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Legumi antichi, in Liguria è stato riscoperto il moco

Si trova nelle valli della Bormida ed è una varietà di cicerchia fino a pochi anni fa pressoché scomparsa

Legumi antichi, in Liguria è stato riscoperto il moco
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Legumi antichi, in Liguria è stato riscoperto il moco. Si tratta di un legume molto particolare: minuscolo, irregolare, al tempo stesso antico e adatto alla contemporaneità. Parliamo del moco delle valli della Bormida, una varietà di cicerchia fino a pochi anni fa pressoché scomparsa, poi riscoperta e ora divenuta Presidio Slow Food. Una lunga storia, quella del moco: le prime notizie scritte, contenute nell'Archivio di Stato della Repubblica di Genova, risalgono alla fine del '700, ma si ipotizza che nel savonese, al confine tra le Alpi e gli Appennini, fosse coltivato già nell'Età del Bronzo, quattromila anni fa. Un legume che, dopo più di mezzo secolo di oblio, torna ad abitare gli orti di un gruppo di produttori liguri, anche grazie a una rara proprietà: la capacità di crescere in scarsità di acqua.

Legumi antichi, in Liguria è stato riscoperto il moco

Rispetto alla cicerchia classica, il moco è più piccolo: i baccelli contengono da uno a tre piccolissimi semi, delle dimensioni tra i 4 e i 6 millimetri. Una pianta rustica, tenace, resistente ai parassiti e che non soffre i terreni poveri né teme la siccità: per questo motivo, storicamente non è mai mancata negli orti contadini nelle valli attraversate dai tre corsi d'acqua che confluiscono nel fiume Bormida. Una volta raccolti i baccelli e lasciati ad asciugare al sole per qualche giorno, la prima domenica dopo ferragosto la tradizione vuole che i produttori si riuniscano attorno a un tavolo e li sgranino a mano. I semi più piccoli, quelli che tendono a spezzarsi, vengono macinati e trasformati in farina, con cui si prepara una deliziosa farinata. Gli altri, ideali per le zuppe, sono confezionati interi in sacchettini.

Quantitativi in crescita

I quantitativi raccolti sono ancora ridotti: nel 2022 la produzione complessiva si è attestata sul quintale. Ripensando alla situazione di dieci anni prima, quando la coltivazione del moco era praticamente scomparsa, si tratta di un risultato incoraggiante.

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