Zaia amareggiato

Coronavirus: annullate le finali di Coppa del Mondo di sci a Cortina

Il governatore: "Regione, in accordo con la FISI, aveva presentato una dichiarazione che testimoniava come Cortina non abbia presenza di persone positive".

Coronavirus: annullate le finali di Coppa del Mondo di sci a Cortina
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Cortina d'Ampezzo: annullate le finali di Coppa del Mondo di sci.

Cortina: annullata la Coppa del Mondo di Sci

Non ci saranno le Finali di Coppa del mondo di sci alpino a Cortina d'Ampezzo. L'emergenza coronavirus ha detto no anche al capitolo conclusivo della stagione agonistica sulla neve. La decisione è del Consiglio di emergenza della FIS, tutti voti contrari, tranne quello dell'Italia per la possibilità di tenere l'evento a porte chiuse.

Il Governatore Zaia: "Reputazionde dell'Italia a rischio"

“Rispetto alle Coppa del Mondo di Sci ho tenuto contatti tutti i giorni con Malagò, ho sentito più volte il Presidente della FISI Roda, ho sentito il sindaco Ghedina e abbiamo lavorato in squadra per poter svolgere le finali della coppa del mondo di sci a porte chiuse. L’esito purtroppo è quello che dobbiamo rinunciare alla Coppa del Mondo di Sci per l’emergenza coronavirus”.

Così il presidente della Regione del Veneto commenta la notizia dell’annullamento delle finali di Coppa del Mondo di Sci a Cortina a causa dell’emergenza sanitaria in corso.

“Devo anche dire che la Regione, in accordo con la FISI, aveva presentato una dichiarazione che testimoniava come Cortina non abbia presenza di persone positive e che comunque la situazione sanitaria è sotto controllo. Questo però dà anche una dimensione della percezione che c’è all’estero, sui tavoli internazionali, delle nostre comunità e dell’Italia”.

“Quindi, bisogna pensare che è a una emergenza si somma una seconda non meno grave emergenza: quella economica – continua il presidente - occorre che, a tutela delle attività, delle imprese, della libera circolazione dei cittadini, sia recuperata sotto il profilo reputazionale l’immagine del Paese, attualmente e per chissà quanto tempo ancora percepito dalla comunità internazionale come un problema. Bisogna assolutamente e urgentemente svolgere un’azione di recupero e che il Governo lavori a fondo, non soltanto e soprattutto sul piano della diplomazia, ma anche con campagne di comunicazione, considerato che non si può parlare di un problema soltanto italiano ma ormai europeo e mondiale. Abbiamo la colpa di avere fatto troppi tamponi per precauzione, ciò che ora ci pone all’avanguardia della ricerca mondiale? Non dobbiamo per questo pagarla sul piano internazionale per un problema che riguarda tutti i Paesi”.

Da Prima Belluno

 

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