo. «All'inizio però correvo in moto - racconta - E' stato mio padre Andrea a trasmettermi la passione per il motocross, abbiamo fatto insieme migliaia di chilometri e partecipato a centinaia di gare anche con ottimi risultati. Poi però è arrivato il covid e ha bloccato tutto. In quel periodo ero a Londra. il mio sogno sarebbe stato quello di iscrivermi a una facoltà economica nella città della mia vita, ma per colpa del virus ho dovuto rinunciare. Così sono tornato in Italia e ho cominciato a lavorare nell’azienda di famiglia (la Giussani Abrasivi, ndr). A un certo punto, però, il desiderio di tornare a correre si è rifatto sentire, irresistibile. Non potendo risalire in moto, servono tempo e allenamento per stare in sella, mi sono buttato sulle automobili, sempre supportato da mio padre. Con le Legend ho trovato pane per i miei denti ed eccomi qui».

Legend Cars auto difficili. E l'anno prossimo?

«Le Legend Cars sono auto molto difficili da guidare - spiega Simone - Vetture basiche, prive di tecnologia. Vincere non è facile, si scende in pista con tanti altri, alla fine i risultati arrivano se si ha la capacità e il talento di fare la scelta giusta al momento giusto. Inutile dire che sono felicissimo. Cosa farò l'anno prossimo? Per adesso mi godo il momento, poi vedremo. Certo potrebbe essere bello cercare gloria su vetture più potenti e performanti, ma è anche un dispiacere lasciare un mondo al quale in breve tempo mi sono fortemente affezionato. Un salto di categoria? Le vetture superiori più simili alle Legend sono le Nascar, un pensierino potrei farcelo... Ma non mi strapperò certo i capelli se l’hanno prossimo sarò ancora qui».

Motorsport, solo un hobby

La passione per il motorsport potrebbe diventare vero e proprio professionismo? «Al momento non credo - afferma il giovane pilota - Io un lavoro ce l'ho già, al fianco di mio padre nelle aziende di famiglia. Lo sport deve solo essere una valvola di sfogo, il modo giusto per rilassarmi. Mi conosco, per divertirmi devo stare bene in quello che faccio, l'alternativa è lasciar perdere, perché non deve diventare una professione. In poche parole, correrò finché questa cosa mi rilassa e mi tranquillizza, quando non mi rilasserà più, allora smetterò».

Il momento più difficile della stagione?

«A rivedere il film del campionato direi la gara di Valencia, la prima dell’Europeo, dove sono stato costretto al ritiro mentre ero primo. Mi hanno letteralmente buttato fuori, peccato, ho perso 23 punti. Chissà, con quel ricco bottino nel carniere oggi forse avrei potuto festeggiare un risultato storico. Non è arrivato, non importa».

Parola d’ordine concretezza

Il segreto per vincere? «Non ce n’è uno in particolare, ma devo dire che quest’anno sono stato freddo e concreto, ho sbagliato pochissimo e questo, secondo me, è stato decisivo per aggiudicarmi il titolo italiano».

Grazie Giussani Abrasivi, grazie Alesia Inc

Alla luce del risultato ottenuto, può Simone Giussani sottrarsi dal più classico dei ringraziamenti agli sponsor? «Assolutamente no – conclude – Anzi, ringrazio di cuore chi investe capitali per permettermi di scendere in pista a bordo di vetture competitive. Dunque, mille grazie ad Alesia Inc e a Giussani Abrasivi: questa importante vittoria è frutto del loro costante supporto. Un alloro per me e, spero, più visibilità per loro».

Agenzia : ToscanoMarketing in collaborazione con FX Racing Weekend & LiveGP.

Simone Giussani - Griglia di Partenza
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Simone Giussani con papà Andrea
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Simone Giussani con papà Andrea

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