INCONTRO CON LE MINORANZE

Sul salario minimo la premier Meloni apre alle opposizioni: "Diamoci 60 giorni per una proposta condivisa"

Quando dopo oltre un'ora di vertice nella sala verde la riunione si sposta temporaneamente con Meloni, Schlein e Calenda per fumare su un balcone di palazzo Chigi, il ghiaccio si scioglie e le distanze che sembravano molto lontane si aprono al confronto

Sul salario minimo la premier Meloni apre alle opposizioni: "Diamoci 60 giorni per una proposta condivisa"
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Ieri pomeriggio, venerdì 11 agosto 2023, l'atteso vertice tra la premier Giorgia Meloni e i leader delle minoranze parlamentari sul tema del salario minimo.

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Meloni apre alle opposizioni: "Diamoci 60 giorni"

Dopo le oltre 2 ore di confronto a palazzo Chigi, le distanze restano, ma la Presidente del Consiglio in una lettera oggi sul corriere della sera scrive che c'è una base comune e spiega:

"Tutti condividiamo la finalità di chiudere una lunghissima era di salari bassi e che oggi sono sforbiciati dall'inflazione".

Da qui una proposta di metodo per arrivare a dare una risposta entro 60 giorni, prima della legge di bilancio: un confronto sul tema più ampio del lavoro povero per arrivare a dare una risposta entro le metà di ottobre.

Quando dopo oltre un'ora di vertice nella sala verde la riunione si sposta temporaneamente con Meloni, Schlein e Calenda per fumare su un balcone di palazzo Chigi, il ghiaccio si scioglie e le distanze che sembravano molto lontane si aprono al confronto.

E così la premier lancia la proposta che poco dopo spiega ai giornalisti in piazza Colonna: un percorso condiviso da mettere a punto in 60 giorni dal Consiglio nazionale economia e lavoro in tempo per la legge di bilancio.

"E' una materia ampia e va affrontata nella sua complessità. Ho già la disponibilità del CNEL e del suo presidente per capire se c'è un margine per condividere tra le forze politiche e con le parti sociali soluzioni che possono essere efficaci".

Ma il problema, sottolinea la premier, è strutturale: i nostri salari sono più bassi della media Europea dice la nostra crescita è stata più bassa della media Europea.

Poi Meloni ribadisce che la prossima manovra sarà incentrata su lavoro, redditi e famiglie:

"Rimettere in moto l'economia è l'unico modo di garantire salari e redditi, oppure continueremo a immaginare soluzioni che purtroppo non risolveranno il grosso del problema

Distanti ma dialoganti a sinistra:

"Il Governo non ha le idee chiare sul salario minimo, ma noi non ci sottrarremo al confronto", ha chiosato la segretaria dem Elly Schlein.

Salario minimo, lettera del Presidente Meloni al Corriere della Sera

Caro Direttore, il governo fin dal suo insediamento ha dimostrato che la priorità della sua azione è la difesa dei salari e del reddito degli italiani. Abbiamo dedicato gran parte delle risorse disponibili al taglio del cuneo fiscale e a rafforzare il potere d’acquisto delle famiglie. Sarà questa la linea che seguiremo nella prossima legge di Bilancio alla quale stiamo già lavorando. Ogni proposta che va in questa direzione, quella del reddito e del lavoro, del merito e dell’equità, trova il nostro ascolto, non abbiamo pregiudizi ideologici, siamo pragmatici.

Con questa bussola ci siamo confrontati ieri a Palazzo Chigi con i rappresentanti dei partiti dell’opposizione sulla loro proposta di salario minimo. Credo sia un segno di grande rispetto e lo dico ben conoscendo le liturgie dei governi precedenti: personalmente nei molti anni che ho passato all’opposizione non sono mai stata chiamata da un presidente del Consiglio per parlare di una proposta di legge presentata da Fratelli d’Italia.

Non è solo una questione di stile, ma di sostanza politica, è il mio modo di essere. Sono soddisfatta del confronto, è stato rispettoso e costruttivo. Primo perché c’è una base comune dalla quale partire: tutti condividiamo la finalità di tutelare i lavoratori e chiudere una lunghissima era di salari bassi che oggi sono ‘sforbiciati’ dall’inflazione. Sulla strada da seguire per centrare l’obiettivo ci sono delle divergenze. Da parte mia ho ribadito che la strada maestra per alzare i redditi è quella di una Nazione che torna a crescere. Da troppi anni l’Italia non cresce in maniera continua e robusta, questo purtroppo si traduce anche in salari che continuano a restare bassi mentre il costo della vita sale. Dobbiamo spezzare questo vicolo cieco della non-crescita. Noi abbiamo iniziato, i dati sono positivi: disoccupazione al minimo, record di occupati e record storico di contratti stabili a tempo indeterminato.

Ben vengano ulteriori iniziative che rafforzino questa tendenza, possiamo e dobbiamo (tutti) fare di più. La svolta è il salario minimo? Molte forze sindacali e tanti esperti di lavoro nutrono delle perplessità. Il timore è che il salario minimo possa diventare un parametro sostitutivo e non aggiuntivo per i lavoratori, andando così, per paradosso a peggiorare la condizione di molti lavoratori. Sono dubbi che condivido, ma ripeto: non ho preclusioni ideologiche, la mia è solo la doverosa preoccupazione di non intervenire su una materia così delicata senza la certezza di aver vagliato tutti i pro e contro. Ho proposto alle opposizioni di avviare un serio confronto nella sede preposta a farlo per costituzione e cioè il CNEL. Un confronto celere, da concludersi in 60 giorni con una proposta concreta sul tema del ‘lavoro povero’, non solo sul salario minimo. Con questo metodo e una tabella di marcia certa, possiamo arrivare prima della legge di bilancio a una proposta di legge condivisa con le parti sociali, un testo efficace, basato su dati reali, che possa veramente rispondere a chi cerca un lavoro e a chi ce l’ha ma non è sufficiente per una vita dignitosa.

Ho chiesto alle opposizioni di dare il loro prezioso contributo, ho avuto già la piena disponibilità del CNEL a lavorare a questa proposta. Voglio ribadire quanto ho detto ieri ai colleghi durante il confronto nella Sala Verde di Palazzo Chigi: non chiedo il ritiro della loro proposta sul salario minimo, la loro battaglia politica non si interrompe, ma possono arricchirla partecipando a un lavoro comune, senza steccati ideologici. Per me il lavoro non è un -ismo, è fatica, talento, capacità, reddito e benessere. Il lavoro, il buon lavoro pagato in modo dignitoso, è la nostra priorità.

Domande e risposte con i giornalisti

Presidente Meloni:

Dunque, come voi sapete, dall'inizio del suo mandato questo Governo ha concentrato la gran parte delle sue energie sul tema dei salari, sul tema di aiutare le famiglie sul piano economico. È una delle nostre grandi priorità e chiaramente ci interessa quando viene posta la questione del rafforzamento dei salari.

Per questo io ho scelto di incontrare le opposizioni partendo dalla proposta specifica del salario minimo perché il tema del contrasto al lavoro povero ci interessa, purché ci si comprenda sul fatto che la materia è una materia estremamente ampia e sul fatto che va affrontata nella sua complessità.

Ci sono divergenze su quali siano gli strumenti per rafforzare il potere d'acquisto delle famiglie, per rafforzare i salari, e io ho proposto un confronto molto più ampio che coinvolga anche chi è costituzionalmente più attrezzato a fare questo lavoro, che è il Cnel, per terminare prima dell'avvio della Legge di Bilancio. Quindi anche in tempo per avere evidentemente ed eventualmente le coperture necessarie a prendere dei provvedimenti, un ragionamento complessivo sul tema del lavoro povero, che dal mio punto di vista non viene risolto dal semplice salario minimo, misura che, come voi sapete, secondo molti, anche secondo molti sindacati e molti esperti del settore, rischia, in una Nazione come la nostra, con una altissima contrattazione collettiva, di peggiorare, per paradosso, la condizione di più lavoratori di quelli ai quali potrebbe migliorarla.

Siamo ovviamente aperti al confronto sulla materia molto più ampia del lavoro povero e di salari adeguati. Su questo abbiamo proposto un lavoro da fare insieme, da completare nei prossimi 60 giorni, sul quale io ho già la disponibilità del CNEL e del suo Presidente, per capire se c'è un margine per condividere tra le forze politiche e con le parti sociali, soluzioni che possano essere efficaci. Per favorire il lavoro, lavoro giusto, pagato adeguatamente, come questo Governo ha dimostrato particolarmente mettendo la gran parte delle sue risorse sul taglio del cuneo contributivo, garantire salari adeguati e difendere il potere acquisto delle famiglie è una delle nostre assolute priorità.

Domanda: Possiamo dire che, ad oggi, non c’è una controproposta strutturata del Governo o no?

Presidente Meloni:

Guardi, se io mi fossi presentata con una controproposta strutturata del Governo si sarebbe detto che non volevo consentire alle opposizioni di fare la loro, così come quando ho proposto di fare il confronto con il CNEL nella e sono stata accusata di voler fare ritirare la proposta alle opposizioni. Guardi, quello che voglio fare io è semplicemente dare un segnale di attenzione e di rispetto su un tema che mi sta a cuore, perché a differenza di chi oggi dall'opposizione propone il salario minimo, ma quando stava al governo non ha messo in campo il salario minimo, noi abbiamo dimostrato con i fatti di tenere a questo tema, perché tutto quello che abbiamo fatto, il grosso di quello che abbiamo fatto, è stato dedicato a questa materia. Quindi, io ho incontrato le opposizioni per dire loro che è una materia sulla quale il Governo è assolutamente disponibile, ma questo non comporta che gli altri debbano rinunciare alle loro proposte o che io debba arrivare e dire questa è la mia proposta e non deve essere la vostra. Sono ragionamenti che facevano altri. A me pare un segnale di attenzione e di rispetto. E lo dico, guardi, perché io sono stato a lunghi anni all'opposizione e non ricordo di essere mai stata convocata da un Presidente del Consiglio sulla base di una proposta che avevo presentato in Parlamento. Quindi, è un segnale di attenzione su una materia che mi sta a cuore. Chiaramente punto ad arrivare a una proposta in tempo per la Legge di Bilancio, ma non vorrei che fosse semplicemente una proposta della maggioranza contrapposta a quelle delle opposizioni. Lei sa che ci sono delle proposte della maggioranza anche su questa materia. L'ultima l'ha presentata Forza Italia, che è un partito della maggioranza, ma non sarebbe stato un buon metodo di dialogo dire sostituite la vostra proposta con la nostra. È un buon metodo di dialogo secondo me dire proviamo a lavorare insieme su una proposta che affronti complessivamente una materia che, guardi, il salario minimo da solo, temo non risolverà.

Io sento parlare di salario minimo e di lavoro povero e non si prende in considerazione il fatto che per le rilevazioni Istat o Eurostat per “lavoro povero” si intende il reddito che tu hai nell'ambito del nucleo familiare, che vuol dire che non dipende da quanto ti pagano l'ora di lavoro. Tu puoi essere al di sopra dei 9 euro e essere considerato lo stesso un lavoratore povero. Allora è una materia un po' più complessa di come viene affrontata in alcuni casi, ma è una materia che va affrontata, perché è un problema che l'Italia ha.
Fermo restando, e anche questo l'ho detto ai miei interlocutori, che il problema per il quale i nostri salari sono più bassi della media europea è che la nostra crescita è stata più bassa della media europea. Cioè o qui capiamo che rimettere in moto l'economia è l'unico modo di garantire salari e redditi, oppure continueremo a immaginare delle soluzioni che purtroppo non risolveranno il grosso del problema.

È la ragione per la quale noi ci siamo messi a lavorare prevalentemente sulla crescita. Si fa l'esempio della Germania, si fa l'esempio della Francia, ma sono Nazioni che negli ultimi vent'anni sono cresciute più del 20%, l'Italia è cresciuta del 2%. Come pensavamo che i nostri salari potessero crescere adeguatamente se l'economia non cresceva? Le due cose sono inevitabilmente collegate, per cui da una parte a mio avviso bisogna continuare a lavorare per favorire la crescita.

Qualcosa sul PIL è accaduto quest'anno e lei ha visto che i dati sull'occupazione comunque sono più soddisfacenti. Noi abbiamo di nuovo raggiunto record di occupazione, record di contratti stabili, la disoccupazione più bassa dagli ultimi 14 anni: sono segnali che vanno di pari passo con la crescita dell'economia. Quindi quella è una strada che bisogna affrontare. Poi ovviamente ci sono contratti pirata, utilizzi fraudolenti, c'è un tema anche di precarietà che va affrontato, c'è un tema sicuramente di alcuni lavoratori che sono esclusi dal mercato delle tutele, ma secondo me con questa visione va affrontata la questione, perché se noi pensiamo di dare una risposta semplice a un tema estremamente complesso rischiamo di creare più danni di quelli che pensiamo risolverlo. e la dimissione di De Angelis.

Domanda: Senta la Segretaria del PD le ha chiesto anche dei ristori dell’Emilia-Romagna e le dimissioni di De Angelis.

Presidente Meloni:

Guardi, che me l'ha chiesto è un parolone. Diciamo che abbiamo fatto un paio di battute e le ho detto, sulla questione dell’Emilia-Romagna, che avevo risposto con una lunga lettera alle continue rimostranze del Presidente Bonaccini, che secondo me sono poco fondate. Sulla questione di De Angelis, non ritengo di dovermi occupare del responsabile della comunicazione della Regione, perché penso che siamo di competenza del Presidente della Regione.

Domanda: Ritiene i 60 giorni un impegno da parte del Governo per chiudere la questione degli strumenti contro...

Presidente Meloni:

È l'impegno che io ho formalizzato con il Presidente del CNEL e loro mi garantiscono che sono in grado di fare questo lavoro in 60 giorni. Ho detto anche alle forze di opposizione che il Presidente Brunetta è disponibile da domani a incontrarli, perché credo che sia un lavoro che va fatto immediatamente. Perché io ho voluto fare questo incontro oggi, diciamo, costringendo anche voi a essere qui? Perché una cosa che mi ha colpito dalla proposta dell'opposizione è che loro prevedono una cosa, secondo me, sensata, cioè di immaginare dei ristori nel caso in cui, diciamo, la loro proposta venisse approvata, per i datori di lavoro che devono affrontare un aumento dei salari, dopodiché non prevedono né la copertura né la quantificazione e lei sa che costituzionalmente una legge che impone maggiori oneri ha anche bisogno di una copertura individuata. Loro dicono perché non volevamo entrare nelle competenze del Governo. Sai, a me pare un po' più il gioco del cerino, come a dire secondo noi va fatto ma poi vedetevela voi.
Allora, le cose serie da questo punto di vista si fanno con delle coperture, quindi, noi stiamo già lavorando sulla Legge di Bilancio. Io posso annunciarvi da ora che la Legge di Bilancio che noi presenteremo segue il filone della precedente, cioè lavoro-redditi, che è quello che abbiamo già fatto con tutti i provvedimenti principali della precedente, a partire dall'estensione della platea di chi beneficiava del bonus per il gas e la luce, fino ad arrivare ai primi segnali che abbiamo dato sui premi di produttività, adesso con l'abbattimento del cuneo contributivo.
Andiamo lì sulla Legge di Bilancio, ma chiaramente qualsiasi cosa che voglia essere vagamente seria deve avere una copertura e allora è bene arrivare per tempo prima della Legge di Bilancio a fare questo lavoro. Questa è la ragione per la quale ho voluto fare questo incontro adesso per avere una disponibilità ma comunque per cominciare a fare un lavoro che possa arrivare in tempo con le eventuali coperture che dovessero servire.

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