9 ottobre 1963: sessant'anni fa la tragedia del Vajont
Questa sera Caterpillar dedica uno speciale alla ricorrenza con l'indimenticabile monologo di Marco Paolini
Erano le 22.39 del 9 ottobre 1963. In quel momento le lancette degli orologi si sono fermate in tutta Italia. Un disastro iniziato con il distacco di una frana di 260 milioni di metri cubi dal monte Toc, per poi concludersi una manciata di minuti dopo col riversarsi di un onda di 50 milioni di metri cubi d'acqua dalla diga del Vajont sulla valle del Piave, in provincia di Belluno.
Una tragedia di proporzioni apocalittiche: ben 1917 le vittime, il paese di Longarone, in mezzo alla piana, raso al suolo in un attimo. Quella sera i locali erano pieni, in tanti stavano guardando una partita di calcio che vedeva in campo il Real Madrid: hanno sentito prima un vento gelido provenire dalla diga, poi un muro d'acqua e fango ha spazzato via tutto.
Sessant'anni fa il disastro del Vajont
Una ferita ancora oggi aperta in un territorio che ha vissuto la tragedia di coloro che hanno perso la vita e il dramma dei sopravvissuti, che hanno perso i loro cari in una disgrazia così terribile.
Una situazione che anche oggi è d'attualità, come aveva ricordato lo scorso anno il presidente della Regione Veneto Luca Zaia:
“Se oggi l’attenzione verso l’emergenza idrogeologica, la sensibilità per l’ambiente e il mutamento climatico, sono costante motivo di impegno e confronto, lo dobbiamo anche a chi cinquantanove anni fa rimase vittima di un incauto e incosciente sfruttamento delle risorse che si si era sforzato di piegare pericolosamente la natura all’interesse dell’uomo”.
“Per chi c’era – prosegue il Governatore - si tratta di un dolore immenso e indelebile – ma è alle giovani generazioni che ora Istituzioni e società civile devono rivolgersi perché, dalla storia del Vajont, fatta anche di errori, sottovalutazioni, scelte e comportamenti assai discutibili, traggano una lezione per il futuro, magari partendo da una visita al cimitero di Fortogna, simbolo primo del dolore per una tragedia determinata dalle mani dell’uomo”.
Ne ha parlato proprio oggi anche la premier Giorgia Meloni:
Oggi ricordiamo il tragico disastro del Vajont, una ferita profonda nella nostra storia. Quasi 2 mila vittime, interi paesi spazzati via, una tragedia che poteva e doveva essere evitata.
A distanza di 60 anni, il ricordo del Vajont resta un monito per tutti noi. Non dobbiamo…
— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) October 9, 2023
La ricostruzione di Marco Paolini
Forse nessuno è riuscito a raccontare la storia tragica del Vajont come l'attore bellunese Marco Paolini, in uno storico monologo recitato proprio a un passo dalla diga.
Parola dopo parola, il dramma prende forma nella mente. A commuovere non è solo la tragedia, durata un battito di ciglia, ma tutto ciò che l'ha preceduta.
Se ancora non l'avete vista, prendetevi un po' di tempo: una ricostruzione teatrale imperdibile:
Stasera uno speciale con Caterpillar
A 25 anni dal racconto televisivo messo in onda dalla Rai in diretta dalla diga del Vajont - e visto da 3 milioni e mezzo di persone - il testo riscritto da Marco Paolini con la collaborazione di Marco Martinelli verrà rappresentato in oltre 130 teatri, dall’Alto Adige alla Sicilia e all’estero, da grandi attori e allievi, nei teatri stabili e in quelli di ricerca, dallo Strehler di Milano ai piccoli teatri di provincia. È VajontS 23, un’azione corale di teatro civile ideata da Marco Paolini per la Fabbrica del Mondo alla quale Rai Radio2 aderisce con una puntata speciale del programma Caterpillar, in onda lunedì 9 ottobre 2023 alle 21 su Radio2.
Nello speciale, alle voci dei conduttori Massimo Cirri e Sara Zambotti dagli studi Rai di Milano, si aggiungono quelle di Teresa Mannino dagli studi Rai di Palermo, di Paolo Maggioni dal Piccolo di Milano e di Marco Paolini al teatro Brancaccio di Roma. Inoltre - solo per fare alcuni esempi- interverranno scuole, parrocchie, case di riposo, gli studenti detenuti della sede carceraria di Turi, ma anche lettrici di condominio, amici in birreria, scuole, amiche del burraco, interi studi legali, squadre di basket, circoli fotografici, volontari in biblioteca, piazze di quartiere, moltissime famiglie che cercano uno strumento per informare i propri figli di quanto accadde 60 anni fa. Da Copenaghen agli Emirati Arabi passando per il Nord Carolina e Parigi.