Intossicazione alimentare nel centro migranti: 160 profughi evacuati, 63 in ospedale
Il timore, scongiurato, era che si trattasse di un virus: la Bassa bergamasca come Lampedusa, nella notte appena passata
Sembra Lampedusa, ma è la Bassa bergamasca, in piena emergenza sanitaria sul fronte dell'accoglienza dei migranti: oltre sessanta persone intossicate e una struttura ormai completamente inagibile a causa di un grosso allagamento.
Profughi, evacuato nella notte un ex hotel
Nel corso della notte appena trascorsa, tra il 2 e il 3 ottobre 2023, il centro di permanenza temporanea dell'ex hotel "La Rocca" di Romano di Lombardia, in provincia di Bergamo, è stato completamente evacuato, dopo un grosso allagamento che ha compromesso buona parte delle stanze in cui da mesi sono stipati più di 160 migranti.
Come racconta Prima Treviglio, parallelamente, tra la serata e le prime ore della notte si sono verificati anche una sessantina di casi di intossicazione alimentare tra gli ospiti della struttura, che dall'inizio dell'estate è gestita dalla cooperativa Verso Probo. La situazione, naturalmente molto delicata, è ora sotto controllo ma tutti i richiedenti asilo del centro sono stati trasferiti d'urgenza. L'ex albergo di via Balilla, trasformato da fine giugno in un gremito e contestatissimo centro di accoglienza dalla Prefettura di Bergamo, è stato svuotato.
Intossicazioni alimentari e allagamento
L'allarme è scattato poco dopo le 2 di martedì 3 ottobre 2023, quando alcuni migranti hanno cominciato a manifestare malori diffusi, per quanto nessuno fortunatamente fosse in gravi condizioni. A questo si è aggiunto, parallelamente, anche il fatto che già dal pomeriggio nella struttura era in corso una grossa perdita di acqua dall'impianto idraulico: le perdite, fuori controllo, dal primo piano avevano cominciato a diffondersi in diverse stanze attraverso le pareti e le solette.
Il timore di un contagio virale
Da qui la decisione di intervenire e di evacuare completamente l'ex hotel La Rocca. Sul posto si sono portate, in forza, diverse squadre dei vigili del fuoco, pattuglie dei carabinieri e ambulanze, insieme al sindaco della città Sebastian Nicoli che in piena notte si è precipitato all'ex hotel. Anche gli uomini del nucleo Nbcr dei Vigili del fuoco (specializzati nella gestione del rischio nucleare, biologico, chimico e radiologico) sono intervenuti in via precauzionale, dal momento che il sospetto era inizialmente che si potesse trattare di un contagio di natura virale. Fortunatamente non era così: erano presunte intossicazioni alimentari, la cui origine non è al momento stata confermata.
L'evacuazione
Quel che è certo è che molte delle circa 160 persone stipate da mesi nelle sovraffollate stanze dell'hotel, in condizioni igienico-sanitarie che nelle scorse settimane avevano fatto preoccupare molti a Romano, si sono sentite male. Lentamente, una dopo l'altra, sono quindi state evacuate tutte le stanze e i migranti sono stati ammassati per strada fuori dall'hotel. Per alcuni di essi, complice anche il calo delle temperature di queste notti, è stato necessario l'utilizzo di coperte termiche. L'aggravarsi della perdita di acqua, nel frattempo, ha dato origine a un vero e proprio allagamento delle stanze interne, che ha compromesso parte degli ambienti interni.
Le operazioni sono durate diverse ore a partire dalle 2.30 circa, e si sono fortunatamente condotte - nonostante la tensione palpabile - senza difficoltà e senza incidenti. Sul posto, nel cuore della notte, è arrivata anche una rappresentante della proprietà dell'ex albergo della zona commerciale di Romano di Lombardia, che già sei anni fa aveva concesso i propri locali alle cooperative dell'accoglienza durante la crisi dei migranti del 2017.
Un "carcere" per disperati, nel cuore della Bassa
Resta l'interrogativo sul futuro della struttura, e soprattutto sul futuro dei 160 disperati della Rocca, sinora gestita dalla cooperativa Verso Probo. Decine di uomini e ragazzi fuggiti dalla miseria e dalla guerra, e finiti in quello che il sindaco della città Nicoli, già diverse settimane fa, aveva non troppo provocatoriamente accostato ad un carcere sovraffollato e insalubre, nel cuore della Bassa.