Pierina Paganelli uccisa poco prima di una riunione dei Testimoni di Geova in cui si sarebbe deciso il destino della nuora
Si sarebbe dovuto discutere di come gestire la nuora Manuela Bianchi, accusata di avere una relazione extraconiugale
Nel giallo di Pierina Paganelli si intrecciano non soltanto conflitti familiari, ma anche il ruolo di primo piano della comunità locale dei Testimoni di Geova, di cui la 78enne faceva parte, come alcuni suoi familiari. Un mosaico di elementi a cui gli inquirenti stanno cercando di dare un senso per arrivare a capire chi, nella notte tra il 3 e il 4 ottobre 2023, ha ucciso l’anziana a coltellate nel garage del condominio in via dei Ciclamini a Rimini in cui risiedeva.
L’attenzione, ora, si è focalizzata sull’ultima riunione dei Testimoni di Geova a cui la signora avrebbe dovuto prendere parte e che potrebbe essere risultata decisiva per il suo destino.
Uccisa poche ore prima di una riunione decisiva dei Testimoni di Geova
Il corpo esanime di Pierina, martoriato da almeno una quindicina di coltellate, era staro ritrovato da sua nuova, Manuela Bianchi, intorno alle 8 e 30 nel garage sotto la casa in cui anche lei viveva. Fin dal primo momento le indagini si sono concentrate sulla famiglia. La vittima aveva tre figli: Chiara, Giacomo e Giuliano Saponi.
Quest’ultimo è stato ricoverato per mesi in ospedale fino a pochi giorni fa dopo un’aggressione (o un incidente come lui ora sostiene) a pochi metri da casa; ed è lui il marito di Manuela, colei che ha rinvenuto il cadavere della suocera.
Ecco un nodo che pare fondamentale. Manuela Bianchi, anch’essa appartenente alla congregazione dei Testimoni di Geova, rischiava di essere cacciata dalla comunità in quanto accusata di avere una relazione extraconiugale. Il presunto amante sarebbe il vicino di casa Louis Dassilva che, recentemente, all’inviato di ‘Chi l’ha visto?’ che voleva fargli domande, ha urlato dal suo appartamento: “Se bussi ancora il mio campanello ti prendo a martellate”.
Pierina sarebbe stata uccisa il giorno prima di questa importante riunione in cui si sarebbe deciso circa il destino della nuora Manuela in seno ai testimoni di Geova. Se fosse stata cacciata, la donna rischiava di compromettere il legame con la figlia e con altri familiari. Il 4 ottobre 2023 il consiglio dei saggi del gruppo di Miramare (Rimini) a cui appartiene tutta la famiglia della Paganelli, avrebbe dovuto decidere il da farsi.
Le parole di fuoco dell'ex marito di Pierina
E qui entra in scena un’altra dichiarazione di peso. L’ex marito di Pierina Paganelli, Gianfranco Saponi, nonché padre dei suoi tre figli aveva spiegato che sia Pierina che Giuliano (autosospesi dal suo ruolo di “servitore del ministero” dei Testimoni di Geova) sapevano che Manuela aveva un amante.
Pare pertanto evidente quanto l’ultima riunione dei testimoni di Geova, a cui Pierina non ha preso parte essendo stata uccisa la notte precedente, potrebbe essere stata decisiva per il destino di entrambe le donne.
A gettare benzina sul fuoco, spostando sempre l’attenzione sulla congrega religiosa, sono ancora le parole dell’ex marito di Pierina, che aveva parlato di “odio religioso” subito dopo la tragedia.
"E' da 36 anni che non vivo più qui. Ma mi sento di poter dire che l’assassino è da ricercare in ambito religioso, non lo escludo".
Emblematiche, ed inquietanti, invece, le parole di Loris Bianchi, fratello di Manuela, che aveva definito la morte della suocera come “giustizia divina”.
Le indagini sono ancora in corso, al vaglio c’è un filmato di una telecamera che si trova vicino al garage in cui è stata uccisa Pierina. Ma dalle prime analisi non si ricavano dettagli decisivi.
La precisazione della Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova
A stretto giro dalla pubblicazione di questo articolo è giunta in redazione una richiesta di rettifica, da parte della Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova. Riportiamo integralmente quanto puntualizzato sul tema da parte del direttore ufficio comunicazione e stampa della Congregazione, dott. Alessandro Bertini:
Contrariamente a quanto è stato scritto, la disassociazione non può essere definita una “cacciata”, inoltre non è corretto affermare, nel caso di Manuela Bianchi, che “la donna rischiava di compromettere il legame con la figlia e con altri familiari”. Infatti, solo coloro che trasgrediscono in modo ostinato e impenitente le norme bibliche vengono disassociati. Quando una persona viene disassociata, i singoli fedeli decidono in base alla loro coscienza sensibile alle norme religiosecome regolare i loro rapporti con la persona, e come applicare i princìpi contenuti nella Bibbia in 1 Corinti 5:11-13 e 2 Giovanni 1:9-11. Inoltre, come si può leggere chiaramente sul sito ufficiale dei Testimoni di Geova, jw.org, anche se “dal punto di vista religioso le cose cambiano”, è importante notare che all’interno della famiglia “i legami di sangue restano inalterati. Il vincolo coniugale e i normali rapporti familiari e affettivi proseguono”. La disassociazione non viola alcun diritto dell’individuo, come evidenziato dalla Corte di Cassazione italiana in una sentenza del 2017, e da altre Alte Corti in Belgio, Canada, Inghilterra, Germania, Irlanda, Italia, Giappone, Polonia, Sudafrica e Stati Uniti.