Multone alla parrocchia perché trasmetteva la messa sulle frequenze dell'esercito
Un errore, certo, ma fatto non in malafede, quello di don Ginestrone...
Utilizzava per le sue trasmissioni radio le frequenze di un reparto militare. Se non ci fosse in ballo una maxi multa da 100mila euro, uno stop alle trasmissioni e un sequestro dell’antenna da parte del Ministero, la vicenda del blitz da parte degli ispettori alla parrocchia della Collegiata di Carmagnola, vicino a Torino (Piemonte), farebbe quasi sorridere e far pensare alle radio pirata degli anni Sessanta e Settanta.
Trasmettevano la messa per chi non poteva venire in chiesa
Ma mentre in quegli anni, inizialmente in Inghilterra ma poi in tutto il mondo, ci si inventava di tutto pur di accaparrarsi frequenze per poter trasmettere rock (compreso spingersi con una nave in acque internazionali per non dover sottostare alle leggi nazionali come racconta il film del 2009 I Love Radio Rock che ripercorre la vita di Ronan O’ Rahilly) qui di pirata c’è ben poco e la missione era anzi delle più nobili: trasmettere la messa per chi non poteva venire in chiesa per motivi di salute.
La dichiarazione di Don Ginestrone
Un errore, certo, quello di aver usato frequenze non libere, ma fatto non in malafede, come sostenuto da Don Ginestrone che sta ora cercando di capire il percorso da intraprendere insieme ad un avvocato e che al momento ha fatto sapere tramite bollettino:
"In settimana i carabinieri hanno sequestrato la radio parrocchiale perché utilizzava una frequenza non consentita. Con l’ausilio di un avvocato cerchiamo di presentare il ricorso per non dover pagare o ridurre una salatissima multa. Quindi non sarà più possibile utilizzare la radio parrocchiale con le celebrazioni parrocchiali"