vendite a prezzi ribassati

Patto anti-inflazione: quali beni a prezzi shock nei prossimi tre mesi (ma i commercianti si lamentano)

Dovrebbero aderirvi circa 25 mila punti vendita, in tutta Italia, per una durata di tre mesi: soddisfazione di Meloni

Patto anti-inflazione: quali beni a prezzi shock nei prossimi tre mesi (ma i commercianti si lamentano)
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C'è la firma. L'esecutivo e trentadue associazioni di imprese hanno siglato il patto anti-inflazione. L'accordo, ufficializzato a palazzo Chigi il 28 settembre 2023, prevede la vendita a prezzi ribassati di una serie di prodotti alimentari di base e di largo consumo. A vergarlo: Confesercenti, Confcommercio e Federdistribuzione per le imprese, mentre per il Governo c’erano la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso e Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste.

Le firme a Palazzo Chigi

Patto anti-inflazione: come funziona

Un impegno a scontare del 10% prodotti alimentari e beni di prima necessità. Secondo quanto previsto dal patto, da ottobre a dicembre 2023 una serie di prodotti compariranno sugli scaffali con sconti decisi dagli aderenti tesi ad aiutare le famiglie a risparmiare tra i cento e i 150 euro. A causa dei recenti aumenti dei prezzi, infatti, oggi i cittadini sborsano in media 400 euro in più per fare la spesa rispetto agli anni passati.

Date e aderenti

Dovrebbero aderirvi circa 25 mila punti vendita, in tutta Italia, per una durata di tre mesi. Dal 1 ottobre al 31 dicembre 2023

I prodotti scontati dal patto anti-inflazione, oggetto di una campagna di pubblicità progresso promessa dalla presidenza del Consiglio, saranno muniti di un apposito “bollino tricolore anti inflazione”. L'acquisto a prezzi ribassati potrà avvenire presso le imprese che hanno sottoscritto il patto. Tra queste vi sono centinaia di piccole attività di vendita al dettaglio, oltre a diverse catene di supermercati e discount. Esselunga, Conad, Carrefour, Pam, Lidl, Tigre, Famila e Decò applicheranno gli sconti nei loro punti vendita, che sono più di 25mila. Tra le aziende si sono rese disponibili Barilla, Lavazza, Mutti, Ferrero e Nestlé.

Meloni presenta il Patto

Quali prodotti

Lo sconto sarà applicato su pasta, carne, passata di pomodoro, zucchero, latte, uova, riso, sale, farina, cereali, saponi, detergenti, pannolini, farmaci di largo consumo. Al momento, a causa della crisi del settore agricolo (provocata anche dalla crisi climatica) frutta e verdura non rientrano tra gli alimenti a prezzi calmierati. Forse le promozioni di questi prodotti saranno periodiche e su scala locale.

Meloni chiarisce:

"Se l’esperimento funzionerà bene lavoreremo tutti quanti per prolungare questa iniziativa".

È un protocollo che si basa sulla buona volontà di produttori, distributori ed esercenti. Se un solo componente dell’intera filiera venisse meno all’impegno e alzasse il prezzo nel proprio passaggio del prodotto, lo sconto finale sarebbe vanificato. Anche per questo motivo la premier parla di sperimentazione: a gennaio, si valuterà se effettivamente i cittadini abbiano beneficiato. 

Le polemiche e i dubbi

"Oggi c'è stato questo incontro in cui c'è stata un'ampia partecipazione: erano più di 30 le sigle presenti. Noi però vogliamo fare notare che al momento la responsabilità se l'è presa soltanto la distribuzione: l'atto concreto di firmare il protocollo e di cominciare a raccogliere le adesioni delle imprese è stata solo della distribuzione. Speriamo che questa simpatia che oggi hanno manifestato le altre associazioni, quindi quelle della produzione, diventino anche atti concreti per abbassare i listini e per darci modo di non accollarci solo sulle nostre spalle l'intero peso di questa iniziativa.”

Così Donatella Prampolini Mazzini, vicepresidente nazionale ConfCommercio, a margine della firma.

Davanti ad un risparmio pro capite di 50 euro al mese per tre mesi, Assoutenti ha voluto comunque precisare che il Patto potrebbe non reggere qualora i prezzi alti della benzina e del gasolio dovessero mantenersi tali per tutto il prossimo trimestre. Si rischierebbe così di mandare in fumo i soldi risparmiati dagli italiani con gli sconti al supermercato.

Il patto non convince, insomma, le associazioni dei consumatori. “Uno spettacolo scadente", lo definisce il presidente dell'Unc Massimiliano Dona: “Un patto senza obblighi, in cui ci si appella al buon cuore di chi lo ha sottoscritto, perché diventi più buono”.

Il Codacons: "Le adesioni da parte dei commercianti al dettaglio” sono ancora troppo basse, "appena 1.400 negozianti sui 740mila delle principali organizzazioni di categoria”. E poi non si conosce con precisione quali saranno tutti i prodotti inseriti "e soprattutto l'entità degli sconti”.

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