Giulio Regeni, il processo può ripartire anche se i 4 imputati sono irreperibili
I genitori del ricercatore friulano torturato e ucciso in Egitto: "Ripugnava al senso comune di giustizia che il processo non potesse essere celebrato"
Il processo sul sequestro, le torture e la morte di Giulio Regeni si farà. La decisione della Corte costituzionale chiarisce che la macchina della giustizia andrà avanti nella ricerca della verità sull'omicidio del ricercatore friulano ucciso e torturato in Egitto nel 2016, anche in assenza degli imputati. Soddisfazione della famiglia Regeni, che da anni si batte per avere giustizia.
Giulio Regeni: al via il processo anche se gli imputati non si trovano
I quattro agenti dei servizi segreti egiziani accusati dell’omicidio di Giulio Regeni - Tariq Sabir, Athar Kamel Mohamed Ibrahim, Uhsam Helmi, Magdi Ibrahim Abedal Sharif - imputati per la morte di Regeni sono irreperibili. Ma il processo si farà comunque.
Nella giornata di ieri, 27 settembre 2023, la Corte costituzionale ha dichiarato "anticostituzionale" la norma che ha permesso, fino a questo momento, ai quattro imputati egiziani di sottrarsi al processo non comunicando i loro indirizzi. In questa maniera non era possibile notificare gli atti e, dunque, avevano stabilito la Corte di Assise di Roma e la Cassazione il processo non poteva cominciare. Le autorità del Cairo non hanno mai fornito a quelle italiane le informazioni necessarie per rintracciarli e il processo era bloccato da tempo all’udienza preliminare.
Ora la Corte costituzionale ha stabilito che l’articolo del codice di procedura penale che prevede questa regola non si applica al caso dell’omicidio del ricercatore italiano, data la mancata assistenza dello Stato di appartenenza degli imputati.
Soddisfazione della famiglia, sostegno di Shlein
"Avevamo ragione noi. Ripugnava al senso comune di giustizia che il processo per il sequestro le torture e l'uccisione di Giulio non potesse essere celebrato a causa dell'ostruzionismo della dittatura di al-Sisi per conto della quale i quattro imputati hanno commesso questi terribili delitti. Abbiamo dovuto resistere contro questa volontà dittatoriale per sette anni e mezzo confidando comunque sempre nei principi costituzionali della nostra democrazia. Ringraziamo tutte le persone che hanno sostenuto e sosterranno il nostro percorso verso verità e giustizia: la procura di Roma ed in particolare il dottor Colaiocco, la scorta mediatica, e tutto il popolo giallo".
La segretaria del Pd, Elly Schlein, in un post su X, scrive:
"La decisione della Corte Costituzionale di sbloccare il processo per l’omicidio di Giulio Regeni dimostra che avevano ragione i suoi genitori. Anche se i torturatori di Giulio si sottraggono alla giustizia, coperti dall’Egitto, quel processo si deve fare e si farà!".
La decisione della Corte Costituzionale di sbloccare il processo per l’omicidio di Giulio Regeni dimostra che avevano ragione i suoi genitori.
Anche se i torturatori di Giulio si sottraggono alla giustizia, coperti dall’Egitto, quel processo si deve fare e si farà!— Elly Schlein (@ellyesse) September 27, 2023
La morte di Giulio
Il ricercatore friulano, nato il 15 gennaio 1988, scompare al Cairo il 25 gennaio 2016. Il suo corpo viene trovato martoriato per strada 9 giorni dopo. Da allora la Procura di Roma cerca i colpevoli dell'omicidio nonostante i depistaggi. Secondo gli inquirenti Giulio Regeni è morto per insufficienza respiratoria acuta a causa delle imponenti lesioni di natura traumatica provocate dalle percosse da parte del maggiore Magdi Ibrahim Abdelal Sharif. A lui, infatti, sono contestate, oltre al sequestro di persona pluriaggravato, anche le lesioni gravissime e l’omicidio. Originario di Fiumicello, in provincia di Udine, Giulio Regeni ha lasciato il Friuli per studiare, già negli anni del liceo, nel New Mexico, Stati Uniti.
Arrivato all’università, è andato in Inghilterra, prima a Oxford, dove aveva conseguito una laurea a indirizzo umanistico, e poi il dottorato a Cambridge che lo aveva portato al Cairo, dove faceva ricerche per una tesi sull’economia locale, portando avanti – in parallelo – la sua passione per il giornalismo. Secondo i magistrati il movente dell’uccisione di Giulio, infatti, trova origine nelle attività del sindacato indipendente dei rivenditori di strada il cui capo, Abdallah, equivocando le ragioni per cui Regeni gli parla di un bando della fondazione inglese Antipode, lo denuncia come spia alla National Security.